Il contributo intende occuparsi della marginalizzazione del ruolo dell’architetto nei processi progettuali e costruttivi complessi, che, all’interno dell’attuale scenario europeo, individuano nella specializzazione disciplinare una garanzia di efficienza ed efficacia. In particolare si vuole ragionare sul rapporto tra composizione architettonica e tecnologia in ordine ad una possibilità di ricostruzione disciplinare. Il ripiegamento solipsistico della composizione architettonica che ha preso a ragionare esclusivamente sul linguaggio e sulle teorie formali e l’enorme sviluppo tecnologico connesso alle problematiche di ordine ambientale ed energetico hanno prodotto, negli ultimi 25 anni, un allontanamento tra composizione e costruzione. Per superare tale distanza è necessario riacquisire la consapevolezza che il lavoro dell’architetto non può essere pensato al di là del necessario inveramento del progetto nella costruzione. Oggi, occuparsi di costruzione vuol dire pensare in maniera sostenibile sia in termini di tecnologie che di materiali. È proprio in questa apertura che si annida il rischio dello sbilanciamento del progetto verso questioni di ordine tecnologico a discapito degli aspetti compositivi e distributivi. Sempre più spesso l’architettura contemporanea tende ad occuparsi esclusivamente di consumi energetici e di nuovi materiali (quando non lavora su formalizzazioni autoreferenziali), senza assumere questi temi entro la più ampia prospettiva del progetto come ricerca delle ragioni e costruzione di significati. In questo scenario sono frequenti le soluzioni architettoniche votate al feticismo tecnologico che prevede l’esibizione gratuita e retorica degli elementi tecnici. In questa sede si vuole proporre una idea inclusiva di progetto architettonico che sia capace di introiettare le problematiche della sostenibilità per definire soluzioni integrate. Il percorso dell’architettura razionale ci insegna che è possibile convertire le questioni tecnologiche in possibilità spaziali, compositive e linguistiche. È in questo modo che si è andata costruendo una consapevolezza disciplinare fondata sull’interazione tra competenze eterogenee come condizione di esistenza dell’architettura e sulla composizione come unica possibilità di coordinamento ed integrazione. Nell’architettura di Mies Van Der Rohe, ad esempio, il ricorso alle tecnologie costruttive più avanzate consente la definizione di soluzioni architettoniche inedite che esprimono con forza una precisa idea di spazio. È possibile inoltre citare le architetture di Terragni e di Figini e Pollini nelle quali la soluzione tecnica del telaio strutturale in calcestruzzo armato diventa un elemento di linguaggio dal grande valore poetico, oppure l’edificio per i grandi magazzini “La Rinascente” di Albini a Roma, nel quale le tubazioni impiantistiche vengono organizzate in canalizzazioni verticali sagomate ed estradossate che definiscono l’ordine e il carattere dell’architettura.

COMPOSIZIONE E COSTRUZIONE. Il progetto al tempo della sostenibilità

OLIVA G
2015

Abstract

Il contributo intende occuparsi della marginalizzazione del ruolo dell’architetto nei processi progettuali e costruttivi complessi, che, all’interno dell’attuale scenario europeo, individuano nella specializzazione disciplinare una garanzia di efficienza ed efficacia. In particolare si vuole ragionare sul rapporto tra composizione architettonica e tecnologia in ordine ad una possibilità di ricostruzione disciplinare. Il ripiegamento solipsistico della composizione architettonica che ha preso a ragionare esclusivamente sul linguaggio e sulle teorie formali e l’enorme sviluppo tecnologico connesso alle problematiche di ordine ambientale ed energetico hanno prodotto, negli ultimi 25 anni, un allontanamento tra composizione e costruzione. Per superare tale distanza è necessario riacquisire la consapevolezza che il lavoro dell’architetto non può essere pensato al di là del necessario inveramento del progetto nella costruzione. Oggi, occuparsi di costruzione vuol dire pensare in maniera sostenibile sia in termini di tecnologie che di materiali. È proprio in questa apertura che si annida il rischio dello sbilanciamento del progetto verso questioni di ordine tecnologico a discapito degli aspetti compositivi e distributivi. Sempre più spesso l’architettura contemporanea tende ad occuparsi esclusivamente di consumi energetici e di nuovi materiali (quando non lavora su formalizzazioni autoreferenziali), senza assumere questi temi entro la più ampia prospettiva del progetto come ricerca delle ragioni e costruzione di significati. In questo scenario sono frequenti le soluzioni architettoniche votate al feticismo tecnologico che prevede l’esibizione gratuita e retorica degli elementi tecnici. In questa sede si vuole proporre una idea inclusiva di progetto architettonico che sia capace di introiettare le problematiche della sostenibilità per definire soluzioni integrate. Il percorso dell’architettura razionale ci insegna che è possibile convertire le questioni tecnologiche in possibilità spaziali, compositive e linguistiche. È in questo modo che si è andata costruendo una consapevolezza disciplinare fondata sull’interazione tra competenze eterogenee come condizione di esistenza dell’architettura e sulla composizione come unica possibilità di coordinamento ed integrazione. Nell’architettura di Mies Van Der Rohe, ad esempio, il ricorso alle tecnologie costruttive più avanzate consente la definizione di soluzioni architettoniche inedite che esprimono con forza una precisa idea di spazio. È possibile inoltre citare le architetture di Terragni e di Figini e Pollini nelle quali la soluzione tecnica del telaio strutturale in calcestruzzo armato diventa un elemento di linguaggio dal grande valore poetico, oppure l’edificio per i grandi magazzini “La Rinascente” di Albini a Roma, nel quale le tubazioni impiantistiche vengono organizzate in canalizzazioni verticali sagomate ed estradossate che definiscono l’ordine e il carattere dell’architettura.
2015
978-88-909054-3-8
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/458547
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact