La figura di Federico II, al di là di letture troppo mitizzanti, si staglia nel panorama del suo tempo (la prima metà del XIII secolo) con gli attributi propri dell’imperatore e dell’uomo medievale. Tuttavia, è innegabile che il sovrano svevo, plasmando una innovativa costruzione politica (un’opera d’arte, secondo la definizione di Jacob Burckhardt), finì per assumere caratteristiche così liminari, che ci consentono di riconoscere in lui, immutator saeculi, un antesignano della modernità. Si rende così evidente quella capacità demiurgica, sintesi di calcolo e artificio, ma, anche, di genio e sregolatezza, in forza della quale Federico fu, di volta in volta, riconosciuto sol invictus e rex pestilentiae, cooperator Dei e preambulum Antichristi, lex animata e filius iniquitatis. Se sull’uomo e sul mito che da secoli l’accompagna ben difficilmente si può avere la pretesa di dire cose del tutto nuove, innovativa può essere considerata, invece, la prospettiva d’indagine – simbolico-politica – di questo libro, al cui vaglio saranno passati istituti giuridici e monumenti normativi (la defensa e le Constitutiones Melphitanae), prodotti del genio creativo e controverse dottrine filosofiche (l’augustale e l’averroismo politico). Particolarissimi oggetti di studio, tutti gravidi di pathos simbolico, che saranno indagati nel contesto di quell’affascinante età di transizione che implicherà la rapida trasformazione delle istituzioni politiche europee.
Il sovrano demiurgo. Federico II di Svevia, ideologia e simbolica del potere
Cesaro, Antimo
2018
Abstract
La figura di Federico II, al di là di letture troppo mitizzanti, si staglia nel panorama del suo tempo (la prima metà del XIII secolo) con gli attributi propri dell’imperatore e dell’uomo medievale. Tuttavia, è innegabile che il sovrano svevo, plasmando una innovativa costruzione politica (un’opera d’arte, secondo la definizione di Jacob Burckhardt), finì per assumere caratteristiche così liminari, che ci consentono di riconoscere in lui, immutator saeculi, un antesignano della modernità. Si rende così evidente quella capacità demiurgica, sintesi di calcolo e artificio, ma, anche, di genio e sregolatezza, in forza della quale Federico fu, di volta in volta, riconosciuto sol invictus e rex pestilentiae, cooperator Dei e preambulum Antichristi, lex animata e filius iniquitatis. Se sull’uomo e sul mito che da secoli l’accompagna ben difficilmente si può avere la pretesa di dire cose del tutto nuove, innovativa può essere considerata, invece, la prospettiva d’indagine – simbolico-politica – di questo libro, al cui vaglio saranno passati istituti giuridici e monumenti normativi (la defensa e le Constitutiones Melphitanae), prodotti del genio creativo e controverse dottrine filosofiche (l’augustale e l’averroismo politico). Particolarissimi oggetti di studio, tutti gravidi di pathos simbolico, che saranno indagati nel contesto di quell’affascinante età di transizione che implicherà la rapida trasformazione delle istituzioni politiche europee.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.