L’attuale fase di contrazione delle già deboli economie locali in Italia e, ancor più nel Mezzogiorno, e le profonde mutazioni sociopolitiche avvenute a partire dalla seconda metà del Novecento hanno generato un cospicuo patrimonio di aree, infrastrutture e manufatti dismessi che, molto spesso, rimangono inutilizzati o divengono oggetto di trasformazioni episodiche, non sempre organiche ad una visione sistemica del contesto in cui sono inserite. La crescente attenzione, anche nelle più recenti leggi urbanistiche regionali, al tema della riduzione del consumo di suolo implica lo sviluppo di strategie complementari, volte a reinterpretare e rigenerare il patrimonio di aree/manufatti inutilizzati o sottoutilizzati, che caratterizza sia le frange periurbane sia il tessuto urbano consolidato. La transizione verso strategie rigenerative richiede, però, un sostanziale aggiornamento degli apparati conoscitivi e progettuali degli strumenti di governo delle trasformazioni urbane. In riferimento a tali questioni, il contributo approfondisce la complessa questione della revisione, in chiave rigenerativa, della strumentazione urbanistica comunale, declinandola in riferimento ad alcuni ambiti del territorio casertano. Quest’ultimo è caratterizzato dalla presenza di un vasto patrimonio di aree inutilizzate, frutto della dismissione di attività produttive o di stoccaggio dei rifiuti e generalmente concentrati nelle fasce periurbane, ma anche di aree militari, caserme, ecc., localizzati in aree urbane centrali e da una marcata obsolescenza della strumentazione urbanistica. L’attenzione al territorio casertano è inoltre funzione dell’innovazione, almeno concettuale, introdotta dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta con l’individuazione della categoria delle “aree negate”. Partendo dall’assunto che per affrontare il tema della rigenerazione sono indispensabili conoscenze in grado di supportare efficacemente le scelte future, il contributo fornisce una griglia analitico-interpretativa di questa macro-categoria in riferimento a due ambiti della provincia di Caserta: un sistema di piccoli comuni nel territorio aversano e il comune di Caserta, città di medie dimensioni e capoluogo della provincia omonima. In riferimento a tali aree, si esaminano quindi progetti presentati e i pochi interventi in atto per la rigenerazione delle aree negate, nel quadro degli indirizzi offerti dalla pianificazione comunale vigente e si avanzano alcuni spunti di riflessione per la revisione degli apparativi conoscitivi e regolativi della strumentazione urbanistica comunale, volti ad accrescerne la capacità di innescare processi di sviluppo del territorio che facciano perno sulla rigenerazione del patrimonio di aree e manufatti dismessi, strutturandola entro una visione complessiva e organica di uno sviluppo del territorio comunale a consumo di suolo zero.

I piani urbanistici di fronte alla sfida della rigenerazione: il caso della Provincia di Caserta

Galderisi A.
;
de Biase C.
2021

Abstract

L’attuale fase di contrazione delle già deboli economie locali in Italia e, ancor più nel Mezzogiorno, e le profonde mutazioni sociopolitiche avvenute a partire dalla seconda metà del Novecento hanno generato un cospicuo patrimonio di aree, infrastrutture e manufatti dismessi che, molto spesso, rimangono inutilizzati o divengono oggetto di trasformazioni episodiche, non sempre organiche ad una visione sistemica del contesto in cui sono inserite. La crescente attenzione, anche nelle più recenti leggi urbanistiche regionali, al tema della riduzione del consumo di suolo implica lo sviluppo di strategie complementari, volte a reinterpretare e rigenerare il patrimonio di aree/manufatti inutilizzati o sottoutilizzati, che caratterizza sia le frange periurbane sia il tessuto urbano consolidato. La transizione verso strategie rigenerative richiede, però, un sostanziale aggiornamento degli apparati conoscitivi e progettuali degli strumenti di governo delle trasformazioni urbane. In riferimento a tali questioni, il contributo approfondisce la complessa questione della revisione, in chiave rigenerativa, della strumentazione urbanistica comunale, declinandola in riferimento ad alcuni ambiti del territorio casertano. Quest’ultimo è caratterizzato dalla presenza di un vasto patrimonio di aree inutilizzate, frutto della dismissione di attività produttive o di stoccaggio dei rifiuti e generalmente concentrati nelle fasce periurbane, ma anche di aree militari, caserme, ecc., localizzati in aree urbane centrali e da una marcata obsolescenza della strumentazione urbanistica. L’attenzione al territorio casertano è inoltre funzione dell’innovazione, almeno concettuale, introdotta dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta con l’individuazione della categoria delle “aree negate”. Partendo dall’assunto che per affrontare il tema della rigenerazione sono indispensabili conoscenze in grado di supportare efficacemente le scelte future, il contributo fornisce una griglia analitico-interpretativa di questa macro-categoria in riferimento a due ambiti della provincia di Caserta: un sistema di piccoli comuni nel territorio aversano e il comune di Caserta, città di medie dimensioni e capoluogo della provincia omonima. In riferimento a tali aree, si esaminano quindi progetti presentati e i pochi interventi in atto per la rigenerazione delle aree negate, nel quadro degli indirizzi offerti dalla pianificazione comunale vigente e si avanzano alcuni spunti di riflessione per la revisione degli apparativi conoscitivi e regolativi della strumentazione urbanistica comunale, volti ad accrescerne la capacità di innescare processi di sviluppo del territorio che facciano perno sulla rigenerazione del patrimonio di aree e manufatti dismessi, strutturandola entro una visione complessiva e organica di uno sviluppo del territorio comunale a consumo di suolo zero.
2021
978-88-99237-28-8
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