All’indomani della guerra e durante la fase di modernizzazione del Paese, anche a Napoli, come a Roma e Milano, si affacciano e si consolidano nuove forme dell’abitare. Tra queste il condominio occupa un posto speciale, condensando istanze, esigenze e aspirazioni di una borghesia urbana in ascesa e alla ricerca di un’immagine adeguata al proprio ruolo sociale. Ingrosso ripercorre le vicende edilizie partenopee intrecciando la storia urbana e quella architettonica attraverso una narrazione avvincente che attinge per lo più ad archivi privati, arrivando a tratteggiare inediti e molteplici modelli di abitare della middle-class napoletana. Il laurismo e “le mani sulla città” vengono così rilette all’interno di una narrazione più complessa, in cui entrano in gioco fattori di “lunga durata” e di carattere nazionale. In questo panorama spiccano le opere di alcuni tra i protagonisti della scena architettonica di quel periodo: Michele Capobianco, Stefania Filo Speziale, Francesco Di Salvo, Renato Avolio De Martino, Carlo Cocchia, Giulio De Luca e altri. Il legame tra le loro architetture e la città è fatto di continui richiami alla storia e alla particolare orografia del luogo e che si esprime in dettagli e rimandi sottili alla tradizione, tracciando una sorta di via napoletana al razionalismo architettonico.

Condomini napoletani. “La città privata” tra ricostruzione e boom economico

INGROSSO, Chiara
2017

Abstract

All’indomani della guerra e durante la fase di modernizzazione del Paese, anche a Napoli, come a Roma e Milano, si affacciano e si consolidano nuove forme dell’abitare. Tra queste il condominio occupa un posto speciale, condensando istanze, esigenze e aspirazioni di una borghesia urbana in ascesa e alla ricerca di un’immagine adeguata al proprio ruolo sociale. Ingrosso ripercorre le vicende edilizie partenopee intrecciando la storia urbana e quella architettonica attraverso una narrazione avvincente che attinge per lo più ad archivi privati, arrivando a tratteggiare inediti e molteplici modelli di abitare della middle-class napoletana. Il laurismo e “le mani sulla città” vengono così rilette all’interno di una narrazione più complessa, in cui entrano in gioco fattori di “lunga durata” e di carattere nazionale. In questo panorama spiccano le opere di alcuni tra i protagonisti della scena architettonica di quel periodo: Michele Capobianco, Stefania Filo Speziale, Francesco Di Salvo, Renato Avolio De Martino, Carlo Cocchia, Giulio De Luca e altri. Il legame tra le loro architetture e la città è fatto di continui richiami alla storia e alla particolare orografia del luogo e che si esprime in dettagli e rimandi sottili alla tradizione, tracciando una sorta di via napoletana al razionalismo architettonico.
2017
9788862422239
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/371076
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