L’outcome clinico-funzionale dei pazienti con esiti di ictus è condizionato dalla presenza di diversi fattori interagenti. È stato ipotizzato che la presenza di disturbi del sonno possa incidere in maniera significativa su alcuni parametri funzionali in questi pazienti. Le alterazioni del pattern del sonno sono presenti fino al 70% dei soggetti con stroke acuto. In particolare, frequenti sono la riduzione del tempo del sonno totale, dell'efficienza del sonno e un aumento del numero dei risvegli. Inoltre, l’architettura del sonno sembrerebbe modificarsi a favore di una riduzione delle fasi REM, NREM2 e NREM3 e di un prolungamento della fase NREM1. Fino al 50% degli individui con esiti di stroke sperimentano un disturbo del sonno, anche se le alterazioni dell’architettura del sonno in questi pazienti non sono state ben caratterizzate. L’obiettivo del nostro studio è valutare parametri soggettivi e oggettivi del profilo del sonno in una coorte di pazienti affetti da stroke cronico. Abbiamo condotto uno studio osservazionale trasversale in una coorte di pazienti affetti da stroke cronico (almeno 12 mesi dall’evento acuto), di entrambi i sessi, in assenza di accidenti cerebrovascolari precedenti e di disturbi cognitivi (score di almeno 24 al Mini–Mental State Examination) e con uno score motorio alla Functional Indipendence Measure (FIM) ≥13. I criteri di esclusione sono stati: presenza di altre significative patologie in fase acuta, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) e storia di disturbi psicotici. A tutti i partecipanti allo studio è stata somministrata una scheda valutativa comprendente dati anagrafici e antropometrici (età, peso e altezza), la scala Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) per la valutazione delle comorbidità, la Stroke Impact Scale (SIS) per la valutazione della severità dello stroke in fase cronica e la FIM. Per la valutazione soggettiva del sonno nell’ultimo mese, ai pazienti è stata somministrato il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). Per la valutazione del tono dell’umore è stata usata la Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D), per valutare dolore e qualità di vita (HRQoL) sono state usate rispettivamente la Brief Pain Inventory (BPI), la SF-12 e l’EQ-5D-3L. La valutazione oggettiva degli aspetti qualitativi e quantitativi del sonno è stata eseguita utilizzando lo X4 Sleep Profiler™ In-Home EEG Sleep Monitor – Advanced e misurando i seguenti parametri: Sleep Time, Sleep Efficiency, durata dello Stadio Rem, N1-N2-N3, Cortical Arousal, Awakening, Rem Latency, Wake Sleep After Onset (WASO) e Sleep Latency confrontati con i valori normali indicati dallo strumento. La nostra popolazione è di 7 pazienti, 2 maschi e 5 femmine, con età media di 69,3±13,6 anni. La valutazione delle comorbidità ha evidenziato un CIRS Severity index medio di 1,85 e un CIRS Comorbidity index medio di 4,43. La valutazione della SIS ha evidenziato impairment significativi in tutti gli item. La valutazione della autonomia funzionale ha mostrato un valore medio di FIM di 39 a fronte di un livello di outcome motorio di riferimento di 55,9. Lo score medio del Pittsburgh Sleep Quality Index era di 11,14, indicativo di scarsa qualità del sonno. La valutazione della HRQoL evidenzia un’alterata percezione dello stato di salute (EQ-5D-3L index medio 0,28), in particolare della componente fisica (SF12 PCS medio 24,2) piuttosto che di quella psicologica (SF12 MCS medio 34,2). Il BPI ha mostrato un’ interferenza del dolore con le ADL di grado moderato (BPI Interference Index medio 6,63). L’HAM-D ha mostrato uno score medio di 16,3 compatibile con uno stato di depressione lieve. La misurazione dei parametri del sonno ha mostrato una alterazione della architettura del sonno in termini di riduzione del tempo totale e della Sleep Efficiency. È stata evidenziata una riduzione media della durata dello stadio NREM3 ed un aumento della durata degli stadi NREM1 e NREM2, senza alterazioni della durata del sonno REM; inoltre risultavano aumentati il numero di risvegli e i Cortical Arousals (Tabella 1). Nella nostra coorte l’architettura del sonno risulta essere alterata sia dal punto di vista strumentale che self-reported. I disturbi del sonno rappresentano un outcome importante da valutare nei pazienti con stroke cronico e l’utilizzo di metodiche strumentali non invasive potrebbe essere un approccio utile e di facile applicabilità.
LA CARATTERIZZAZIONE DEI DISTURBI DEL SONNO NEI PAZIENTI CON STROKE CRONICO: STUDIO DI COORTE
Moretti A;Gimigliano F.;Iolascon G.
2016
Abstract
L’outcome clinico-funzionale dei pazienti con esiti di ictus è condizionato dalla presenza di diversi fattori interagenti. È stato ipotizzato che la presenza di disturbi del sonno possa incidere in maniera significativa su alcuni parametri funzionali in questi pazienti. Le alterazioni del pattern del sonno sono presenti fino al 70% dei soggetti con stroke acuto. In particolare, frequenti sono la riduzione del tempo del sonno totale, dell'efficienza del sonno e un aumento del numero dei risvegli. Inoltre, l’architettura del sonno sembrerebbe modificarsi a favore di una riduzione delle fasi REM, NREM2 e NREM3 e di un prolungamento della fase NREM1. Fino al 50% degli individui con esiti di stroke sperimentano un disturbo del sonno, anche se le alterazioni dell’architettura del sonno in questi pazienti non sono state ben caratterizzate. L’obiettivo del nostro studio è valutare parametri soggettivi e oggettivi del profilo del sonno in una coorte di pazienti affetti da stroke cronico. Abbiamo condotto uno studio osservazionale trasversale in una coorte di pazienti affetti da stroke cronico (almeno 12 mesi dall’evento acuto), di entrambi i sessi, in assenza di accidenti cerebrovascolari precedenti e di disturbi cognitivi (score di almeno 24 al Mini–Mental State Examination) e con uno score motorio alla Functional Indipendence Measure (FIM) ≥13. I criteri di esclusione sono stati: presenza di altre significative patologie in fase acuta, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) e storia di disturbi psicotici. A tutti i partecipanti allo studio è stata somministrata una scheda valutativa comprendente dati anagrafici e antropometrici (età, peso e altezza), la scala Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) per la valutazione delle comorbidità, la Stroke Impact Scale (SIS) per la valutazione della severità dello stroke in fase cronica e la FIM. Per la valutazione soggettiva del sonno nell’ultimo mese, ai pazienti è stata somministrato il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). Per la valutazione del tono dell’umore è stata usata la Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D), per valutare dolore e qualità di vita (HRQoL) sono state usate rispettivamente la Brief Pain Inventory (BPI), la SF-12 e l’EQ-5D-3L. La valutazione oggettiva degli aspetti qualitativi e quantitativi del sonno è stata eseguita utilizzando lo X4 Sleep Profiler™ In-Home EEG Sleep Monitor – Advanced e misurando i seguenti parametri: Sleep Time, Sleep Efficiency, durata dello Stadio Rem, N1-N2-N3, Cortical Arousal, Awakening, Rem Latency, Wake Sleep After Onset (WASO) e Sleep Latency confrontati con i valori normali indicati dallo strumento. La nostra popolazione è di 7 pazienti, 2 maschi e 5 femmine, con età media di 69,3±13,6 anni. La valutazione delle comorbidità ha evidenziato un CIRS Severity index medio di 1,85 e un CIRS Comorbidity index medio di 4,43. La valutazione della SIS ha evidenziato impairment significativi in tutti gli item. La valutazione della autonomia funzionale ha mostrato un valore medio di FIM di 39 a fronte di un livello di outcome motorio di riferimento di 55,9. Lo score medio del Pittsburgh Sleep Quality Index era di 11,14, indicativo di scarsa qualità del sonno. La valutazione della HRQoL evidenzia un’alterata percezione dello stato di salute (EQ-5D-3L index medio 0,28), in particolare della componente fisica (SF12 PCS medio 24,2) piuttosto che di quella psicologica (SF12 MCS medio 34,2). Il BPI ha mostrato un’ interferenza del dolore con le ADL di grado moderato (BPI Interference Index medio 6,63). L’HAM-D ha mostrato uno score medio di 16,3 compatibile con uno stato di depressione lieve. La misurazione dei parametri del sonno ha mostrato una alterazione della architettura del sonno in termini di riduzione del tempo totale e della Sleep Efficiency. È stata evidenziata una riduzione media della durata dello stadio NREM3 ed un aumento della durata degli stadi NREM1 e NREM2, senza alterazioni della durata del sonno REM; inoltre risultavano aumentati il numero di risvegli e i Cortical Arousals (Tabella 1). Nella nostra coorte l’architettura del sonno risulta essere alterata sia dal punto di vista strumentale che self-reported. I disturbi del sonno rappresentano un outcome importante da valutare nei pazienti con stroke cronico e l’utilizzo di metodiche strumentali non invasive potrebbe essere un approccio utile e di facile applicabilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.