PARTE I Il tema dell’abuso edilizio è da anni al centro di un forte interesse da parte degli urbanisti, chiamati ad interrogarsi su un fenomeno che, aldilà degli aspetti giuridici, si presenta come elemento di disordine territoriale e di squilibrio urbano. Il tema, di per sé molto complesso, viene affrontato in questo capitolo con l’occhio rivolto soprattutto alla strumentazione urbanistica utile per il recupero degli insediamenti abusivi, in particolare a: a) la perimetrazione degli insediamenti, b) le tecniche previste per il successivo recupero; c) la tipologia degli strumenti disponibili per gli abusi commessi nelle aree a rischio antropico, in particolare sismico. Partendo dal presupposto che, alla luce della situazione in cui versano i Comuni italiani, il più praticabile fra i tre approcci possibili al problema sia quello di tipo mitigativo, che offre la possibilità di prevedere apposite varianti di recupero dell’abuso e il reinserimento urbano delle parti del territorio colpite da questa difficoltà, si è proceduto a un’analisi comparata delle legislazioni regionali dal punto di vista delle tecniche della pianificazione, per verificarne l’attenzione e le modalità di recupero suggerite per i luoghi “abusati”. PARTE II La città informale si configura e articola come città spontanea, diffusa o abusiva, ciascuna di esse presenta caratteristiche ricorrenti e distintive anche in relazione agli specifici contesti territoriali. Dopo aver evidenziato la vicenda e le specificità italiane, anche attraverso un’ipotesi di classificazione, nonché le differenze tra abuso edilizio e urbanistico, il contributo analizza i tre condoni edilizi che si sono susseguiti dal 1985 al 2003 con una particolare attenzione alle vicende del terzo condono in Campania e con un focus sull’accertamento di conformità. Prosegue con l’applicazione al Comune di Terzigno (Na) di una metodologia di lettura del fenomeno alla scala comunale, descritta nella parte prima del presente volume, rivolta a facilitare l’istruttoria e il rilascio dei titoli edilizi in sanatoria, ancora in gran quantità inevasi e all’integrazione di questo patrimonio nella pianificazione ordinaria del territorio. Dei tre approcci per la soluzione del problema: la repressione, la sanatoria e la mitigazione, il saggio approfondisce quest’ultima e affronta la riqualificazione di questi insediamenti con una visione urbanistica e non esclusivamente edilizia. All’analisi della legislazione vigente nazionale e della Regione Campania, in cui è prevista la possibilità di ricorrere ai Piani di Recupero degli Insediamenti Abusivi - PRIA, anche in variante agli strumenti urbanistici generali comunali, segue la descrizione di un PRIA campione, sempre nel comune di Terzigno, con l’evidenziazione dei principali obiettivi e le linee guida a cui riferirsi per la redazione di tali specifici strumenti urbanistici attuativi. In Appendice 3 una raccolta di PRIA in alcuni comuni della provincia di Caserta e della Città Metropolitana di Napoli dotati di PUC con la previsione di tali strumenti di attuazione indiretta.

ABUSIVISMO URBANISTICO E PIANIFICAZIONE COMUNALE. Verso la Rigenerazione

de Biase C.
Conceptualization
;
Losco S.
Conceptualization
2023

Abstract

PARTE I Il tema dell’abuso edilizio è da anni al centro di un forte interesse da parte degli urbanisti, chiamati ad interrogarsi su un fenomeno che, aldilà degli aspetti giuridici, si presenta come elemento di disordine territoriale e di squilibrio urbano. Il tema, di per sé molto complesso, viene affrontato in questo capitolo con l’occhio rivolto soprattutto alla strumentazione urbanistica utile per il recupero degli insediamenti abusivi, in particolare a: a) la perimetrazione degli insediamenti, b) le tecniche previste per il successivo recupero; c) la tipologia degli strumenti disponibili per gli abusi commessi nelle aree a rischio antropico, in particolare sismico. Partendo dal presupposto che, alla luce della situazione in cui versano i Comuni italiani, il più praticabile fra i tre approcci possibili al problema sia quello di tipo mitigativo, che offre la possibilità di prevedere apposite varianti di recupero dell’abuso e il reinserimento urbano delle parti del territorio colpite da questa difficoltà, si è proceduto a un’analisi comparata delle legislazioni regionali dal punto di vista delle tecniche della pianificazione, per verificarne l’attenzione e le modalità di recupero suggerite per i luoghi “abusati”. PARTE II La città informale si configura e articola come città spontanea, diffusa o abusiva, ciascuna di esse presenta caratteristiche ricorrenti e distintive anche in relazione agli specifici contesti territoriali. Dopo aver evidenziato la vicenda e le specificità italiane, anche attraverso un’ipotesi di classificazione, nonché le differenze tra abuso edilizio e urbanistico, il contributo analizza i tre condoni edilizi che si sono susseguiti dal 1985 al 2003 con una particolare attenzione alle vicende del terzo condono in Campania e con un focus sull’accertamento di conformità. Prosegue con l’applicazione al Comune di Terzigno (Na) di una metodologia di lettura del fenomeno alla scala comunale, descritta nella parte prima del presente volume, rivolta a facilitare l’istruttoria e il rilascio dei titoli edilizi in sanatoria, ancora in gran quantità inevasi e all’integrazione di questo patrimonio nella pianificazione ordinaria del territorio. Dei tre approcci per la soluzione del problema: la repressione, la sanatoria e la mitigazione, il saggio approfondisce quest’ultima e affronta la riqualificazione di questi insediamenti con una visione urbanistica e non esclusivamente edilizia. All’analisi della legislazione vigente nazionale e della Regione Campania, in cui è prevista la possibilità di ricorrere ai Piani di Recupero degli Insediamenti Abusivi - PRIA, anche in variante agli strumenti urbanistici generali comunali, segue la descrizione di un PRIA campione, sempre nel comune di Terzigno, con l’evidenziazione dei principali obiettivi e le linee guida a cui riferirsi per la redazione di tali specifici strumenti urbanistici attuativi. In Appendice 3 una raccolta di PRIA in alcuni comuni della provincia di Caserta e della Città Metropolitana di Napoli dotati di PUC con la previsione di tali strumenti di attuazione indiretta.
2023
978-88-95315-99-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/498836
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