Monografia. Il libro fa riferimento a un lavoro di ricerca sull’interpretazione in chiave progettuale dei paesaggi condotto nel tempo tramite la letteratura disciplinare e interdisciplinare, l’indagine sul campo e le sperimentazioni progettuali. Prende forma nell’ambito del Padiglione Italiano della Biennale di Architettura di Venezia del 2010, ed è sviluppato, ampliato e interamente riscritto negli anni successivi. Pensato come ritratto in numeri dei paesaggi italiani, interpreta il paesaggio nella chiave della frantumazione. Intesi come moltitudinari, plurali, temporali, irregolari, peculiari, i paesaggi italiani sono fatti di grandi quantità in piccole dimensioni, sono modificati da molti diversi soggetti, da tempi non sempre coordinati, da regole spesso contraddittorie, e sono connotati da molte situazioni e località particolari. In questa chiave, i dati sono interpretati come indizi di trasformazioni; disaggregati e ricomposti in scenari, forniscono sfondi, indirizzi e materiali a un progetto di architettura, città e paesaggio impegnato in un confronto serrato con la realtà ///// Dalla grande quantità di cemento consumato al gran numero di cave; dall'enormità di suolo urbanizzato alle poche grandi città, ai molti piccoli comuni; dall'abbondanza di case costruite, case abusive e seconde case alla carenza di case popolari; dalla quantità di strade e ferrovie ai loro tratti in concessione e in dismissione, dal grosso numero di porti e aeroporti alla loro piccola dimensione; dall'entità di lavori e investimenti per opere pubbliche e grandi opere al numero di opere interrotte; dalla numerosità di edifici e infrastrutture in disuso, di paesi in abbandono, di capannoni, industrie e caserme vuoti alla diffusione di iniziative di riuso e riappropriazione; dall'aumento delle imprese produttive alla loro frammentazione e dalla diminuzione delle aziende agricole alla loro ricomposizione; all'aumento di boschi e deserti, di bacini e di bacini artificiali, di terre in assestamento e di coste in erosione; alle grandi quantità di territori, edifici e popolazioni a rischio idrogeologico e sismico, di disastri e ricostruzioni; di luoghi turistici, di paesaggi e beni protetti; di vincoli, leggi, regole e di deroghe ed eccezioni; di architetti, alcune quantità stanno facendo la qualità dei paesaggi italiani. Quantità di materiali, soggetti, tempi, norme e usi, di progetti, politiche e pratiche compongono il ritratto di un Paese in trasformazione e in movimento, di un paesaggio frammentato e plurale, dove la moltitudine assume un rilievo speciale. Sono quantità variabili, che richiederebbero un bollettino quotidiano. Ma indicano alcune delle direzioni verso le quali si muovono i paesaggi italiani. ///// Ricerca avviata, in qualità di co-curatrice del Padiglione Italiano alla XII Biennale di Architettura di Venezia, nell'ambito della curatela della sezione "Rumore di Fondo" della mostra "Ailati. Riflessi dal futuro".

Paesaggi frantumati. Atlante d'Italia in numeri

Fabrizia Ippolito
2019

Abstract

Monografia. Il libro fa riferimento a un lavoro di ricerca sull’interpretazione in chiave progettuale dei paesaggi condotto nel tempo tramite la letteratura disciplinare e interdisciplinare, l’indagine sul campo e le sperimentazioni progettuali. Prende forma nell’ambito del Padiglione Italiano della Biennale di Architettura di Venezia del 2010, ed è sviluppato, ampliato e interamente riscritto negli anni successivi. Pensato come ritratto in numeri dei paesaggi italiani, interpreta il paesaggio nella chiave della frantumazione. Intesi come moltitudinari, plurali, temporali, irregolari, peculiari, i paesaggi italiani sono fatti di grandi quantità in piccole dimensioni, sono modificati da molti diversi soggetti, da tempi non sempre coordinati, da regole spesso contraddittorie, e sono connotati da molte situazioni e località particolari. In questa chiave, i dati sono interpretati come indizi di trasformazioni; disaggregati e ricomposti in scenari, forniscono sfondi, indirizzi e materiali a un progetto di architettura, città e paesaggio impegnato in un confronto serrato con la realtà ///// Dalla grande quantità di cemento consumato al gran numero di cave; dall'enormità di suolo urbanizzato alle poche grandi città, ai molti piccoli comuni; dall'abbondanza di case costruite, case abusive e seconde case alla carenza di case popolari; dalla quantità di strade e ferrovie ai loro tratti in concessione e in dismissione, dal grosso numero di porti e aeroporti alla loro piccola dimensione; dall'entità di lavori e investimenti per opere pubbliche e grandi opere al numero di opere interrotte; dalla numerosità di edifici e infrastrutture in disuso, di paesi in abbandono, di capannoni, industrie e caserme vuoti alla diffusione di iniziative di riuso e riappropriazione; dall'aumento delle imprese produttive alla loro frammentazione e dalla diminuzione delle aziende agricole alla loro ricomposizione; all'aumento di boschi e deserti, di bacini e di bacini artificiali, di terre in assestamento e di coste in erosione; alle grandi quantità di territori, edifici e popolazioni a rischio idrogeologico e sismico, di disastri e ricostruzioni; di luoghi turistici, di paesaggi e beni protetti; di vincoli, leggi, regole e di deroghe ed eccezioni; di architetti, alcune quantità stanno facendo la qualità dei paesaggi italiani. Quantità di materiali, soggetti, tempi, norme e usi, di progetti, politiche e pratiche compongono il ritratto di un Paese in trasformazione e in movimento, di un paesaggio frammentato e plurale, dove la moltitudine assume un rilievo speciale. Sono quantità variabili, che richiederebbero un bollettino quotidiano. Ma indicano alcune delle direzioni verso le quali si muovono i paesaggi italiani. ///// Ricerca avviata, in qualità di co-curatrice del Padiglione Italiano alla XII Biennale di Architettura di Venezia, nell'ambito della curatela della sezione "Rumore di Fondo" della mostra "Ailati. Riflessi dal futuro".
2019
978-88-572-1911-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/386390
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