Il volume dedicato alla subfornitura ricostruisce la relativa disciplina contenuta nella legge n. 192/1998 alla luce del dibattito dottrinale in materia, particolarmente intenso e vivace, che ha spesso intravisto nelle regole ivi fissate una svolta decisiva nella regolazione dei rapporti tra imprese in vario modo integrate, che va ben al di là dell’ambito soggettivo che connota la legge. La ricostruzione si inserisce in quel filone di indagine favorevole ad una rivalutazione della specifica disciplina, di guisa che, dopo avere registrato i più significativi risultati conseguiti nell’elaborazione teorico-pratica, condivide una lettura aperta ed estensiva di tale disciplina e del suo raggio di incidenza, sia pure nei limiti di una rigorosa attinenza al dettato normativo, da attualizzare anche in relazione alle nuove tecniche di integrazione fra imprese, favorite dall’economia informatica e digitale. L’analisi si concentra principalmente sul controverso rapporto tra l’art. 1 della legge, dedicato ad una forma peculiare di decentramento produttivo, almeno in parte anacronistica, e l’art. 9, là dove definisce una clausola generale di correttezza nei rapporti fra imprese suscettibile di un’ampia declinazione, in quanto emblematica di un’istanza più generale di equilibrio nei rapporti di collaborazione economica e produttiva. In questa prospettiva, il lavoro è volto ad argomentare la tesi che le due fattispecie indicate debbano essere necessariamente ricostruite in una logica unitaria e, per così dire, consustanziale per esplicitarne tutte le potenzialità, che sembrano ormai affiorare persino nella più recente e incalzante elaborazione giurisprudenziale rimasta invece tradizionalmente marginale ed episodica.

LA SUBFORNITURA, in Trattato di Diritto Commerciale, fondato da Vincenzo Buonocore, diretto da Renzo Costi

Ferraro Pietro Paolo
2022

Abstract

Il volume dedicato alla subfornitura ricostruisce la relativa disciplina contenuta nella legge n. 192/1998 alla luce del dibattito dottrinale in materia, particolarmente intenso e vivace, che ha spesso intravisto nelle regole ivi fissate una svolta decisiva nella regolazione dei rapporti tra imprese in vario modo integrate, che va ben al di là dell’ambito soggettivo che connota la legge. La ricostruzione si inserisce in quel filone di indagine favorevole ad una rivalutazione della specifica disciplina, di guisa che, dopo avere registrato i più significativi risultati conseguiti nell’elaborazione teorico-pratica, condivide una lettura aperta ed estensiva di tale disciplina e del suo raggio di incidenza, sia pure nei limiti di una rigorosa attinenza al dettato normativo, da attualizzare anche in relazione alle nuove tecniche di integrazione fra imprese, favorite dall’economia informatica e digitale. L’analisi si concentra principalmente sul controverso rapporto tra l’art. 1 della legge, dedicato ad una forma peculiare di decentramento produttivo, almeno in parte anacronistica, e l’art. 9, là dove definisce una clausola generale di correttezza nei rapporti fra imprese suscettibile di un’ampia declinazione, in quanto emblematica di un’istanza più generale di equilibrio nei rapporti di collaborazione economica e produttiva. In questa prospettiva, il lavoro è volto ad argomentare la tesi che le due fattispecie indicate debbano essere necessariamente ricostruite in una logica unitaria e, per così dire, consustanziale per esplicitarne tutte le potenzialità, che sembrano ormai affiorare persino nella più recente e incalzante elaborazione giurisprudenziale rimasta invece tradizionalmente marginale ed episodica.
2022
978-88-921-2226-0
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