In the scenario of territorial rarefied systems constituting city in extension, urban regeneration projects often work in areas characterized, not only by compromised spatial configurations and social decay, but also by strong environmental degradation. This contribution, referring to applied research experiences conducted on PIP areas in Sarno river valley (Salerno) and on Patria Lake (Napoli), tries to develop a reasoning about a possible role for nature in urban projects aimed at regeneration of problematic areas through environmental requalification interventions. They should have the capability of converting natural compromised situations into value elements that can be assumed as structure of new spatial configurations and can be thought as territorial polarities. These areas can host collective facilities, they can become energy infrastructures or places for sustainable productions. This design possibility starts from the idea that natural spaces of urban sprawl, that are unbuilt areas and abandoned agricultural fields standing as fragments in urbanized continuum, need to find a new role in territorial dynamics and a new identity in a general idea about nature intended as a complex entity. In this perspective open space can be thought both as a contemplative place and as productive area. The theme of production must be intended from the point of view of sustainability and it can guarantee the survival of open areas during the years.

Nell’ambito dei sistemi territoriali pulviscolari che determinano la città in estensione, i progetti di rigenerazione urbana si trovano ad agire in aree caratterizzate, non soltanto da situazioni di forte compromissione dell’assetto spaziale e dal degrado sociale, ma, spesso, anche da notevoli forme di degrado ambientale. Il presente contributo, con rifermento alle esperienze di ricerca applicata condotte su alcune aree PIP della valle del fiume Sarno(Salerno) e sul bacino di Lago Patria(Napoli), intende ragionare sul possibile ruolo della natura all’interno di progetti urbani finalizzati alla rigenerazione di aree problematiche attraverso operazioni di riqualificazione ambientale, che abbiano la capacità di trasformare situazioni naturali compromesse da detrattori ambientali a elementi di valore. Questi ultimi possono essere, così, assunti come elementi strutturanti delle nuove configurazioni spaziali e possono essere concepiti come polarità, non più urbane ma, territoriali. Essi possono ospitare attrezzature collettive, possono diventare grandi infrastrutture energetiche oppure luoghi per produzioni sostenibili. Tale possibilità progettuale parte dall’idea di fondo che gli spazi naturali della città diffusa, ossia le aree inedificate e i campi agricoli abbandonati stagliantisi come lacerti nel continuum urbanizzato, debbano trovare, oltre che un nuovo ruolo nelle dinamiche territoriali, una nuova identità all’interno di una idea più generale di natura intesa come entità complessa. In quest’ottica la dimensione contemplativa dello spazio aperto può convivere con quella produttiva che, interpretata in chiave sostenibile, può garantire la sopravvivenza degli spazi aperti nel tempo.

Environmental degradation and urban design: nature as starting point for regeneration

OLIVA G
2014

Abstract

In the scenario of territorial rarefied systems constituting city in extension, urban regeneration projects often work in areas characterized, not only by compromised spatial configurations and social decay, but also by strong environmental degradation. This contribution, referring to applied research experiences conducted on PIP areas in Sarno river valley (Salerno) and on Patria Lake (Napoli), tries to develop a reasoning about a possible role for nature in urban projects aimed at regeneration of problematic areas through environmental requalification interventions. They should have the capability of converting natural compromised situations into value elements that can be assumed as structure of new spatial configurations and can be thought as territorial polarities. These areas can host collective facilities, they can become energy infrastructures or places for sustainable productions. This design possibility starts from the idea that natural spaces of urban sprawl, that are unbuilt areas and abandoned agricultural fields standing as fragments in urbanized continuum, need to find a new role in territorial dynamics and a new identity in a general idea about nature intended as a complex entity. In this perspective open space can be thought both as a contemplative place and as productive area. The theme of production must be intended from the point of view of sustainability and it can guarantee the survival of open areas during the years.
2014
978-88-6542-347-9
Nell’ambito dei sistemi territoriali pulviscolari che determinano la città in estensione, i progetti di rigenerazione urbana si trovano ad agire in aree caratterizzate, non soltanto da situazioni di forte compromissione dell’assetto spaziale e dal degrado sociale, ma, spesso, anche da notevoli forme di degrado ambientale. Il presente contributo, con rifermento alle esperienze di ricerca applicata condotte su alcune aree PIP della valle del fiume Sarno(Salerno) e sul bacino di Lago Patria(Napoli), intende ragionare sul possibile ruolo della natura all’interno di progetti urbani finalizzati alla rigenerazione di aree problematiche attraverso operazioni di riqualificazione ambientale, che abbiano la capacità di trasformare situazioni naturali compromesse da detrattori ambientali a elementi di valore. Questi ultimi possono essere, così, assunti come elementi strutturanti delle nuove configurazioni spaziali e possono essere concepiti come polarità, non più urbane ma, territoriali. Essi possono ospitare attrezzature collettive, possono diventare grandi infrastrutture energetiche oppure luoghi per produzioni sostenibili. Tale possibilità progettuale parte dall’idea di fondo che gli spazi naturali della città diffusa, ossia le aree inedificate e i campi agricoli abbandonati stagliantisi come lacerti nel continuum urbanizzato, debbano trovare, oltre che un nuovo ruolo nelle dinamiche territoriali, una nuova identità all’interno di una idea più generale di natura intesa come entità complessa. In quest’ottica la dimensione contemplativa dello spazio aperto può convivere con quella produttiva che, interpretata in chiave sostenibile, può garantire la sopravvivenza degli spazi aperti nel tempo.
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