Il 19 aprile 1800, al largo delle Pigne a Napoli, un enorme e inaudito delitto condusse al patibolo Giuditta Guastamacchia e i suoi complici. L’esecuzione fu preceduta dallo strascino dei condannati per le vie della città e comportò, come pena accessoria, l’esposizione delle teste dei rei alle mura della Vicaria. A distanza di oltre cinquant’anni, il famoso medico e alienista Biagio Gioacchino Miraglia (poi Direttore del Real Morotrofio di Aversa), approfittando di alcuni lavori di consolidamento di Castel Capuano, riuscì a farsi consegnare i crani dei delinquenti giustiziati, per anni esposti in macabri graticci di ferro «ad oltraggio dell’umanità e a pompa della giustizia». Su quattro di essi, implicati nel medesimo delitto, Miraglia eseguì un esame cranioscopico stilando un Parere frenologico (qui pubblicato in Appendice) con ampie considerazioni sulla conciliabilità – alla luce della dottrina organologica – tra libero arbitrio e inclinazione naturale, responsabilità e imputabilità, crimine e follia. Tale parere e le polemiche che ne seguirono sono la testimonianza dello sviluppo, anche nel Mezzogiorno d’Italia, di un interessante filone di studi che, partendo dall’analisi anatomica del cervello (considerato sede della mente e dell’anima), arrivò ad ipotizzare una più generale attività di disciplinamento sociale. Da ciò scaturì un ampio dibattito sul piano politico, religioso e sociale di cui il presente saggio cerca di fornire una prima ricostruzione.

Caput mortuum. Anatomia della mente e disciplinamento sociale

Cesaro Antimo
2018

Abstract

Il 19 aprile 1800, al largo delle Pigne a Napoli, un enorme e inaudito delitto condusse al patibolo Giuditta Guastamacchia e i suoi complici. L’esecuzione fu preceduta dallo strascino dei condannati per le vie della città e comportò, come pena accessoria, l’esposizione delle teste dei rei alle mura della Vicaria. A distanza di oltre cinquant’anni, il famoso medico e alienista Biagio Gioacchino Miraglia (poi Direttore del Real Morotrofio di Aversa), approfittando di alcuni lavori di consolidamento di Castel Capuano, riuscì a farsi consegnare i crani dei delinquenti giustiziati, per anni esposti in macabri graticci di ferro «ad oltraggio dell’umanità e a pompa della giustizia». Su quattro di essi, implicati nel medesimo delitto, Miraglia eseguì un esame cranioscopico stilando un Parere frenologico (qui pubblicato in Appendice) con ampie considerazioni sulla conciliabilità – alla luce della dottrina organologica – tra libero arbitrio e inclinazione naturale, responsabilità e imputabilità, crimine e follia. Tale parere e le polemiche che ne seguirono sono la testimonianza dello sviluppo, anche nel Mezzogiorno d’Italia, di un interessante filone di studi che, partendo dall’analisi anatomica del cervello (considerato sede della mente e dell’anima), arrivò ad ipotizzare una più generale attività di disciplinamento sociale. Da ciò scaturì un ampio dibattito sul piano politico, religioso e sociale di cui il presente saggio cerca di fornire una prima ricostruzione.
2018
9788899443573
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/405027
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