Il processo di osmosi tra scienze ‘dure’ e teorie critiche sta alimentando la consapevolezza che qualsiasi entità esistente, vivente e non, rappresenta un nodo aperto in una fitta rete relazionale. Gli studi riguardo le connessioni miceliari (Sheldrake, 2020), il chimerismo, l'intelligenza estesa alle piante e ad altre forme di vita possono essere riletti in chiave filosofica, stimolando la creazione di nuove forme di fare-mondo e di essere-al-mondo. La prospettiva post-antropocentrica sta offrendo una via per riconciliare i vari aspetti e le diverse dimensioni dell’esistenza. In particolare l’entanglement si offre come termine-ombrello che accoglie i concetti di inter-relazione (Sheldrake, 2020), co-esistenza (Haraway, 2016) e mescolanza (Coccia, 2018) in grado di dissolvere la struttura antropocentrica che ha contribuito a generare il modello economico-sociale alla base della crisi ambientale, sociale ed economica in atto. Il termine, mutuato dal lessico della meccanica quantistica, sta ad indicare non solo la “correlazione” e “l'interdipendenza” (Barad, 2017) tra soggetti, elementi o fenomeni apparentemente distinti, ma la loro mutua generazione e definizione: piante, animali, corpi, batteri, atomi e dispositivi tecnologici sono entangled, avviluppati in maniera inestricabile. Alla luce di questa nuova coscienza anti dualistica e post-antropocentrica (Ferrando, 2019) anche la cultura progettuale attraversa un processo di revisione dei suoi paradigmi fondanti. In particolare lo human-centered design, che è stato il modello dominante a partire dagli anni ‘80, appare ormai inadeguato per affrontare la complessità dei fenomeni in atto. Attraverso l’analisi di alcuni casi studio, il presente contributo riflette su come la ricerca attraverso il design stia realizzando scenari più inclusivi e multi-prospettici che, tenendo conto delle complesse relazioni tra esseri umani e altre entità, tracciano nuovi modelli per una coesistenza interspecie.
The osmosis process between 'hard' sciences and critical theories fuels the awareness that any existing entity, living and non-living, represents an open knot in a dense relational network. Studies about mycelial connections (Sheldrake, 2020), chimerism, and intelligence extended to plants and other living entities can be reinterpreted from a philosophical perspective, stimulating the creation of new forms of making-world and being-world. The post-anthropocentric view offers a way to connect the various aspects and dimensions of existence. In particular, entanglement emerges as an umbrella term that embraces the concepts of inter-relationship (Sheldrake, 2020), co-existence (Haraway, 2016) and intermingling (Coccia, 2018), which can dissolve the anthropocentric structure that has contributed to generating the economic-social model at the basis of the current environmental, social and economic crisis. The term, borrowed from the lexicon of quantum mechanics, indicates not only the 'correlation' and 'interdependence' (Barad, 2017) between apparently distinct subjects, elements or phenomena but their mutual generation and definition: plants, animals, bodies, bacteria, atoms and technological devices are entangled, inextricably intertwined. In light of this new anti-dualistic and post-anthropocentric consciousness (Ferrando, 2019), design culture is also undergoing a process of revision of its founding paradigms. In particular, human-centered design, the dominant model since the 1980s, needs to be revised to deal with the complexity of the phenomena underway. Through the analysis of several case studies, this contribution reflects on how research through design is realising more inclusive and multi-perspective scenarios that, taking into account the complex relationships between human beings and other entities, outline new models for inter-species coexistence.
Ecosistemi espansi. Come l’entanglement sta trasformando le pratiche del design.
Annarita Bianco
In corso di stampa
Abstract
Il processo di osmosi tra scienze ‘dure’ e teorie critiche sta alimentando la consapevolezza che qualsiasi entità esistente, vivente e non, rappresenta un nodo aperto in una fitta rete relazionale. Gli studi riguardo le connessioni miceliari (Sheldrake, 2020), il chimerismo, l'intelligenza estesa alle piante e ad altre forme di vita possono essere riletti in chiave filosofica, stimolando la creazione di nuove forme di fare-mondo e di essere-al-mondo. La prospettiva post-antropocentrica sta offrendo una via per riconciliare i vari aspetti e le diverse dimensioni dell’esistenza. In particolare l’entanglement si offre come termine-ombrello che accoglie i concetti di inter-relazione (Sheldrake, 2020), co-esistenza (Haraway, 2016) e mescolanza (Coccia, 2018) in grado di dissolvere la struttura antropocentrica che ha contribuito a generare il modello economico-sociale alla base della crisi ambientale, sociale ed economica in atto. Il termine, mutuato dal lessico della meccanica quantistica, sta ad indicare non solo la “correlazione” e “l'interdipendenza” (Barad, 2017) tra soggetti, elementi o fenomeni apparentemente distinti, ma la loro mutua generazione e definizione: piante, animali, corpi, batteri, atomi e dispositivi tecnologici sono entangled, avviluppati in maniera inestricabile. Alla luce di questa nuova coscienza anti dualistica e post-antropocentrica (Ferrando, 2019) anche la cultura progettuale attraversa un processo di revisione dei suoi paradigmi fondanti. In particolare lo human-centered design, che è stato il modello dominante a partire dagli anni ‘80, appare ormai inadeguato per affrontare la complessità dei fenomeni in atto. Attraverso l’analisi di alcuni casi studio, il presente contributo riflette su come la ricerca attraverso il design stia realizzando scenari più inclusivi e multi-prospettici che, tenendo conto delle complesse relazioni tra esseri umani e altre entità, tracciano nuovi modelli per una coesistenza interspecie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.