Raffaele Marone commenta la mostra Detto tra le righe, di Ninì Sgambati e Paolo Puddu, a cura di Olga Scotto di Vettimo, Mario Francesco Simeone, Alessandra Troncone e Brunella Velardi, di LET_Laboratorio Esplorazioni Transdisciplinari del Museo Madre. Una mostra d’arte può configurarsi come un dispositivo open source a disposizione degli utenti? Il suo “codice sorgente” può essere studiato e scomposto, riutilizzato in modalità inaspettate, ibridato con altri linguaggi e secondo diverse prospettive, distribuito su nuovi canali? L’orientamento originariamente stabilito si può alterare al punto da invertirne il messaggio? A esposizione in corso e in stretto dialogo con gli artisti e il gruppo curatoriale, Raffaele Marone, architetto e docente dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, è intervenuto tracciando sul muro, con la grafite, una linea orizzontale, che scandisce percettivamente le leggere differenze di quota nel percorso espositivo tra le sale del museo, e una “stadia” verticale, che misura la posizione in altezza delle opere esposte. Sintesi di un processo di elaborazione condivisa, durante il quale sono state completamente rimesse in discussione le idee e le suggestioni espresse o accennate dalla mostra, il commento visivo Detto tra le righe_sottolineato rinnova la fruizione delle opere, sottolineando un'altra modalità di essere nello spazio, di conoscerlo e di attraversarlo. Se, prima, il tracciato segnato dai lavori esposti suggeriva un percorso proteso verso l’alto, dalla presenza della materia allo sconfinamento al di là delle leggi della fisica, il nuovo segno ribalta il posizionamento dell’osservatore e la direzione del suo cammino, invertendo – o facendo intersecare, in una sorta di correlazione quantistica – il punto di partenza e l’approdo, l’alto e il basso, il cielo e la terra.

“Detto tra le righe_sottolineato” a cura di LET_Laboratorio Esplorazioni Transdisciplinari del Museo Madre Museo MADRE Napoli

RAFFAELE MARONE
2023

Abstract

Raffaele Marone commenta la mostra Detto tra le righe, di Ninì Sgambati e Paolo Puddu, a cura di Olga Scotto di Vettimo, Mario Francesco Simeone, Alessandra Troncone e Brunella Velardi, di LET_Laboratorio Esplorazioni Transdisciplinari del Museo Madre. Una mostra d’arte può configurarsi come un dispositivo open source a disposizione degli utenti? Il suo “codice sorgente” può essere studiato e scomposto, riutilizzato in modalità inaspettate, ibridato con altri linguaggi e secondo diverse prospettive, distribuito su nuovi canali? L’orientamento originariamente stabilito si può alterare al punto da invertirne il messaggio? A esposizione in corso e in stretto dialogo con gli artisti e il gruppo curatoriale, Raffaele Marone, architetto e docente dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, è intervenuto tracciando sul muro, con la grafite, una linea orizzontale, che scandisce percettivamente le leggere differenze di quota nel percorso espositivo tra le sale del museo, e una “stadia” verticale, che misura la posizione in altezza delle opere esposte. Sintesi di un processo di elaborazione condivisa, durante il quale sono state completamente rimesse in discussione le idee e le suggestioni espresse o accennate dalla mostra, il commento visivo Detto tra le righe_sottolineato rinnova la fruizione delle opere, sottolineando un'altra modalità di essere nello spazio, di conoscerlo e di attraversarlo. Se, prima, il tracciato segnato dai lavori esposti suggeriva un percorso proteso verso l’alto, dalla presenza della materia allo sconfinamento al di là delle leggi della fisica, il nuovo segno ribalta il posizionamento dell’osservatore e la direzione del suo cammino, invertendo – o facendo intersecare, in una sorta di correlazione quantistica – il punto di partenza e l’approdo, l’alto e il basso, il cielo e la terra.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/532512
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