Il saggio approfondisce il tema delle conseguenze dell'annullamento dell'aggiudicazione sul contratto medio tempore stipulato, che dopo essere stato oggetto, nel recente passato, di numerosi approfondimenti dottrinari e di accesi contrasti giurisprudenziali, è oggi positivamente disciplinato nel codice del processo amministrativo (C.P.A.) 2. Fulcro della questione è l'effettività della tutela che deve essere garantita all'impresa illegittimamente pretermessa in sede di aggiudicazione di una gara di appalto. Considerato, infatti, che il bene della vita al quale essa ambisce è rappresentato dal divenire contraente della stazione appaltante e subentrare, quindi, all'aggiudicatario illegittimamente individuato, appare chiaro che il contratto da quest'ultimo eventualmente stipulato rappresenta l'impedimento giuridico a che tale tutela sia assicurata. Naturalmente oltre alla posizione del concorrente illegittimamente pretermesso, vengono in rilievo altri fondamentali interessi, quali la necessità di garantire alla pubblica amministrazione certezza e stabilità nei rapporti contrattuali, nonché l'interesse dell'aggiudicatario illegittimo nell'ipotesi in cui non abbia alcuna responsabilità rispetto allo scorretto svolgimento della gara (imputabile esclusivamente alla stazione appaltante) e dal quale esso stesso possa subire conseguenze pregiudizievoli. La difficoltà di dare al problema una risposta univoca, testimoniata dalle molteplici e differenti ricostruzioni operate, portava a ritenere che la questione meritasse di essere affrontata e definitivamente risolta dal legislatore, il cui intervento era d'altronde divenuto inevitabile a seguito dell'emanazione della direttiva ricorsi. La specifica delega, contenuta nella legge 7 luglio 2009, n. 888 è stata attuata con il d.lgs. 20 marzo 2010, n. 53 che, in armonia con la legge 88/2009, detta un sistema di regole non solo processuali diretto a riordinare il contenzioso in materia di appalti anche attraverso il potenziamento degli strumenti di tutela alternativi alla tutela giurisdizionale. Le disposizioni sul processo in tema di appalti unitamente a quelle relative alla dichiarazione di inefficacia del contratto da parte del giudice amministrativo sono state quindi inserite, con alcune modifiche, nel codice del processo amministrativo introdotto dal D. Lgs. 2 luglio 2010, n. 104. Nei paragrafi che seguono, premessa la ricostruzione del dibattito che si era sviluppato sul tema in assenza di specifiche prescrizioni normative, si provvederà ad esaminare le novità introdotte, per verificare la loro rispondenza agli imperativi comunitari ed appurare se i dubbi ed i contrasti, sorti in passato, possano considerarsi definitivamente superati, ma anche quali siano le eventuali criticità emergenti dalla nuova disciplina.

L’annullamento dell’aggiudicazione e la sorte del contratto nel codice del processo amministrativo

Laura Lamberti
2011

Abstract

Il saggio approfondisce il tema delle conseguenze dell'annullamento dell'aggiudicazione sul contratto medio tempore stipulato, che dopo essere stato oggetto, nel recente passato, di numerosi approfondimenti dottrinari e di accesi contrasti giurisprudenziali, è oggi positivamente disciplinato nel codice del processo amministrativo (C.P.A.) 2. Fulcro della questione è l'effettività della tutela che deve essere garantita all'impresa illegittimamente pretermessa in sede di aggiudicazione di una gara di appalto. Considerato, infatti, che il bene della vita al quale essa ambisce è rappresentato dal divenire contraente della stazione appaltante e subentrare, quindi, all'aggiudicatario illegittimamente individuato, appare chiaro che il contratto da quest'ultimo eventualmente stipulato rappresenta l'impedimento giuridico a che tale tutela sia assicurata. Naturalmente oltre alla posizione del concorrente illegittimamente pretermesso, vengono in rilievo altri fondamentali interessi, quali la necessità di garantire alla pubblica amministrazione certezza e stabilità nei rapporti contrattuali, nonché l'interesse dell'aggiudicatario illegittimo nell'ipotesi in cui non abbia alcuna responsabilità rispetto allo scorretto svolgimento della gara (imputabile esclusivamente alla stazione appaltante) e dal quale esso stesso possa subire conseguenze pregiudizievoli. La difficoltà di dare al problema una risposta univoca, testimoniata dalle molteplici e differenti ricostruzioni operate, portava a ritenere che la questione meritasse di essere affrontata e definitivamente risolta dal legislatore, il cui intervento era d'altronde divenuto inevitabile a seguito dell'emanazione della direttiva ricorsi. La specifica delega, contenuta nella legge 7 luglio 2009, n. 888 è stata attuata con il d.lgs. 20 marzo 2010, n. 53 che, in armonia con la legge 88/2009, detta un sistema di regole non solo processuali diretto a riordinare il contenzioso in materia di appalti anche attraverso il potenziamento degli strumenti di tutela alternativi alla tutela giurisdizionale. Le disposizioni sul processo in tema di appalti unitamente a quelle relative alla dichiarazione di inefficacia del contratto da parte del giudice amministrativo sono state quindi inserite, con alcune modifiche, nel codice del processo amministrativo introdotto dal D. Lgs. 2 luglio 2010, n. 104. Nei paragrafi che seguono, premessa la ricostruzione del dibattito che si era sviluppato sul tema in assenza di specifiche prescrizioni normative, si provvederà ad esaminare le novità introdotte, per verificare la loro rispondenza agli imperativi comunitari ed appurare se i dubbi ed i contrasti, sorti in passato, possano considerarsi definitivamente superati, ma anche quali siano le eventuali criticità emergenti dalla nuova disciplina.
2011
Lamberti, Laura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/163562
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