Poco meno di quarant’anni fa, ai primordi della grafica digitale,nel primo capitolo di un libro dedicato al disegno applicato alle arti grafiche l’autore faceva il punto della situazione sull’identità professionale del grafico, evidenziando come quest’ultimo, al pari di pittori e architetti, facesse uso di leggi compositive nella disposizione di caratteri e figure. Non a caso, l’autore precisava il ricorso sempre più frequente alla locuzione di progettista grafico quale traduzione dalla lingua inglese di graphic designer, introdotta «per allontanare il troppo vago termine di “disegnatore” che, oltretutto, non chiarisce se indica momenti d’ideazione progettuale, cioè attività creativa, o momenti di semplici applicazioni pratiche, cioè mera azione meccanica. Il dualismo dei verbi inglesi to design, disegno-creazione, e to draw, disegno-esecuzione, pone in chiaro, per tale lingua, le differenti accezioni, lasciando invece a noi la ricerca di una terminologia soddisfacente» (A. Grütter, 1979). In sintesi, la cultura grafica del momento rivendicava la personalità del progettista grafico come altra da quella di semplice esecutore del disegno, attribuendole valore progettuale. Oggi, Giuseppina Russo, giovanissima graphic designer, attualizza e rilancia questa riflessione, e lo fa con la forza critica del disegno che, da sempre, ha contribuito allo sviluppo delle idee prim’ancora di darne forma nella veste esecutiva!
Graphic Design Syndrome
Ornella Zerlenga
Supervision
2017
Abstract
Poco meno di quarant’anni fa, ai primordi della grafica digitale,nel primo capitolo di un libro dedicato al disegno applicato alle arti grafiche l’autore faceva il punto della situazione sull’identità professionale del grafico, evidenziando come quest’ultimo, al pari di pittori e architetti, facesse uso di leggi compositive nella disposizione di caratteri e figure. Non a caso, l’autore precisava il ricorso sempre più frequente alla locuzione di progettista grafico quale traduzione dalla lingua inglese di graphic designer, introdotta «per allontanare il troppo vago termine di “disegnatore” che, oltretutto, non chiarisce se indica momenti d’ideazione progettuale, cioè attività creativa, o momenti di semplici applicazioni pratiche, cioè mera azione meccanica. Il dualismo dei verbi inglesi to design, disegno-creazione, e to draw, disegno-esecuzione, pone in chiaro, per tale lingua, le differenti accezioni, lasciando invece a noi la ricerca di una terminologia soddisfacente» (A. Grütter, 1979). In sintesi, la cultura grafica del momento rivendicava la personalità del progettista grafico come altra da quella di semplice esecutore del disegno, attribuendole valore progettuale. Oggi, Giuseppina Russo, giovanissima graphic designer, attualizza e rilancia questa riflessione, e lo fa con la forza critica del disegno che, da sempre, ha contribuito allo sviluppo delle idee prim’ancora di darne forma nella veste esecutiva!I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.