La rivista, poco esplorata, che segue a “L’albergo in Italia” pubblicata tra il 1925 e il 1943, segnala nel dopoguerra gli “obiettivi e gli aspetti della propaganda turistica”, com’è intitolato un articolo del 1953, rivolto agli addetti al settore, operatori e professionisti, ma utile anche ai viaggiatori, poiché oltre a evidenziare i progressi nel campo costruttivo, fornisce il punto tanto sullo stato del recupero del patrimonio alberghiero danneggiato quanto sulla realizzazione delle nuove strutture negli anni del boom. Uno sguardo insolito dunque, antesignano delle attuali riviste specializzate – basti citare “Dove” o “Travel” – che nel campo dell’editoria affiancano le guide, proponendo itinerari inconsueti, ma anche suggerendo consigli con la prerogativa dell’aggiornamento. Sfogliando le pagine del mensile, attraverso gli articoli riccamente illustrati da immagini fotografiche e disegni di progetto, che alternano raccomandazioni pratiche, osservazioni e statistiche, oltre naturalmente a comunicare con approfondite notizie la ristrutturazione o l’apertura di grandi alberghi, è possibile ricostruire la geografia turistica nelle città italiane, spesso anche attraverso il confronto con quanto accade in Europa e negli Stati Uniti. Le origini della propaganda turistica, in definitiva, emergono dalla «spontanea, ma efficace azione di chi, rientrando da un viaggio o da un soggiorno di villeggiatura, riferisce, nell’ambito delle sue conoscenza, le proprie impressioni sul trattamento avuto, sulle belle cose viste […] in altre parole, nella soddisfazione dei viaggiatori manifestata nei modi più vari». Le problematiche del turismo sono pertanto affrontate nella rivista ad ampio raggio, a partire dall’edificio alberghiero fino all’organizzazione e al coordinamento delle attrezzature urbane necessarie ai 500 comuni che, alla metà degli anni Cinquanta, figurano segnalati per il loro “interesse turistico”, stimolando e favorendo la costruzione degli stereotipi dell’immaginario collettivo.

La rivista “Turismo e alberghi” (1947-1956) del Touring Club: un moderno approccio di studio e propaganda di viaggio

DE FALCO, Carolina
2017

Abstract

La rivista, poco esplorata, che segue a “L’albergo in Italia” pubblicata tra il 1925 e il 1943, segnala nel dopoguerra gli “obiettivi e gli aspetti della propaganda turistica”, com’è intitolato un articolo del 1953, rivolto agli addetti al settore, operatori e professionisti, ma utile anche ai viaggiatori, poiché oltre a evidenziare i progressi nel campo costruttivo, fornisce il punto tanto sullo stato del recupero del patrimonio alberghiero danneggiato quanto sulla realizzazione delle nuove strutture negli anni del boom. Uno sguardo insolito dunque, antesignano delle attuali riviste specializzate – basti citare “Dove” o “Travel” – che nel campo dell’editoria affiancano le guide, proponendo itinerari inconsueti, ma anche suggerendo consigli con la prerogativa dell’aggiornamento. Sfogliando le pagine del mensile, attraverso gli articoli riccamente illustrati da immagini fotografiche e disegni di progetto, che alternano raccomandazioni pratiche, osservazioni e statistiche, oltre naturalmente a comunicare con approfondite notizie la ristrutturazione o l’apertura di grandi alberghi, è possibile ricostruire la geografia turistica nelle città italiane, spesso anche attraverso il confronto con quanto accade in Europa e negli Stati Uniti. Le origini della propaganda turistica, in definitiva, emergono dalla «spontanea, ma efficace azione di chi, rientrando da un viaggio o da un soggiorno di villeggiatura, riferisce, nell’ambito delle sue conoscenza, le proprie impressioni sul trattamento avuto, sulle belle cose viste […] in altre parole, nella soddisfazione dei viaggiatori manifestata nei modi più vari». Le problematiche del turismo sono pertanto affrontate nella rivista ad ampio raggio, a partire dall’edificio alberghiero fino all’organizzazione e al coordinamento delle attrezzature urbane necessarie ai 500 comuni che, alla metà degli anni Cinquanta, figurano segnalati per il loro “interesse turistico”, stimolando e favorendo la costruzione degli stereotipi dell’immaginario collettivo.
2017
978-88-99930-02-8
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