L’èkphrasis, nell’ambito dell’architettura, rappresenta la capacità di descrivere un’idea progettuale con una potenza tale da riuscire a restituirne una visione chiara e vivida. Se si analizzano le fasi di cui si compone il processo di progettazione, i primi approcci per l’architetto sono prevalentemente di tipo conoscitivo e cognitivo, ma ciò che davvero vivifica l’opera è l’attitudine al saper comunicare ed evo-care ricordi. Il disegno, inteso come strumento di narrazione, attraverso il ricordo, diventa manifesto di realtà materiali e immateriali restituendo scenari inediti. In questa accezione, gli archivi di disegno d’architettura si prefigurano come risorse indispensabili per la preservazione e la valorizzazione della memoria storica. Nonostante la digitalizzazione rischi di annullare la carica emozionale derivante dal gesto manuale del disegnare, essa permette, d’altra parte, una fruizione duratura e diffusa del patri-monio archivistico. I disegni di concorso, come quelli presi in esame per il Padiglione Italia alla mostra di Chicago del 1933, costituiscono esempi significativi di progettualità dimenticate, che, grazie alla tecnologia, possono essere rielaborate e portate a una nuova luce.
Èkphrasis, in the field of architecture, represents the ability to describe a design idea with such power that it can convey a clear and vivid vision. When analyzing the stages of the design process, the ar-chitect’s initial approaches are predominantly cognitive and knowledge-based, but what truly brings the work to life is the ability to communicate and evoke memories. Drawing, understood as a tool for narration, through memory, becomes a manifestation of both material and immaterial realities, presenting new, unexplored scenarios. In this sense, architectural drawing archives emerge as essential resources for the preservation and enhancement of historical memory. Although digitalization risks diminishing the emotional charge of the manual act of drawing, it, on the other hand, allows for the lasting and widespread enjoyment of archival heritage. Competition drawings, such as those conside-red for the Italian Pavilion at the 1933 Chicago exhibition, represent significant examples of forgotten design projects that, thanks to technology, can be reworked and brought to new light.
Narrare disegni d'archivio di architettura tra spazio realizzato e spazio re-immaginato
Imbembo Elena
2025
Abstract
L’èkphrasis, nell’ambito dell’architettura, rappresenta la capacità di descrivere un’idea progettuale con una potenza tale da riuscire a restituirne una visione chiara e vivida. Se si analizzano le fasi di cui si compone il processo di progettazione, i primi approcci per l’architetto sono prevalentemente di tipo conoscitivo e cognitivo, ma ciò che davvero vivifica l’opera è l’attitudine al saper comunicare ed evo-care ricordi. Il disegno, inteso come strumento di narrazione, attraverso il ricordo, diventa manifesto di realtà materiali e immateriali restituendo scenari inediti. In questa accezione, gli archivi di disegno d’architettura si prefigurano come risorse indispensabili per la preservazione e la valorizzazione della memoria storica. Nonostante la digitalizzazione rischi di annullare la carica emozionale derivante dal gesto manuale del disegnare, essa permette, d’altra parte, una fruizione duratura e diffusa del patri-monio archivistico. I disegni di concorso, come quelli presi in esame per il Padiglione Italia alla mostra di Chicago del 1933, costituiscono esempi significativi di progettualità dimenticate, che, grazie alla tecnologia, possono essere rielaborate e portate a una nuova luce.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


