Sintetizzare nuovi materiali ibridi organo-inorganici è da sempre l’interesse di molti ricercatori in quanto possiedono particolari proprietà che li rendono utili per diverse applicazioni (sensori ottici e chimici, componenti bioattivi nelle protesi, materiali isolanti nei circuiti microelettronici). L’utilizzo del metodo sol-gel rappresenta una tecnica promettente per la produzione di tali materiali. Attraverso questa metodologia, sono stati sintetizzati materiali ibridi utilizzando TiO2 e polieterimmide (PEI) al 6 e 12% in peso. L’interazione tra la fase organica ed inorganica è stata studiata attraverso la Spettroscopia Infrarossa con Trasformata di Fourier (FTIR), mentre la microstruttura è stata osservata con l’uso del microscopio a scansione elettronica (SEM), il microscopio a forza atomica (AFM) e diffrazione ai raggi X (XRD). Al fine di valutare la bioattività, è stata determinata la capacità di formare idrossiapatite attraverso il saggio di Kokubo[1] ed osservata con il SEM e la spettroscopia a dispersione energetica (EDS).
Caratterizzazione e bioattività di materiali ibridi TiO2/PEI sintetizzato attraverso il metodo sol-gel
Michelina Catauro
;Antonio D’Angelo;
2021
Abstract
Sintetizzare nuovi materiali ibridi organo-inorganici è da sempre l’interesse di molti ricercatori in quanto possiedono particolari proprietà che li rendono utili per diverse applicazioni (sensori ottici e chimici, componenti bioattivi nelle protesi, materiali isolanti nei circuiti microelettronici). L’utilizzo del metodo sol-gel rappresenta una tecnica promettente per la produzione di tali materiali. Attraverso questa metodologia, sono stati sintetizzati materiali ibridi utilizzando TiO2 e polieterimmide (PEI) al 6 e 12% in peso. L’interazione tra la fase organica ed inorganica è stata studiata attraverso la Spettroscopia Infrarossa con Trasformata di Fourier (FTIR), mentre la microstruttura è stata osservata con l’uso del microscopio a scansione elettronica (SEM), il microscopio a forza atomica (AFM) e diffrazione ai raggi X (XRD). Al fine di valutare la bioattività, è stata determinata la capacità di formare idrossiapatite attraverso il saggio di Kokubo[1] ed osservata con il SEM e la spettroscopia a dispersione energetica (EDS).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.