The “irregular” masonry walls, better qualified as “complex” ones – i.e., mostly made of rough stones – substantiate a long-term phenomenon in walling history. The survey of philologically dated, congener wall faces – possibly, investigated at their vertical and horizontal sections – coordinated with stratigraphic readings of the building facades they belong to and researching of historic sources, in some areas highlighted the long-term use of a type of this masonry denoted by horizontal coursed rough stones set in mortar, approximately, at a periodic size (“a cantieri”). For example, in Campania, this practice lasted from Middle Ages to the end of Modernity, at least. Starting from the methodology defining this field, the paper focused on the territorial and chronological variations of this masonry technique - in particular, looking at the Campania’s built heritage - and the possible nexuses with the coeval architectural and constructive solutions and socioeconomic and cultural scenarios.

Le tessiture “irregolari”, più propriamente da definire “complesse”, cioè confezionate in prevalenza con pietre solo spaccate, dette “rustiche”, nell’insieme delle loro varianti, sostanziano una tradizione di lungo periodo nella storia della costruzione muraria. Il rilievo di paramenti di antica costituzione filologicamente datati, dove possibile indagati nelle sezioni verticali e orizzontali, coordinato alla lettura stratigrafica dei competenti elevati e all’analisi delle fonti coeve, iconografiche e documentarie, in alcune realtà spazio-temporali ha evidenziato il persistere in questa tipologia di una tecnica detta “a cantieri”, contraddistinta da allettamenti orizzontali all’incirca equidistanti. In Campania, questo repertorio ricorre, ad esempio, almeno dal Medioevo alla fine dell’era moderna. Partendo dall’inquadramento di metodo che definisce tale campo di studi, il contributo esamina la tecnica in discorso nelle sue declinazioni temporali e territoriali, in particolare nell’areale campano, rimarcandone i possibili nessi con le soluzioni architettonico-costruttive e le competenti realtà socioeconomiche e culturali.

Apparecchi murari "irregolari" storicizzati: le tessiture "a cantieri" di area campana

D'Aprile Marina
2022

Abstract

The “irregular” masonry walls, better qualified as “complex” ones – i.e., mostly made of rough stones – substantiate a long-term phenomenon in walling history. The survey of philologically dated, congener wall faces – possibly, investigated at their vertical and horizontal sections – coordinated with stratigraphic readings of the building facades they belong to and researching of historic sources, in some areas highlighted the long-term use of a type of this masonry denoted by horizontal coursed rough stones set in mortar, approximately, at a periodic size (“a cantieri”). For example, in Campania, this practice lasted from Middle Ages to the end of Modernity, at least. Starting from the methodology defining this field, the paper focused on the territorial and chronological variations of this masonry technique - in particular, looking at the Campania’s built heritage - and the possible nexuses with the coeval architectural and constructive solutions and socioeconomic and cultural scenarios.
2022
978-88-86638-94-4
Le tessiture “irregolari”, più propriamente da definire “complesse”, cioè confezionate in prevalenza con pietre solo spaccate, dette “rustiche”, nell’insieme delle loro varianti, sostanziano una tradizione di lungo periodo nella storia della costruzione muraria. Il rilievo di paramenti di antica costituzione filologicamente datati, dove possibile indagati nelle sezioni verticali e orizzontali, coordinato alla lettura stratigrafica dei competenti elevati e all’analisi delle fonti coeve, iconografiche e documentarie, in alcune realtà spazio-temporali ha evidenziato il persistere in questa tipologia di una tecnica detta “a cantieri”, contraddistinta da allettamenti orizzontali all’incirca equidistanti. In Campania, questo repertorio ricorre, ad esempio, almeno dal Medioevo alla fine dell’era moderna. Partendo dall’inquadramento di metodo che definisce tale campo di studi, il contributo esamina la tecnica in discorso nelle sue declinazioni temporali e territoriali, in particolare nell’areale campano, rimarcandone i possibili nessi con le soluzioni architettonico-costruttive e le competenti realtà socioeconomiche e culturali.
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