L’occasione alla base di questo lavoro è data dall’inizio delle celebrazioni del 2024 per il quinto centenario della fondazione dei Chierici Regolari Teatini. Il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. Si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa regola in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. Particolarmente attenti alla questione dell’abito, ancor prima del Concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune. La storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reliquia. Paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa militante contro il protestantesimo. Eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’edificante in modo ancora più incisivo. La fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il catalogo completo di quelle della lipsanoteca teatina di San Paolo Maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della produzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.

Habitus theatinus. Reliquie ex vestimentis dei Chierici Regolari di San Paolo Maggiore.

Sodano Giulio
;
Stranieri Bianca
;
2024

Abstract

L’occasione alla base di questo lavoro è data dall’inizio delle celebrazioni del 2024 per il quinto centenario della fondazione dei Chierici Regolari Teatini. Il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. Si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa regola in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. Particolarmente attenti alla questione dell’abito, ancor prima del Concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune. La storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reliquia. Paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa militante contro il protestantesimo. Eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’edificante in modo ancora più incisivo. La fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il catalogo completo di quelle della lipsanoteca teatina di San Paolo Maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della produzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.
2024
978-88-569-0967-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/520008
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