Il saggio esplora la figura di Martino Buonocore e la sua opera principale, la ristrutturazione del palazzo Carafa della Spina a Napoli nel XVIII secolo, per la quale ci sono state interpretazioni contrastanti, protese ad ascriverne l’ideazione a Ferdinando Sanfelice, ipotesi attributiva del tutto fugata dall’indagine sulle fonti primarie. Nella produzione di Martino risulta cruciale la collaborazione familiare e la condivisione delle maestranze coinvolte nella bottega artigiana del padre Filippo, già autore della magnifica rifattione settecentesca del palazzo Corigliano. Nel catalogo delle sue opere emergono la chiesa di Santa Maria Verticoeli a Napoli, l’incarico ventennale per la Certosa di Padula e la lunga collaborazione con Gennaro Maria Carafa, che lo impegnerà nel casino di Posillipo e nel palazzo in San Domenico, opera che consoliderà la lunga relazione professionale e amicale tra il principe e l’architetto.
The essay explores the figure of Martino Buonocore and his main work, the renovation of the Carafa della Spina palace in Naples. For this work, executed in the 18th century, there have been conflicting interpretations, which tend to attribute its conception to Ferdinando Sanfelice. This hypothesis has been completely debunked by the investigation of primary sources. Crucial to Buonocore’s production is the family collaboration and the sharing of labour in his father Filippo's studio; the latter was the author of the magnificent 18th-century renovation of the palace in Corigliano. Martino was the author of the church of Santa Maria Verticoeli in Naples and had a 20-year commission for the Certosa di Padula. He worked for a long time with Gennaro Maria Carafa, who was to work on the Posillipo casino and the San Domenico palace. This last work will consolidate the long professional and friendly relationship between the prince and the architect.
Martino Buonocore e il palazzo Carafa della Spina nel Settecento
Francesca Castano'
2024
Abstract
Il saggio esplora la figura di Martino Buonocore e la sua opera principale, la ristrutturazione del palazzo Carafa della Spina a Napoli nel XVIII secolo, per la quale ci sono state interpretazioni contrastanti, protese ad ascriverne l’ideazione a Ferdinando Sanfelice, ipotesi attributiva del tutto fugata dall’indagine sulle fonti primarie. Nella produzione di Martino risulta cruciale la collaborazione familiare e la condivisione delle maestranze coinvolte nella bottega artigiana del padre Filippo, già autore della magnifica rifattione settecentesca del palazzo Corigliano. Nel catalogo delle sue opere emergono la chiesa di Santa Maria Verticoeli a Napoli, l’incarico ventennale per la Certosa di Padula e la lunga collaborazione con Gennaro Maria Carafa, che lo impegnerà nel casino di Posillipo e nel palazzo in San Domenico, opera che consoliderà la lunga relazione professionale e amicale tra il principe e l’architetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.