Sviluppato in forma multidisciplinare e basato sulla condivisione teorica che la rappresentazione della realtà non è copia di un originale ma costruzione simbolica di una realtà autonoma, questo contributo riflette sul ruolo dell’impronta grafica della street art o urban art in rapporto all’architettura. In relazione all’influenza che il disegno e i metodi di rappresentazione possono avere sulla genesi del progetto architettonico, si pone qui in evidenza come questa forma di arte contemporanea stia diventando tramite di un’azione di rigenerazione urbana (fisica, sociale, economica) in periferie degradate attraverso l’evocazione grafica di un concetto di ‘bellezza’ atto a promuovere sviluppo locale e crescita culturale. Al contempo, la notevole dimensione fisica dell’opera artistica e il supporto su cui questa forma d’arte si esprime – muro e non foglio di carta o tela – richiamano l’attenzione sia sulle modalità di realizzazione del disegno, sia sulla possibilità che le caratteristiche spaziali del contesto architettonico e/o ambientale possano influire sul pensiero creativo. A questi quesiti si è risposto esaminando una periferia degradata a nord di Napoli, Scampia, indagandola attraverso sopralluoghi e intervistando gli street artists sulla possibilità che, tramite queste opere, disegno e periferia possano integrarsi in un ‘bene comune’.
Disegno e periferia come bene comune
ornella zerlenga
;fabiana forte;
2018
Abstract
Sviluppato in forma multidisciplinare e basato sulla condivisione teorica che la rappresentazione della realtà non è copia di un originale ma costruzione simbolica di una realtà autonoma, questo contributo riflette sul ruolo dell’impronta grafica della street art o urban art in rapporto all’architettura. In relazione all’influenza che il disegno e i metodi di rappresentazione possono avere sulla genesi del progetto architettonico, si pone qui in evidenza come questa forma di arte contemporanea stia diventando tramite di un’azione di rigenerazione urbana (fisica, sociale, economica) in periferie degradate attraverso l’evocazione grafica di un concetto di ‘bellezza’ atto a promuovere sviluppo locale e crescita culturale. Al contempo, la notevole dimensione fisica dell’opera artistica e il supporto su cui questa forma d’arte si esprime – muro e non foglio di carta o tela – richiamano l’attenzione sia sulle modalità di realizzazione del disegno, sia sulla possibilità che le caratteristiche spaziali del contesto architettonico e/o ambientale possano influire sul pensiero creativo. A questi quesiti si è risposto esaminando una periferia degradata a nord di Napoli, Scampia, indagandola attraverso sopralluoghi e intervistando gli street artists sulla possibilità che, tramite queste opere, disegno e periferia possano integrarsi in un ‘bene comune’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.