L’indagine si è articolata in due fasi, la prima prevedeva interviste agli operatori; la seconda, interviste ai minori. Per la raccolta dei dati sono state costruite due interviste ad hoc. Sono state raccolte 24 interviste ad operatori e 6 a minori. In questo lavoro vengono presentati alcuni risultati delle interviste agli operatori perché la loro esperienza nell’incontro con i ragazzi è spesso in ombra nella pur vasta letteratura e ricerca sull’accoglienza dei MSNA. Dall’esperienza che gli operatori hanno raccontato emerge un’immagine dei ragazzi, dei quali essi si occupano, come di persone più adulte di quanto dica la loro età, ma alle quali vengono proposte delle condizioni di vita e delle attività, durante la permanenza in comunità, pensate per soggetti preadolescenti se non bambini. Questi operatori sembra sentano il proprio mandato come quello di genitori in grado di offrire ai ragazzi una seconda possibilità: rifare l’infanzia e viversi l’adolescenza in contrasto con l’altro mandato, quello dei genitori reali, che è di natura quasi esclusivamente economica, nel senso dell’aspettativa di trovare un lavoro e con esso un guadagno. Gli operatori intendono il loro mandato sovente nei termini di una funzione riparativa, per far fronte ad angosce legate a un’idea di danneggiamento e quindi al senso di colpa nei confronti del popolo dei giovani migranti. Non è difficile comprendere che si tratta di un intento riparativo impossibile e quindi destinato a generare frustrazione e senso di impotenza. L’offerta riparativa, così, finisce col precedere e oscurare la domanda autentica, alla quale non viene dato spazio.

L'accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia: un'indagine preliminare

Daniela Cantone
;
Carmela Guerriera
2021

Abstract

L’indagine si è articolata in due fasi, la prima prevedeva interviste agli operatori; la seconda, interviste ai minori. Per la raccolta dei dati sono state costruite due interviste ad hoc. Sono state raccolte 24 interviste ad operatori e 6 a minori. In questo lavoro vengono presentati alcuni risultati delle interviste agli operatori perché la loro esperienza nell’incontro con i ragazzi è spesso in ombra nella pur vasta letteratura e ricerca sull’accoglienza dei MSNA. Dall’esperienza che gli operatori hanno raccontato emerge un’immagine dei ragazzi, dei quali essi si occupano, come di persone più adulte di quanto dica la loro età, ma alle quali vengono proposte delle condizioni di vita e delle attività, durante la permanenza in comunità, pensate per soggetti preadolescenti se non bambini. Questi operatori sembra sentano il proprio mandato come quello di genitori in grado di offrire ai ragazzi una seconda possibilità: rifare l’infanzia e viversi l’adolescenza in contrasto con l’altro mandato, quello dei genitori reali, che è di natura quasi esclusivamente economica, nel senso dell’aspettativa di trovare un lavoro e con esso un guadagno. Gli operatori intendono il loro mandato sovente nei termini di una funzione riparativa, per far fronte ad angosce legate a un’idea di danneggiamento e quindi al senso di colpa nei confronti del popolo dei giovani migranti. Non è difficile comprendere che si tratta di un intento riparativo impossibile e quindi destinato a generare frustrazione e senso di impotenza. L’offerta riparativa, così, finisce col precedere e oscurare la domanda autentica, alla quale non viene dato spazio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/490649
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