Il Museo regionale di Capodistria conserva due immagini di Gavardo de Gavardo (Capodistria 1701 – Parigi 1736) schedate da Alberto Cra- ievich nel volume Istria. Città maggiori. Partendo dalla biografia del ri- trattato, è il caso di ritornare sul soggiorno inglese di de Gavardo e sul- la sua attività di librettista di melodrammi per la compagnia operistica di Nicolò Porpora. Figura del cosmopolitismo settecentesco, l’istria- no volle ricordare il successo riscosso con la propria effigie “dipinta a pastello da celebre pittore suo amico” (riconosciuto da Baccio Ziliotto con Giacomo Fabris veneziano “birraio e pittore delle scene” del teatro di Haymarket) verso il 1736 a Londra, poco tempo prima dell’improv- visa morte, sulla via del ritorno a casa, a Parigi: nelle stesse parole di Gavardo, “il mio ritratto tal e quale vado vestito, acciò possa servir di memoria a tutti di casa, ed ai miei amici che ci verranno, d’un uomo che con risoluto coraggio per mille pericoli e rischi andò nelle ultime parti d’Europa a ritrovare con infinita paciencia e sofferenza la sua for- tuna”. Si tratta dell’opera già attribuita, a causa della peculiare tecnica esecutiva, a Rosalba Carriera, di cui vanno, invece, rilevate – come in- dicato da Craievich, cui spetta aver collegato il pastello di Capodistria a Gavardo e alla sua storia, in virtù delle rassomiglianze con il Ritratto di Gavardo de Gavardo su tela dello stesso museo, probabile immagine commemorativa – “alcune finezze pittoriche proprie della ritrattistica di ‘gusto moderno’ divulgata in quegli anni a Londra da Jacopo Amigo- ni”, argomento degno di approfondimento filologico.

I ritratti capodistriani di Gavardo de Gavardo Koprski portreti Gavarda de Gavarda

LUCCHESE E
2018

Abstract

Il Museo regionale di Capodistria conserva due immagini di Gavardo de Gavardo (Capodistria 1701 – Parigi 1736) schedate da Alberto Cra- ievich nel volume Istria. Città maggiori. Partendo dalla biografia del ri- trattato, è il caso di ritornare sul soggiorno inglese di de Gavardo e sul- la sua attività di librettista di melodrammi per la compagnia operistica di Nicolò Porpora. Figura del cosmopolitismo settecentesco, l’istria- no volle ricordare il successo riscosso con la propria effigie “dipinta a pastello da celebre pittore suo amico” (riconosciuto da Baccio Ziliotto con Giacomo Fabris veneziano “birraio e pittore delle scene” del teatro di Haymarket) verso il 1736 a Londra, poco tempo prima dell’improv- visa morte, sulla via del ritorno a casa, a Parigi: nelle stesse parole di Gavardo, “il mio ritratto tal e quale vado vestito, acciò possa servir di memoria a tutti di casa, ed ai miei amici che ci verranno, d’un uomo che con risoluto coraggio per mille pericoli e rischi andò nelle ultime parti d’Europa a ritrovare con infinita paciencia e sofferenza la sua for- tuna”. Si tratta dell’opera già attribuita, a causa della peculiare tecnica esecutiva, a Rosalba Carriera, di cui vanno, invece, rilevate – come in- dicato da Craievich, cui spetta aver collegato il pastello di Capodistria a Gavardo e alla sua storia, in virtù delle rassomiglianze con il Ritratto di Gavardo de Gavardo su tela dello stesso museo, probabile immagine commemorativa – “alcune finezze pittoriche proprie della ritrattistica di ‘gusto moderno’ divulgata in quegli anni a Londra da Jacopo Amigo- ni”, argomento degno di approfondimento filologico.
2018
9789619052860
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/480058
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