Nello scenario della contemporaneità sarà approfondito il tema del sistema museo alla luce dei continui “upgrade” che stanno delineando un cambio di rotta nell’ambito della cultura architettonica e delle consequenziali riflessioni scientifiche che ruotano intorno al progetto di allestimento degli spazi della cultura (musei, fondazioni, gallerie). Questo sistema processuale evidenzia un riscatto dell’architettura degli interni da sempre proiettata ad investigare tematiche di prossimità legate alla sfera emozionale, esperienziale e psicologica, in relazione ad un ruolo nuovo dell’arte da intendersi come strumento di relazione, di integrazione e di partecipazione. I cambiamenti avvenuti per effetto della globalizzazione hanno rafforzato tale condizione di trasformazione del Museo, da sempre luogo di diffusione della cultura, dell’arte e della conoscenza, e richiedono nuovi linguaggi capaci di coniugare le attuali tecnologie digitali e interattive con nuove idee di spazialità “fluide” in cui l’uomo diventa attore e co-autore del programma-museo. Un nuovo approccio al processo di progettazione, che vede l’evolversi del binomio forma/funzione in forma/fruizione, emerge, lì dove è evidente la necessità di concepire spazi come luoghi in cui favorire relazioni, integrazione e inclusione sociale, recuperando l’antico ruolo dell’architetto umanista al servizio della comunità. Il Museo, superando i limiti della “noia”, accettando le declinazioni dell’industria dell’intrattenimento a cui siamo inevitabilmente approdati, deve recuperare un rapporto di complicità con l’uomo in una visione antropoietica. Ne consegue, dunque, un’architettura che considera l’abitatore, di pontiana memoria, decisore dello spazio e delle relazioni consequenziali che ne scaturiscono. Tale passaggio è possibile attraverso la configurazione di un palinsesto, in cui i luoghi della cultura assumono un ruolo sociale, antropologico e filosofico, tenendo ben presente che “il progetto risulta incompleto senza le persone”. Ne deriva un’estetica aperta e mutevole, un paesaggio di azioni e di sentimenti in cui, i comportamenti assumono un valore estetico e condizionano inconsapevolmente il processo della composizione dello spazio. Il presente saggio, pertanto, traccia un’ipotesi interpretativa praticabile su un modello di museo aperto, alla piccola scala, mutevo-le poichè sensibile al cambiamento e capace di fare rete con gli altri luoghi della cultura presenti sul territorio rispettando l’esperienza estetica dell’individuo

LA POETICA DELLO SPAZIO MUSEALE un viaggio nelle emozioni

Marco Borrelli
2023

Abstract

Nello scenario della contemporaneità sarà approfondito il tema del sistema museo alla luce dei continui “upgrade” che stanno delineando un cambio di rotta nell’ambito della cultura architettonica e delle consequenziali riflessioni scientifiche che ruotano intorno al progetto di allestimento degli spazi della cultura (musei, fondazioni, gallerie). Questo sistema processuale evidenzia un riscatto dell’architettura degli interni da sempre proiettata ad investigare tematiche di prossimità legate alla sfera emozionale, esperienziale e psicologica, in relazione ad un ruolo nuovo dell’arte da intendersi come strumento di relazione, di integrazione e di partecipazione. I cambiamenti avvenuti per effetto della globalizzazione hanno rafforzato tale condizione di trasformazione del Museo, da sempre luogo di diffusione della cultura, dell’arte e della conoscenza, e richiedono nuovi linguaggi capaci di coniugare le attuali tecnologie digitali e interattive con nuove idee di spazialità “fluide” in cui l’uomo diventa attore e co-autore del programma-museo. Un nuovo approccio al processo di progettazione, che vede l’evolversi del binomio forma/funzione in forma/fruizione, emerge, lì dove è evidente la necessità di concepire spazi come luoghi in cui favorire relazioni, integrazione e inclusione sociale, recuperando l’antico ruolo dell’architetto umanista al servizio della comunità. Il Museo, superando i limiti della “noia”, accettando le declinazioni dell’industria dell’intrattenimento a cui siamo inevitabilmente approdati, deve recuperare un rapporto di complicità con l’uomo in una visione antropoietica. Ne consegue, dunque, un’architettura che considera l’abitatore, di pontiana memoria, decisore dello spazio e delle relazioni consequenziali che ne scaturiscono. Tale passaggio è possibile attraverso la configurazione di un palinsesto, in cui i luoghi della cultura assumono un ruolo sociale, antropologico e filosofico, tenendo ben presente che “il progetto risulta incompleto senza le persone”. Ne deriva un’estetica aperta e mutevole, un paesaggio di azioni e di sentimenti in cui, i comportamenti assumono un valore estetico e condizionano inconsapevolmente il processo della composizione dello spazio. Il presente saggio, pertanto, traccia un’ipotesi interpretativa praticabile su un modello di museo aperto, alla piccola scala, mutevo-le poichè sensibile al cambiamento e capace di fare rete con gli altri luoghi della cultura presenti sul territorio rispettando l’esperienza estetica dell’individuo
2023
978-88-85556-28-7
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/519191
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact