In opposizione a un uso talvolta superficiale del digitale, il design si orienta a una maggiore consapevolezza delle tecnologie e a una rinnovata esigenza di abbinarle a processi e tecniche afferenti ambiti lontani. Molte delle autoproduzioni contemporanee contengono già in sé il seme di un’ibridazione post-digitale, elaborando dall’interno nuovi materiali e tecniche specifiche. La natura di queste produzioni sfugge alle logiche costruttive consuete, poiché, queste, seppur legate a una dimensione digitale, attingono a discipline diverse, come ad esempio la biologia o le neuroscienze. Coerentemente a queste linee di ricerca, all’interno dell’Open Wetlab della Waag Society di Amsterdam, la sperimentazione prova a tracciare un scenario operativo sulle pratiche future della progettazione contemporanea.
Dal digitale al postdigitale. Pratiche transmediali al confine con l’organico.
Scarpitti
2016
Abstract
In opposizione a un uso talvolta superficiale del digitale, il design si orienta a una maggiore consapevolezza delle tecnologie e a una rinnovata esigenza di abbinarle a processi e tecniche afferenti ambiti lontani. Molte delle autoproduzioni contemporanee contengono già in sé il seme di un’ibridazione post-digitale, elaborando dall’interno nuovi materiali e tecniche specifiche. La natura di queste produzioni sfugge alle logiche costruttive consuete, poiché, queste, seppur legate a una dimensione digitale, attingono a discipline diverse, come ad esempio la biologia o le neuroscienze. Coerentemente a queste linee di ricerca, all’interno dell’Open Wetlab della Waag Society di Amsterdam, la sperimentazione prova a tracciare un scenario operativo sulle pratiche future della progettazione contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.