Fra i soggetti privilegiati della fotografia stereoscopica la realtà dei luoghi ha sollecitato la fantasia sia dei fotografi professionisti, che dei dilettanti, fra la fine dell’800 e i primi venti-trent’anni del ‘900. Il medicoPier Luigi Pretti, vissuto in quest’arco temporale fra Berlino, Napoli e i suoi viaggi nel mondo, non trascurò, nella multiformità dei suoi interessi, anche soggetti relativi a siti archeologici, monumenti e musei. A Pompei, in particolare, riservò un numero considerevole di lastre datate fra il 1900 e il 1907, testimonianza di uno sguardo intrigante e curioso, colto e spassionato allo stesso tempo, volto a cogliere il rapporto fra gli interni e gli esterni del sito, di cui si coglie sia l’aspetto documentario che quello umano e sociale. Messe a confronto con alcune lastre di opere presenti in musei archeologici a Napoli, Roma e Berlino, denotano la sua dimensione culturale a cavallo fra classicismo e verismo, in linea con i parametri coevi della cultura accademica mitteleuropea. Il testo è il risultato di una tappa intermedia dello studio analitico sulla vasta produzione del fotografo (in corso e ancora inedito nella sua completezza)
Pompei e l'antico nelle immagini stereoscopiche di Pier Luigi Pretti
SALVATORI, Gaia
2016
Abstract
Fra i soggetti privilegiati della fotografia stereoscopica la realtà dei luoghi ha sollecitato la fantasia sia dei fotografi professionisti, che dei dilettanti, fra la fine dell’800 e i primi venti-trent’anni del ‘900. Il medicoPier Luigi Pretti, vissuto in quest’arco temporale fra Berlino, Napoli e i suoi viaggi nel mondo, non trascurò, nella multiformità dei suoi interessi, anche soggetti relativi a siti archeologici, monumenti e musei. A Pompei, in particolare, riservò un numero considerevole di lastre datate fra il 1900 e il 1907, testimonianza di uno sguardo intrigante e curioso, colto e spassionato allo stesso tempo, volto a cogliere il rapporto fra gli interni e gli esterni del sito, di cui si coglie sia l’aspetto documentario che quello umano e sociale. Messe a confronto con alcune lastre di opere presenti in musei archeologici a Napoli, Roma e Berlino, denotano la sua dimensione culturale a cavallo fra classicismo e verismo, in linea con i parametri coevi della cultura accademica mitteleuropea. Il testo è il risultato di una tappa intermedia dello studio analitico sulla vasta produzione del fotografo (in corso e ancora inedito nella sua completezza)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.