XVI Congresso Nazionale CIF Napoli 4-6 ottobre 2012-07-14 Free Papers del 5 ottobre: Presidenti: R.Pepe – A.M. Iannicelli. “La esposizione professionale alle Radiazioni Ottiche Artificiali” Bruno Cammarota - Napoli La normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nelle previsioni di cui al Titolo VIII ( Agenti Fisici) del D.Lgs n° 81/08 definisce l’obbligo a carico dei Datori di Lavoro della valutazione dei possibili rischi legati alla qualità dell’aria, al microclima, all’illuminazione dei luoghi di lavoro. Il Datore di lavoro ha altresì l’obbligo di promuovere la informazione e formazione dei lavoratori sui possibili effetti di detta esposizione lavorativa sulla salute e sul benessere in rapporto al lavoro. Il Capo V del D.Lgs 81/08: “ Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali”. Es particolar so prevede nell’art 213 le prescrizioni minime di tutela della salute e della sicurezza con e riguardo alla conservazione della integrità della cute e degli occhi. L’art 306, comma 3 ) ne ha previsto l’entrata in vigore dal 26 aprile 2010. Le radiazioni non ionizzanti (NIR) sono distinguibili in ottiche, suddivise nell’intervallo dell’ UV (λ=100–380nm); Vis. (λ=380–780 nm) e I.R. (λ=780 nm–1mm) compresa la variante Laser (amplificazione di luce per emissione stimolata di radiazione nell’intero spettro ottico) e non ottiche o campi elettromagnetici(CEM). Nella regione dell’UV, l’energia dei fotoni incidenti è paragonabile con quella di legame di molte strutture atomiche e molecolari biochimiche. Ciò può determinare produzione di perossido di idrogeno, alterazione delle pompe ioniche, legami di cross-link negli acidi nucleici, effetti disturbanti negli anelli aromatici dei coenzimi. Le radiazioni UV a più alta energia hanno minore penetranza cutanea e dunque minor effetti termici bensì netta prevalenza di effetti fotochimici, hanno effetto eritemigeno ed abbronzante con produzione di melanina ed ispessimento dell’epidermide. Fin dal 1992 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito le radiazioni UV fra gli agenti cancerogeni di classe 2A ossia fra quelli per cui è accertata la cancerogenicità su animali e, su base epidemiologica, quella umana. Gli effetti termici della esposizione a radiazioni IR che interessano soprattutto l’acqua contenuta nei tessuti organici, dipendono dalla intensità della radiazione incidente, dal tempo di esposizione, dal modo di trasferimento dell’energia e dai meccanismi omeotermici coinvolti. Se la modalità di trasferimento energetico è troppo intensa e non consente una tempestiva risposta di adattamento e dispersione termica, possono generarsi effetti fotomeccanici con formazione di onde d’urto in grado di distruggere per esplosione le strutture irradiate. Le misure di protezione indicano l’esigenza di ridurre la esposizione alla fonte, l’uso di schermi riflettenti, la protezione personale con abiti di cotone, grembiuli e guanti in alluminio, occhiali filtranti. Il Decreto Lgs 81/08 nell’art. 215,All.37° parte I definisce i valori limite di esposizione per le radiazioni Incoerenti, in argomento Il Decreto 81/08, nell’art. 214 comma e) per la misurazione o calcolo dei valori limite di esposizione al fine di proteggere i lavoratori dagli effetti nocivi riconosciuti per gli occhi e per la cute. Nel comma f) definisce la irradianza (E) o densità di potenza come : potenza radiante incidente per unità di area su una superficie espressa in watt su metro quadro ( W m-2 ); nel comma g) la esposizione radiante (H) : integrale nel tempo dell’irradianza espresso in Joule su metro quadro ( J m-2 ) ; nel comma h), la radianza (L) : il flusso radiante o potenza per unità di angolo solido e per unità di superficie ( espressa in W m-2 sr -1), nel comma i) il livello, come combinazione di irradianza, esposizione radiante e radianza alle quali è esposto un lavoratore. La adozione delle misure indicate consente un efficace controllo della probabilità di accadimento degli eventi traumatici (infortuni) e della insorgenza di patologie professionali a carico della cute e degli occhi, nelle attività lavorative che espongono a ROA.

La esposizione professionale alle radiazioni ottiche artificiali

CAMMAROTA, Bruno
2012

Abstract

XVI Congresso Nazionale CIF Napoli 4-6 ottobre 2012-07-14 Free Papers del 5 ottobre: Presidenti: R.Pepe – A.M. Iannicelli. “La esposizione professionale alle Radiazioni Ottiche Artificiali” Bruno Cammarota - Napoli La normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nelle previsioni di cui al Titolo VIII ( Agenti Fisici) del D.Lgs n° 81/08 definisce l’obbligo a carico dei Datori di Lavoro della valutazione dei possibili rischi legati alla qualità dell’aria, al microclima, all’illuminazione dei luoghi di lavoro. Il Datore di lavoro ha altresì l’obbligo di promuovere la informazione e formazione dei lavoratori sui possibili effetti di detta esposizione lavorativa sulla salute e sul benessere in rapporto al lavoro. Il Capo V del D.Lgs 81/08: “ Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali”. Es particolar so prevede nell’art 213 le prescrizioni minime di tutela della salute e della sicurezza con e riguardo alla conservazione della integrità della cute e degli occhi. L’art 306, comma 3 ) ne ha previsto l’entrata in vigore dal 26 aprile 2010. Le radiazioni non ionizzanti (NIR) sono distinguibili in ottiche, suddivise nell’intervallo dell’ UV (λ=100–380nm); Vis. (λ=380–780 nm) e I.R. (λ=780 nm–1mm) compresa la variante Laser (amplificazione di luce per emissione stimolata di radiazione nell’intero spettro ottico) e non ottiche o campi elettromagnetici(CEM). Nella regione dell’UV, l’energia dei fotoni incidenti è paragonabile con quella di legame di molte strutture atomiche e molecolari biochimiche. Ciò può determinare produzione di perossido di idrogeno, alterazione delle pompe ioniche, legami di cross-link negli acidi nucleici, effetti disturbanti negli anelli aromatici dei coenzimi. Le radiazioni UV a più alta energia hanno minore penetranza cutanea e dunque minor effetti termici bensì netta prevalenza di effetti fotochimici, hanno effetto eritemigeno ed abbronzante con produzione di melanina ed ispessimento dell’epidermide. Fin dal 1992 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito le radiazioni UV fra gli agenti cancerogeni di classe 2A ossia fra quelli per cui è accertata la cancerogenicità su animali e, su base epidemiologica, quella umana. Gli effetti termici della esposizione a radiazioni IR che interessano soprattutto l’acqua contenuta nei tessuti organici, dipendono dalla intensità della radiazione incidente, dal tempo di esposizione, dal modo di trasferimento dell’energia e dai meccanismi omeotermici coinvolti. Se la modalità di trasferimento energetico è troppo intensa e non consente una tempestiva risposta di adattamento e dispersione termica, possono generarsi effetti fotomeccanici con formazione di onde d’urto in grado di distruggere per esplosione le strutture irradiate. Le misure di protezione indicano l’esigenza di ridurre la esposizione alla fonte, l’uso di schermi riflettenti, la protezione personale con abiti di cotone, grembiuli e guanti in alluminio, occhiali filtranti. Il Decreto Lgs 81/08 nell’art. 215,All.37° parte I definisce i valori limite di esposizione per le radiazioni Incoerenti, in argomento Il Decreto 81/08, nell’art. 214 comma e) per la misurazione o calcolo dei valori limite di esposizione al fine di proteggere i lavoratori dagli effetti nocivi riconosciuti per gli occhi e per la cute. Nel comma f) definisce la irradianza (E) o densità di potenza come : potenza radiante incidente per unità di area su una superficie espressa in watt su metro quadro ( W m-2 ); nel comma g) la esposizione radiante (H) : integrale nel tempo dell’irradianza espresso in Joule su metro quadro ( J m-2 ) ; nel comma h), la radianza (L) : il flusso radiante o potenza per unità di angolo solido e per unità di superficie ( espressa in W m-2 sr -1), nel comma i) il livello, come combinazione di irradianza, esposizione radiante e radianza alle quali è esposto un lavoratore. La adozione delle misure indicate consente un efficace controllo della probabilità di accadimento degli eventi traumatici (infortuni) e della insorgenza di patologie professionali a carico della cute e degli occhi, nelle attività lavorative che espongono a ROA.
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