Il territorio di Benevento attraversato da due fiumi, il Calore, affluente del Volturno, e il Sabato che confluisce a sua volta nel Calore, per la sua configurazione geologica e idrografica è da sempre stato una sede adatta per le attività produttive e, in particolare, per l’artigianato della ceramica. Una prima attestazione di tale attività risale al IV-III secolo a.C., documentata dai ritrovamenti archeologici nell’area di Cellarulo. Qui in età imperiale si sviluppò un vasto quartiere artigianale. L’abbandono definitivo di Cellarulo appare speculare all’avvio nel IV e V secolo d.C. dell’ampio processo di ristrutturazione del centro che si concretò nel dimezzamento della superficie urbana e nell’arroccamento collinare a scopo difensivo configurato dalla cinta ristretta che racchiuse il colle della guardia. Si può ipotizzare che allora gli impianti artigianali siano stati trasferiti in un posto con analoghe caratteristiche, come la area del cosiddetto ponte della Maurella che in realtà era un mulino Nel basso medioevo le botteghe erano verosimilmente impiantate nel circuito urbano. Una fornace è stata ritrovata nell’area del quartiere medievale Triggio, precisamente nella sesta torre, posta lungo la cinta della Civitas nova, procedendo a est della torre della Catena, ma non è stata mai analizzata con indagini archeologiche
LUTIFIGULI A BENEVENTO: ALCUNE TESTIMONIANZE DELLA PRODUZIONE DI CERAMICA FRA TARDA ANTICHITÀ E MEDIOEVO
Silvana Rapuano
2022
Abstract
Il territorio di Benevento attraversato da due fiumi, il Calore, affluente del Volturno, e il Sabato che confluisce a sua volta nel Calore, per la sua configurazione geologica e idrografica è da sempre stato una sede adatta per le attività produttive e, in particolare, per l’artigianato della ceramica. Una prima attestazione di tale attività risale al IV-III secolo a.C., documentata dai ritrovamenti archeologici nell’area di Cellarulo. Qui in età imperiale si sviluppò un vasto quartiere artigianale. L’abbandono definitivo di Cellarulo appare speculare all’avvio nel IV e V secolo d.C. dell’ampio processo di ristrutturazione del centro che si concretò nel dimezzamento della superficie urbana e nell’arroccamento collinare a scopo difensivo configurato dalla cinta ristretta che racchiuse il colle della guardia. Si può ipotizzare che allora gli impianti artigianali siano stati trasferiti in un posto con analoghe caratteristiche, come la area del cosiddetto ponte della Maurella che in realtà era un mulino Nel basso medioevo le botteghe erano verosimilmente impiantate nel circuito urbano. Una fornace è stata ritrovata nell’area del quartiere medievale Triggio, precisamente nella sesta torre, posta lungo la cinta della Civitas nova, procedendo a est della torre della Catena, ma non è stata mai analizzata con indagini archeologicheI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.