Il volume raccoglie 16 storie di malati raccolte dagli studenti di Medicina della Seconda Università di Napoli nell'ambito di un progetto di ricerca pedagogica intitolato 'La strategia del silenzio. Per una comunicazione felice tra medico e paziente.'. L'obiettivo del progetto era indurre gli studenti a riflettere sui valori che entrano in gioco nella relazione medico-paziente e favorire lo sviluppo autonomo di competenze relazionali attraverso le dinamiche della performazione teatrale. Le domande di partenza erano: In una scuola di Medicina si insegna ad ascoltare? Si insegna il 'silenzio' come circostanza necessaria dell'ascolto? Gli obiettivi generali erano: esercitare l'ascolto, esplorare lo spazio fisico della relazione, favorire la comunicazione non verbale, gestire il silenzio, raccontare le storie, costruire il simulacro dell'altro per entrare in rapporto empatico con lui, mantenendo la distanza necessaria a non farsi travolgere emotivamente e fisicamente. Lo strumento utilizzato era il laboratorio teatrale, fondato sull'improvvisazione, a partire da testi narrativi, ma senza la sicurezza di un copione da imparare, per favorire il pensiero creativo e costruire proprio un personale percorso di senso. Completano il volume due contributi dei curatori sul progetto pedagogico e sul rapporto far teatro e medicina.

Piccole storie di malati

GALLO, Ciro;
2016

Abstract

Il volume raccoglie 16 storie di malati raccolte dagli studenti di Medicina della Seconda Università di Napoli nell'ambito di un progetto di ricerca pedagogica intitolato 'La strategia del silenzio. Per una comunicazione felice tra medico e paziente.'. L'obiettivo del progetto era indurre gli studenti a riflettere sui valori che entrano in gioco nella relazione medico-paziente e favorire lo sviluppo autonomo di competenze relazionali attraverso le dinamiche della performazione teatrale. Le domande di partenza erano: In una scuola di Medicina si insegna ad ascoltare? Si insegna il 'silenzio' come circostanza necessaria dell'ascolto? Gli obiettivi generali erano: esercitare l'ascolto, esplorare lo spazio fisico della relazione, favorire la comunicazione non verbale, gestire il silenzio, raccontare le storie, costruire il simulacro dell'altro per entrare in rapporto empatico con lui, mantenendo la distanza necessaria a non farsi travolgere emotivamente e fisicamente. Lo strumento utilizzato era il laboratorio teatrale, fondato sull'improvvisazione, a partire da testi narrativi, ma senza la sicurezza di un copione da imparare, per favorire il pensiero creativo e costruire proprio un personale percorso di senso. Completano il volume due contributi dei curatori sul progetto pedagogico e sul rapporto far teatro e medicina.
2016
978-88-490-0551-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/368432
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