Il lavoro cerca di offrire una panoramica ragionata delle problematiche sullo stato dell’arte in tema di energia e sostenibilità. L’auspicio manifestato è quello della concreta attuazione di quanto contenuto nella direttiva 2018/2001/UE sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, la concreta applicazione, nel nostro ordinamento, del concetto di energia quale bene comune anziché merce di proprietà privata, la introduzione di specifiche norme nell’ambito dell’illecito civile anche in termini di responsabilità intergenerazionale. Viene sottolineata la necessità per il nostro Paese di accedere alle cd. comunità energetiche come già accade in altri Paesi europei per cui l’utilizzo di energia elettrica, rigorosamente generata da fonti rinnovabili, viene utilizzata, venduta e condivisa nelle smart grids. Si tratta della cd. “transizione energetica” che impone un profondo ripensamento delle forme di regolazione del mercato energetico, sfruttando le preziose opportunità offerte oggi dalle innovazioni digitali ed incentivando gli “investimenti verdi” come previsto, tra gli altri, dal recente Regolamento 2020/852/UE sugli investimenti sostenibili (cd. Tassonomia) avente come finalità proprio quella di individuare il grado di eco-sostenibilità di un investimento collegato ad un’attività economica ecosostenibile. La legislazione UE sulla promozione delle energie rinnovabili si è evoluta in maniera significativa negli ultimi anni. In Italia, il quadro normativo energetico è risultato fino ad oggi frammentato tra diverse norme e, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili, la crescita risultava lenta ed affatto competitiva; di recente, però, una inversione di rotta si è registrata con la pubblicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che recepisce le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima nonché quelle sugli investimenti per il Green New Deal previste nella Legge di Bilancio 2020. In questo contesto, assume fondamentale importanza il ruolo delle piccole e medie imprese (PMI) considerata la presenza capillare delle stesse su tutto il territorio nazionale. Le piccole imprese si impegnano sempre di più sia nell’autoproduzione di energia grazie a fonti rinnovabili, sia nella creazione di un’offerta migliore su installazione e manutenzione di impianti di Fonti di Energie Rinnovabili (FER). Per aiutare le PMI nel processo di transizione energetica sono stati resi disponibili diversi incentivi per la realizzazione di impianti autonomi per la produzione di energie da fonti rinnovabili. Oltre alla transizione energetica, le PMI sono coinvolte in un altro importante cambiamento: il passaggio dall’economia lineare a quella circolare. In questo settore, non va trascurata la posizione del cd. cliente vulnerabile che dà vita al fenomeno della povertà energetica di cui alla direttiva 2019/944/UE. Una grande rivoluzione nel campo delle energie rinnovabili è rappresentata dalla c.d. ‘generazione distribuita’ caratterizzata dalla decentralizzazione della distribuzione di potenza grazie allo sviluppo di sistemi di accumulo energetico (cd. ‘stoccaggio energetico’). Uno strumento importante per individuare le misure per aumentare l’efficienza energetica e ridurre i costi energetici è rappresentato dagli audit energetici che, determinando i quantitativi di energia consumata negli specifici settori di un’impresa, individuano i risparmi potenziali realizzabili. Il lavoro si conclude con una Sintesi di Proposta di indagine sui processi della ‘agricoltura circolare’,che pone al centro della stessa il settore olivicolo, patrimonio importante del nostro Paese, sia sul piano economico che sul piano paesaggistico ed ambientale.
Le fonti di energie rinnovabili nella circular economy
Paola Grimaldi
2021
Abstract
Il lavoro cerca di offrire una panoramica ragionata delle problematiche sullo stato dell’arte in tema di energia e sostenibilità. L’auspicio manifestato è quello della concreta attuazione di quanto contenuto nella direttiva 2018/2001/UE sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, la concreta applicazione, nel nostro ordinamento, del concetto di energia quale bene comune anziché merce di proprietà privata, la introduzione di specifiche norme nell’ambito dell’illecito civile anche in termini di responsabilità intergenerazionale. Viene sottolineata la necessità per il nostro Paese di accedere alle cd. comunità energetiche come già accade in altri Paesi europei per cui l’utilizzo di energia elettrica, rigorosamente generata da fonti rinnovabili, viene utilizzata, venduta e condivisa nelle smart grids. Si tratta della cd. “transizione energetica” che impone un profondo ripensamento delle forme di regolazione del mercato energetico, sfruttando le preziose opportunità offerte oggi dalle innovazioni digitali ed incentivando gli “investimenti verdi” come previsto, tra gli altri, dal recente Regolamento 2020/852/UE sugli investimenti sostenibili (cd. Tassonomia) avente come finalità proprio quella di individuare il grado di eco-sostenibilità di un investimento collegato ad un’attività economica ecosostenibile. La legislazione UE sulla promozione delle energie rinnovabili si è evoluta in maniera significativa negli ultimi anni. In Italia, il quadro normativo energetico è risultato fino ad oggi frammentato tra diverse norme e, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili, la crescita risultava lenta ed affatto competitiva; di recente, però, una inversione di rotta si è registrata con la pubblicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che recepisce le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima nonché quelle sugli investimenti per il Green New Deal previste nella Legge di Bilancio 2020. In questo contesto, assume fondamentale importanza il ruolo delle piccole e medie imprese (PMI) considerata la presenza capillare delle stesse su tutto il territorio nazionale. Le piccole imprese si impegnano sempre di più sia nell’autoproduzione di energia grazie a fonti rinnovabili, sia nella creazione di un’offerta migliore su installazione e manutenzione di impianti di Fonti di Energie Rinnovabili (FER). Per aiutare le PMI nel processo di transizione energetica sono stati resi disponibili diversi incentivi per la realizzazione di impianti autonomi per la produzione di energie da fonti rinnovabili. Oltre alla transizione energetica, le PMI sono coinvolte in un altro importante cambiamento: il passaggio dall’economia lineare a quella circolare. In questo settore, non va trascurata la posizione del cd. cliente vulnerabile che dà vita al fenomeno della povertà energetica di cui alla direttiva 2019/944/UE. Una grande rivoluzione nel campo delle energie rinnovabili è rappresentata dalla c.d. ‘generazione distribuita’ caratterizzata dalla decentralizzazione della distribuzione di potenza grazie allo sviluppo di sistemi di accumulo energetico (cd. ‘stoccaggio energetico’). Uno strumento importante per individuare le misure per aumentare l’efficienza energetica e ridurre i costi energetici è rappresentato dagli audit energetici che, determinando i quantitativi di energia consumata negli specifici settori di un’impresa, individuano i risparmi potenziali realizzabili. Il lavoro si conclude con una Sintesi di Proposta di indagine sui processi della ‘agricoltura circolare’,che pone al centro della stessa il settore olivicolo, patrimonio importante del nostro Paese, sia sul piano economico che sul piano paesaggistico ed ambientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.