Lo studio esplora il potenziale della stampa 3D nella riproduzione fisica delle impronte balistiche conservate sulle mura settentrionali di Pompei, risalenti all’assedio sillano dell’89 a.C. L’obiettivo è duplice: supportare la ricerca storica e tecnica mediante prototipi accurati e rendere tali conoscenze accessibili e inclusive ad un pubblico ampio e non specializzato. Fotogrammetria ad alta risoluzione e modellazione digitale sono state impiegate per generare calchi virtuali affidabili delle cavità d’impatto, successivamente stampati in scala reale tramite tecnologia FDM. Sono state inoltre formulate ipotesi sull’oggetto contundente responsabile degli impatti. La metodologia integra documentazione digitale, modellazione e prototipazione fisica dei modelli in un flusso di lavoro continuo, privilegiando in ogni fase una comunicazione efficace, valorizzando il disegno e la rappresentazione quale connessione sinergica tra dati scientifici e comprensione del pubblico. Oltre alla ricostruzione delle armi a torsione elastica, sono stati prodotti due prototipi fisici, in linea con le tracce esaminate con il rilievo 3D integrato: un cratere circolare causato da un proiettile sferoidale in pietra e il relativo corpo contundente teorico; alcune tracce quadrangolari disposte a ventaglio attribuite ai dardi metallici, con ricostruzione della punta. I modelli stampati consentono sia la validazione formale che un accesso inclusivo ai contenuti culturali, migliorando la percezione tattile e visiva degli effetti distruttivi degli antichi dispositivi ossidionali. Il lavoro propone un approccio replicabile che unisce rigore scientifico e comunicazione inclusiva. Utilizzando la prototipazione come strumento per ricerca, didattica e terza missione, il progetto valorizza la rappresentazione fisica come mezzo per ampliare l’accesso al patrimonio culturale e promuovere un’interazione consapevole con il passato.
This study explores the potential of 3D printing to physically reproducing the ballistic imprints preserved on the northern walls of Pompeii, dating back to Sullan siege in 89 BC. The goal is twofold: to support historical and technical research with accurate prototypes and to make this knowledge accessible to non-specialist and inclusive audiences. High-resolution photogrammetry and digital modeling were used to generate reliable virtual casts of impact cavities, later 3D printed at full scale using FDM technology. Hypotheses were also formulated regarding the blunt object responsible for the impacts. The methodology integrates digital documentation, modeling, and physical prototyping in an interoperable workflow, prioritizing effective communication at every stage and leveraging drawing and representation as a synergistic connection between scientific data and public understanding. In addition to the reconstruction of elastic torsion weapons, two physical prototypes were produced, based on the different traces examined through integrated 3D survey: a circular crater caused by a spheroidal stone projectile and its corresponding theoretical spheroidal blunt body; and fan-shaped quadrangular traces attributed to metal darts, including a reconstructed arrowhead. The printed models allow for both formal validation and inclusive access to cultural content, enhancing tactile and visual perception of the destructive effects of ancient siege devices. This work offers a replicable approach that combines scientific rigor with inclusive communication. By using prototyping as a tool for research, education, and public engagement, the project highlights the role of physical representation in expanding access to Cultural Heritage and fostering informed interaction with the past.
Conoscenza avanzata e accessibile: le impronte balistiche delle mura settentrionali di Pompei | Advanced and accessible knowledge: the ballistic imprints of the northern walls of Pompeii
Claudio, Formicola
;Silvia, Bertacchi;Sara, Gonizzi Barsanti;Adriana, Rossi
2025
Abstract
Lo studio esplora il potenziale della stampa 3D nella riproduzione fisica delle impronte balistiche conservate sulle mura settentrionali di Pompei, risalenti all’assedio sillano dell’89 a.C. L’obiettivo è duplice: supportare la ricerca storica e tecnica mediante prototipi accurati e rendere tali conoscenze accessibili e inclusive ad un pubblico ampio e non specializzato. Fotogrammetria ad alta risoluzione e modellazione digitale sono state impiegate per generare calchi virtuali affidabili delle cavità d’impatto, successivamente stampati in scala reale tramite tecnologia FDM. Sono state inoltre formulate ipotesi sull’oggetto contundente responsabile degli impatti. La metodologia integra documentazione digitale, modellazione e prototipazione fisica dei modelli in un flusso di lavoro continuo, privilegiando in ogni fase una comunicazione efficace, valorizzando il disegno e la rappresentazione quale connessione sinergica tra dati scientifici e comprensione del pubblico. Oltre alla ricostruzione delle armi a torsione elastica, sono stati prodotti due prototipi fisici, in linea con le tracce esaminate con il rilievo 3D integrato: un cratere circolare causato da un proiettile sferoidale in pietra e il relativo corpo contundente teorico; alcune tracce quadrangolari disposte a ventaglio attribuite ai dardi metallici, con ricostruzione della punta. I modelli stampati consentono sia la validazione formale che un accesso inclusivo ai contenuti culturali, migliorando la percezione tattile e visiva degli effetti distruttivi degli antichi dispositivi ossidionali. Il lavoro propone un approccio replicabile che unisce rigore scientifico e comunicazione inclusiva. Utilizzando la prototipazione come strumento per ricerca, didattica e terza missione, il progetto valorizza la rappresentazione fisica come mezzo per ampliare l’accesso al patrimonio culturale e promuovere un’interazione consapevole con il passato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


