Alla fine del XVIII secolo, l’Ingegnere Antonio Winspeare descriveva con stupore i villaggi trogloditi di Ponza, visitati in occasione delle sue molte ricognizioni dell’isola. Già riconoscibili nelle prime rappresentazioni cartografiche dell’arcipelago pontino, le case-grotta costituiranno la testimonianza più tangibile, ma anche più cruda, dell’arretratezza sociale ed economica alla quale buona parte della popolazione locale era costretta a dispetto dei programmi promossi dal governo borbonico. Proprio in questo senso la narrazione dell’architettura rupestre isolana (dalle fredde considerazioni di Lorenzo Giustiniani, Conrad Haller e Giuseppe Tricoli al reportage giornalistico di Pasquale Mattej, sino alle personalissime osservazioni di Norman Douglas e di Mino Maccari agli inizi del Novecento) diviene uno degli elementi imprescindibili nella costruzione del mito di Ponza quale luogo dell’arcaicità e dell’innocenza, un microcosmo non solo geografico sospeso nel tempo e nello spazio a dispetto delle poche miglia di distanza dalla terraferma.
«Quelle misere e strane abitazioni». La narrazione dell’architettura rupestre a Ponza tra Otto e Novecento
G. Pignatelli Spinazzola
2022
Abstract
Alla fine del XVIII secolo, l’Ingegnere Antonio Winspeare descriveva con stupore i villaggi trogloditi di Ponza, visitati in occasione delle sue molte ricognizioni dell’isola. Già riconoscibili nelle prime rappresentazioni cartografiche dell’arcipelago pontino, le case-grotta costituiranno la testimonianza più tangibile, ma anche più cruda, dell’arretratezza sociale ed economica alla quale buona parte della popolazione locale era costretta a dispetto dei programmi promossi dal governo borbonico. Proprio in questo senso la narrazione dell’architettura rupestre isolana (dalle fredde considerazioni di Lorenzo Giustiniani, Conrad Haller e Giuseppe Tricoli al reportage giornalistico di Pasquale Mattej, sino alle personalissime osservazioni di Norman Douglas e di Mino Maccari agli inizi del Novecento) diviene uno degli elementi imprescindibili nella costruzione del mito di Ponza quale luogo dell’arcaicità e dell’innocenza, un microcosmo non solo geografico sospeso nel tempo e nello spazio a dispetto delle poche miglia di distanza dalla terraferma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.