Cristallizzare il significato. La “camera di luce” come ‘immagine’ dell’invisibile

Among the specific themes of twentieth-century architecture, those of materials and modern technologies are certainly the salient result of the design commitment. New materials and new dynamics of realizations introduce capacities and formal and figural differences in the definition of spaces for the preparation of human life. One of the most significant places and which from the point of view of visuality is of greatest interest is that relating to the definition of sacred space. The space that, for Western man, is meant as an instrument of communication between generations for the fulfillment of one of the major and historical relational commitments, namely that of the encounter between communities and the shared experience of the spiritual. The relationship that modern technologies introduce into the religious space also allows the entry, in architecture, of a new material: light. The visual component of light appears as the experience of individuals who, through the design contribution of the masters of architecture, define new areas of spaces for communities. Le Corbusier in La Tourette, Perret in Le Raincy, Ponti in Bonmoschetto and Quaroni in La Martella represent new definitions of community environments for which light becomes an 'explicit matter' of the project.

Tra i temi specifici dell’architettura del Novecento certamente quelle dei materiali e delle moderne tecnologie costituisce il risultato saliente dell’impegno progettuale. Nuove materie e nuove dinamiche di realizzazioni introducono capacità e differenze formali e figurali nella definizione degli spazi per l’allestimento della vita dell’uomo. Uno dei luoghi più significativi e che dal punto di vista della visualità risulta di maggiore interesse è quello afferente alla definizione dello spazio sacro. Lo spazio che, per l’uomo occidentale, si intende come strumento di comunicazione tra generazioni per l’assolvimento di uno dei maggiori e storici impegni relazionali ossia quello dell’incontro tra le comunità e la condivisa esperienza dello spirituale. Il rapporto che le moderne tecnologie introducono nello spazio religioso permette anche l’ingresso, in architettura, di una nuova materia: la luce. La componente visuale della luce appare come esperienza dei singoli che attraverso l’apporto progettuale dei maestri di architettura definisce nuovi ambiti degli spazi per le comunità. Le Corbusier a La Tourette, Perret a Le Raincy, Ponti a Bonmoschetto e Quaroni a La Martella rappresentano nuove definizioni di ambienti comunitari per i quali la luce diventa ‘materia esplicita’ di progetto.