Gli scavi archeologici di Pompei ci offrono una delle documentazioni più ricche dell’utilizzo del giardino nel mondo romano e in generale sulla relazione tra architettura e paesaggio nel mondo antico. Con l’introduzione del giardino all’interno della casa si realizzò un sostanziale mutamento culturale nella concezione del verde, che da elemento simbolico, funzionale alla gestione di un sito religioso o all’ombreggiatura di teatri, palestre e luoghi di raduno per i cittadini, si trasformò in elemento autonomo, parte integrante ed essenziale dell’architettura privata. Nella struttura della domus pompeiana il giardino è parte integrante dell’abitazione, ma si presenta architettonicamente diviso da essa, giustapposto e spesso dotato di un ingresso indipendente nella parte posteriore dell’insula. Il contributo analizza il rapporto tra architettura e natura da un duplice punto di vista: la relazione nei giardini reali ed in quelli dipinti. Nel primo caso, la natura è adoperata come elemento per la costruzione di un’identità architettonica legata alle proprie caratteristiche e componenti, privandola delle sue caratteristiche naturali. La vegetazione nel giardino diventa architettura, nel senso che definisce scenari e prospettive complesse attraverso la disposizione e la potatura delle piante. Al contrario, nei giardini dipinti è l’architettura che perde la sua consistenza materiale per diventare una natura simulata, che dia l’illusione di sfondare la parete per entrare in un giardino ideale. Infine, viene analizzato il rapporto tra natura ed architettura nella Pompei odierna, in cui l’architettura è diventata rovina, ed in quanto tale ha instaurato un nuovo tipo di dialogo con la natura.

Architetture naturali e prospettive illusorie nel giardino pompeiano

PISCITELLI, Manuela
2012

Abstract

Gli scavi archeologici di Pompei ci offrono una delle documentazioni più ricche dell’utilizzo del giardino nel mondo romano e in generale sulla relazione tra architettura e paesaggio nel mondo antico. Con l’introduzione del giardino all’interno della casa si realizzò un sostanziale mutamento culturale nella concezione del verde, che da elemento simbolico, funzionale alla gestione di un sito religioso o all’ombreggiatura di teatri, palestre e luoghi di raduno per i cittadini, si trasformò in elemento autonomo, parte integrante ed essenziale dell’architettura privata. Nella struttura della domus pompeiana il giardino è parte integrante dell’abitazione, ma si presenta architettonicamente diviso da essa, giustapposto e spesso dotato di un ingresso indipendente nella parte posteriore dell’insula. Il contributo analizza il rapporto tra architettura e natura da un duplice punto di vista: la relazione nei giardini reali ed in quelli dipinti. Nel primo caso, la natura è adoperata come elemento per la costruzione di un’identità architettonica legata alle proprie caratteristiche e componenti, privandola delle sue caratteristiche naturali. La vegetazione nel giardino diventa architettura, nel senso che definisce scenari e prospettive complesse attraverso la disposizione e la potatura delle piante. Al contrario, nei giardini dipinti è l’architettura che perde la sua consistenza materiale per diventare una natura simulata, che dia l’illusione di sfondare la parete per entrare in un giardino ideale. Infine, viene analizzato il rapporto tra natura ed architettura nella Pompei odierna, in cui l’architettura è diventata rovina, ed in quanto tale ha instaurato un nuovo tipo di dialogo con la natura.
2012
Piscitelli, Manuela
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