A partire dal 2016 una équipe dell’Università di Bologna e del Parco Valle dei Templi ha iniziato un lavoro di ricerca sulla cd. “Insula III” del Quartiere ellenistico-romano. La parte visibile, messa in luce a partire dagli anni Cinquanta del XX sec. presenta almeno 12 unità abitative più altre che hanno carattere commerciale e artigianale, relegate nella parte settentrionale dell’isolato (fig. 1). Per quanto lo stato attuale delle indagini consenta di vedere, le domus sono separate da un lungo ambitus mediano, almeno fino alla Casa III A, che presenta un evidente disassamento tra le Case III D e III C. L’unico ambitus trasversale riconoscibile, si trova all’inizio dell’isolato e separa la Casa III L dagli edifici commerciali più a nord; questo ambitus è presente nella sola parte orientale poichè confluisce in quello mediano senza oltrepassarlo. Le domus, pertanto, fin dalla loro costruzione, che risale probabilmente all’inizio del II sec. a.C., non erano separate da un doppio muro, come era consuetudine nella ripartizione dello spazio in età greca, ma da uno soltanto. Lo smaltimento dell’acqua piovana doveva avvenire necessariamente tramite gronde in grado di scaricare verso l’ambitus mediano o di immagazzinarla in serbatoi. Nell’isolato sono presenti 16 imboccature di pozzi e cisterne; è stato possibile censirle e rilevarle tramite tecnologia laser scanning. Le strutture idrauliche sono distribuite in quasi tutte le domus, con qualche eccezione, e rientrano in tipologie note nel mondo romano. Nelle immagini si offre una selezione dei tipi attestati: pozzi cilindrici rivestiti in blocchi o in piccole pietre, cisterne a bottiglia con bracci longitudinali, a camera quadrangolare semplice o sostenuta da pilastri.

Sistemi di raccolta e smaltimento dell’acqua nella III insula del Quartiere Ellenistico-Romano di Agrigento

Michele Silani
2020

Abstract

A partire dal 2016 una équipe dell’Università di Bologna e del Parco Valle dei Templi ha iniziato un lavoro di ricerca sulla cd. “Insula III” del Quartiere ellenistico-romano. La parte visibile, messa in luce a partire dagli anni Cinquanta del XX sec. presenta almeno 12 unità abitative più altre che hanno carattere commerciale e artigianale, relegate nella parte settentrionale dell’isolato (fig. 1). Per quanto lo stato attuale delle indagini consenta di vedere, le domus sono separate da un lungo ambitus mediano, almeno fino alla Casa III A, che presenta un evidente disassamento tra le Case III D e III C. L’unico ambitus trasversale riconoscibile, si trova all’inizio dell’isolato e separa la Casa III L dagli edifici commerciali più a nord; questo ambitus è presente nella sola parte orientale poichè confluisce in quello mediano senza oltrepassarlo. Le domus, pertanto, fin dalla loro costruzione, che risale probabilmente all’inizio del II sec. a.C., non erano separate da un doppio muro, come era consuetudine nella ripartizione dello spazio in età greca, ma da uno soltanto. Lo smaltimento dell’acqua piovana doveva avvenire necessariamente tramite gronde in grado di scaricare verso l’ambitus mediano o di immagazzinarla in serbatoi. Nell’isolato sono presenti 16 imboccature di pozzi e cisterne; è stato possibile censirle e rilevarle tramite tecnologia laser scanning. Le strutture idrauliche sono distribuite in quasi tutte le domus, con qualche eccezione, e rientrano in tipologie note nel mondo romano. Nelle immagini si offre una selezione dei tipi attestati: pozzi cilindrici rivestiti in blocchi o in piccole pietre, cisterne a bottiglia con bracci longitudinali, a camera quadrangolare semplice o sostenuta da pilastri.
2020
978-88-7849-146-5
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