Il saggio individua il settore produttivo della moda come l’ambito che più rapidamente si è performato allo scenario mutevole e fluido del contemporaneo. La sua caratteristica di industria symbol intensive, ovvero il cui maggior valore è dato dal capitale immateriale, più che dal lavoro o dalle materie prime e lavorazioni, la indica come il laboratorio progettuale e merceologico della contemporaneità. Il particolare rapporto con il contesto sociale e la reciprocità evolutiva fa sì che la moda rispecchi tutte le contraddizioni contemporanee della nostra società di consumatori: il pluralismo estetico esasperato e la conseguente iperscelta del mercato danno luogo a fenomeni complessi che il saggio individua come self-fashioning, ovvero come traduzione consapevole della dimensione dell’uomo contemporaneo come uomo plurale e apparentemente contraddittorio. Il testo inoltre avvalora la tesi, in linea con le caratteristiche del settore, che oggetto del consumo della merce moda non stia nella sua superficie, ovvero nella sua immagine, ma nel coacervo di saperi e condizioni sociali che ne determinano il suo grado di innovazione. La moda, che generalmente viene considerata effimera, non viene mai consumata del tutto, nella sua complessità, in quanto espressione anche culturale, ed il suo reale valore è ciclico. I prodotti della moda costituiscono il paradigma del contemporaneo e la punta del capitalismo avanzato: essi superano la capacità di consumo da parte dell’acquirente e possiedono due fondamentali caratteristiche, densità ed opacità, che li slegano dal tempo lineare del ciclo di vita tradizionalmente loro assegnato. I loro contenuti materiali sono densi e non attingibili quasi mai del tutto, perché frutto di scenari progettuali pluridisciplinari e molteplici, la loro percezione è opaca perché travalica la corrispondenza tra forma e funzione.

La moda, la società, il progetto: l'integrazione della conoscenza come esigenza

RANZO, Patrizia
2007

Abstract

Il saggio individua il settore produttivo della moda come l’ambito che più rapidamente si è performato allo scenario mutevole e fluido del contemporaneo. La sua caratteristica di industria symbol intensive, ovvero il cui maggior valore è dato dal capitale immateriale, più che dal lavoro o dalle materie prime e lavorazioni, la indica come il laboratorio progettuale e merceologico della contemporaneità. Il particolare rapporto con il contesto sociale e la reciprocità evolutiva fa sì che la moda rispecchi tutte le contraddizioni contemporanee della nostra società di consumatori: il pluralismo estetico esasperato e la conseguente iperscelta del mercato danno luogo a fenomeni complessi che il saggio individua come self-fashioning, ovvero come traduzione consapevole della dimensione dell’uomo contemporaneo come uomo plurale e apparentemente contraddittorio. Il testo inoltre avvalora la tesi, in linea con le caratteristiche del settore, che oggetto del consumo della merce moda non stia nella sua superficie, ovvero nella sua immagine, ma nel coacervo di saperi e condizioni sociali che ne determinano il suo grado di innovazione. La moda, che generalmente viene considerata effimera, non viene mai consumata del tutto, nella sua complessità, in quanto espressione anche culturale, ed il suo reale valore è ciclico. I prodotti della moda costituiscono il paradigma del contemporaneo e la punta del capitalismo avanzato: essi superano la capacità di consumo da parte dell’acquirente e possiedono due fondamentali caratteristiche, densità ed opacità, che li slegano dal tempo lineare del ciclo di vita tradizionalmente loro assegnato. I loro contenuti materiali sono densi e non attingibili quasi mai del tutto, perché frutto di scenari progettuali pluridisciplinari e molteplici, la loro percezione è opaca perché travalica la corrispondenza tra forma e funzione.
2007
Ranzo, Patrizia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/172584
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