Il saggio ricostruisce - sulla base di una aggiornata ricerca bibliografica e archivistica - le fortunose vicende degli archivi della casata e del ducato dei Farnese che, in seguito all’estinzione della famiglia nel 1731, per iniziativa di don Carlos di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese furono - per metterli al sicuro dall’invasione austriaca di Parma ma anche per garantire i diritti dei successori - frettolosamente trasferiti da Parma a Napoli. Dopo la pace di Aquisgrana (1748) e fino al 1789, in diverse spedizioni, tornarono a Parma la gran parte dei documenti. Nella capitale regia restarono comunque migliaia di unità e il diplomatico farnesiano, dopo la selezione mirata degli atti relativi ai diritti sui feudi laziali e meridionali e ai privilegi della casata. Al di là delle perdite per cattiva conservazione e per i trasferimenti su e giù per la penisola, a Parma gli archivisti borbonici prima e quelli della Restaurazione poi intervennero violentemente sull’ordine originario, creando in parte fondi per materia e disponendo in ordine cronologico tutto il resto, mentre a Napoli le carte rimaste furono oggetto di un riordinamento per materia e riaggregate tra diversi fondi. Nel XX secolo, poi, gli archivi farnesiani furono danneggiati pesantemente durante il secondo conflitto mondiale, sia a Napoli che a Parma: nella prima città bruciati quasi in toto dai soldati tedeschi in ritirata nel 1943, nella seconda dispersi sotto le macerie del palazzo della Pilotta colpito dalle bombe alleate nell’autunno 1944. Gli archivi di una importante famiglia laziale, signori di un ducato padano, papi, condottieri, collezionisti di statuaria antica, committenti artistici di livello altissimo, sono oggi conservati tra Parma e Napoli, dove sono diversamente e parzialmente ordinati, senza alcun coordinamento descrittivo. Questo scompaginamento, dovuto a ripetute dinamiche di smembramento e dispersione collegate tendenzialmente ad eventi bellici risulta di grande interesse perché evidenzia tra l’altro come il principio di provenienza degli archivi e la limitazione descrittiva ai singoli fondi debbano essere contestualizzati caso per caso.
I Farnese scompaginati: gli archivi di una dinastia italiana tra Parma, Napoli, Roma e la Seconda guerra mondiale (XVIII-XX sec.)
Concetta Damiani;
2023
Abstract
Il saggio ricostruisce - sulla base di una aggiornata ricerca bibliografica e archivistica - le fortunose vicende degli archivi della casata e del ducato dei Farnese che, in seguito all’estinzione della famiglia nel 1731, per iniziativa di don Carlos di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese furono - per metterli al sicuro dall’invasione austriaca di Parma ma anche per garantire i diritti dei successori - frettolosamente trasferiti da Parma a Napoli. Dopo la pace di Aquisgrana (1748) e fino al 1789, in diverse spedizioni, tornarono a Parma la gran parte dei documenti. Nella capitale regia restarono comunque migliaia di unità e il diplomatico farnesiano, dopo la selezione mirata degli atti relativi ai diritti sui feudi laziali e meridionali e ai privilegi della casata. Al di là delle perdite per cattiva conservazione e per i trasferimenti su e giù per la penisola, a Parma gli archivisti borbonici prima e quelli della Restaurazione poi intervennero violentemente sull’ordine originario, creando in parte fondi per materia e disponendo in ordine cronologico tutto il resto, mentre a Napoli le carte rimaste furono oggetto di un riordinamento per materia e riaggregate tra diversi fondi. Nel XX secolo, poi, gli archivi farnesiani furono danneggiati pesantemente durante il secondo conflitto mondiale, sia a Napoli che a Parma: nella prima città bruciati quasi in toto dai soldati tedeschi in ritirata nel 1943, nella seconda dispersi sotto le macerie del palazzo della Pilotta colpito dalle bombe alleate nell’autunno 1944. Gli archivi di una importante famiglia laziale, signori di un ducato padano, papi, condottieri, collezionisti di statuaria antica, committenti artistici di livello altissimo, sono oggi conservati tra Parma e Napoli, dove sono diversamente e parzialmente ordinati, senza alcun coordinamento descrittivo. Questo scompaginamento, dovuto a ripetute dinamiche di smembramento e dispersione collegate tendenzialmente ad eventi bellici risulta di grande interesse perché evidenzia tra l’altro come il principio di provenienza degli archivi e la limitazione descrittiva ai singoli fondi debbano essere contestualizzati caso per caso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.