La patogenesi delle deformità dell’arto inferiore e superiore nelle pci Essa è legata ai seguenti fattori: - lo squilibrio muscolare con riduzione della motilità spontanea dei primi mesi di vita - il carico, necessario per la maturazione dello scheletro, se viene assunto tardivamente o in maniera inadeguata - le posture, in particolare quella quadrupedica e quella assisa - l’asimmetria (neuromotoria e meccanica). Le conseguenze della influenza di questi fattori sono: l’ipertono, la contrattura-fibrosi e la retrazione dei muscoli investiti dalla spasticità, da soli o variamente raggruppati, mentre a livello articolare si ha la perdita del normale rapporto con riduzione del movimento articolare necessario alla morfogenesi dei capi ossei. In queste condizioni, inoltre, i muscoli antagonisti vengono progressivamente e sempre più penalizzati, sia per la loro sovradistensione, sia per il loro non uso. Questi fattori influenzano l’insorgenza di atteggiamenti patologici e deformità osteoarticolari di entità variabile in rapporto alla forma motoria della pci, all’entità del danno, al livello funzionale, alla possibilità di attuare tutte le strategie preventive. Classicamente agli arti inferiori abbiamo atteggiamenti patologici a partire dal bacino (obliquità pelvica = triade maligna) nelle tetraplegie; per l’anca sono possibili quadri di displasia o sublussazione o lussazione nelle tetraplegie e diplegie di gravità variabile, semplici atteggiamenti in adduzioneintrarotazione per alterato angolo di antiversione nelle diplegie ed emiplegie; per il ginocchio flessione (tetraplegie e diplegie) iperestensione o rigidità in estensione (diplegie) con associazione di varo-valgo; per il piede sono possibili deformità semplici o complesse. Le deformità dell’arto superiore sono legate allo squilibrio muscolare, inteso come espressione di schemi patologici presenti nella esecuzione del movimento, ai disturbi della sensibilità, molto meno all’influenza della gravità; anche per questo segmento sono previsti atteggiamenti patologici tipici: flesso– adduzione–intrarotazione della spalla, flessione del gomito, pronazione dell’avambraccio, flessione e deviazione ulnare del polso, flessione delle dita, interposizione del pollice. Tali atteggiamenti-deformità hanno una manifestazione variabile in rapporto alla forma motoria e sono valutate in rapporto al disturbo funzionale con il quale si presentano.

Le deformita’ dell’ arto superiore e inferiore e loro patogenesi

MORETTI A;
2013

Abstract

La patogenesi delle deformità dell’arto inferiore e superiore nelle pci Essa è legata ai seguenti fattori: - lo squilibrio muscolare con riduzione della motilità spontanea dei primi mesi di vita - il carico, necessario per la maturazione dello scheletro, se viene assunto tardivamente o in maniera inadeguata - le posture, in particolare quella quadrupedica e quella assisa - l’asimmetria (neuromotoria e meccanica). Le conseguenze della influenza di questi fattori sono: l’ipertono, la contrattura-fibrosi e la retrazione dei muscoli investiti dalla spasticità, da soli o variamente raggruppati, mentre a livello articolare si ha la perdita del normale rapporto con riduzione del movimento articolare necessario alla morfogenesi dei capi ossei. In queste condizioni, inoltre, i muscoli antagonisti vengono progressivamente e sempre più penalizzati, sia per la loro sovradistensione, sia per il loro non uso. Questi fattori influenzano l’insorgenza di atteggiamenti patologici e deformità osteoarticolari di entità variabile in rapporto alla forma motoria della pci, all’entità del danno, al livello funzionale, alla possibilità di attuare tutte le strategie preventive. Classicamente agli arti inferiori abbiamo atteggiamenti patologici a partire dal bacino (obliquità pelvica = triade maligna) nelle tetraplegie; per l’anca sono possibili quadri di displasia o sublussazione o lussazione nelle tetraplegie e diplegie di gravità variabile, semplici atteggiamenti in adduzioneintrarotazione per alterato angolo di antiversione nelle diplegie ed emiplegie; per il ginocchio flessione (tetraplegie e diplegie) iperestensione o rigidità in estensione (diplegie) con associazione di varo-valgo; per il piede sono possibili deformità semplici o complesse. Le deformità dell’arto superiore sono legate allo squilibrio muscolare, inteso come espressione di schemi patologici presenti nella esecuzione del movimento, ai disturbi della sensibilità, molto meno all’influenza della gravità; anche per questo segmento sono previsti atteggiamenti patologici tipici: flesso– adduzione–intrarotazione della spalla, flessione del gomito, pronazione dell’avambraccio, flessione e deviazione ulnare del polso, flessione delle dita, interposizione del pollice. Tali atteggiamenti-deformità hanno una manifestazione variabile in rapporto alla forma motoria e sono valutate in rapporto al disturbo funzionale con il quale si presentano.
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