Nella lunga storia del castello di Vico Equense si sono succedute molte “vite”, con numerosi cambi di proprietà e trasformazioni che hanno reso il suo approfondimento molto stimolante, permettendo di incanalare la ricerca in molteplici direzioni. Tuttavia, lo studio si è dovuto scontrare con la perdita della materialità dell’architettura da relazionare a ciascuna epoca, per le molte, invadenti e radicali trasformazioni operate dal Novecento. Il volume ricostruisce, attraverso fonti edite ed inedite, la sua lunga storia dal Medioevo sino al Novecento. Partendo dal castello di età angioina e poi aragonese, vengono ripercorse le vicende della prima villa di età moderna del marchese di San Lucido, per poi ricostruire, anche con l’ausilio di piante tematiche, i lavori promossi da Matteo di Capua per trasformare il comprensorio in una sontuosa “villa urbana” che avrebbe dovuto ospitare le sue ricche collezioni di arte e antichità. Dopo la lunga parentesi in cui ne furono proprietari i Ravaschieri, dopo l’abolizione della feudalità, ritornò a essere un magnificente luogo di delizie con l’avvocato Nicola Amalfi, un faccendiere che ebbe nel Decennio francese una rapidissima ascesa sociale e una rovina altrettanto rapida. Venduta in un’asta giudiziaria, la villa fu acquistata da Luigi Giusso che, da subito, intuì la forte vocazione turistica del luogo. Oltre al periodo dei Giusso il volume ricostruisce anche le trasformazioni volute dai Gesuiti per trasformarlo in noviziato sino all’ultimo passaggio agli ex allievi che lo hanno trasformato in un condominio di lusso per vacanze dagli anni Settanta del secolo scorso.
Storia e architettura del Castello di Vico Equense
MARIA GABRIELLA Pezone
2020
Abstract
Nella lunga storia del castello di Vico Equense si sono succedute molte “vite”, con numerosi cambi di proprietà e trasformazioni che hanno reso il suo approfondimento molto stimolante, permettendo di incanalare la ricerca in molteplici direzioni. Tuttavia, lo studio si è dovuto scontrare con la perdita della materialità dell’architettura da relazionare a ciascuna epoca, per le molte, invadenti e radicali trasformazioni operate dal Novecento. Il volume ricostruisce, attraverso fonti edite ed inedite, la sua lunga storia dal Medioevo sino al Novecento. Partendo dal castello di età angioina e poi aragonese, vengono ripercorse le vicende della prima villa di età moderna del marchese di San Lucido, per poi ricostruire, anche con l’ausilio di piante tematiche, i lavori promossi da Matteo di Capua per trasformare il comprensorio in una sontuosa “villa urbana” che avrebbe dovuto ospitare le sue ricche collezioni di arte e antichità. Dopo la lunga parentesi in cui ne furono proprietari i Ravaschieri, dopo l’abolizione della feudalità, ritornò a essere un magnificente luogo di delizie con l’avvocato Nicola Amalfi, un faccendiere che ebbe nel Decennio francese una rapidissima ascesa sociale e una rovina altrettanto rapida. Venduta in un’asta giudiziaria, la villa fu acquistata da Luigi Giusso che, da subito, intuì la forte vocazione turistica del luogo. Oltre al periodo dei Giusso il volume ricostruisce anche le trasformazioni volute dai Gesuiti per trasformarlo in noviziato sino all’ultimo passaggio agli ex allievi che lo hanno trasformato in un condominio di lusso per vacanze dagli anni Settanta del secolo scorso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.