XVI Congresso CIF Napoli 4-6 ottobre 2012-07-14 Tavola rotonda del 6 ottobre: “Clinical governance dell’ambulatorio flebologico” – Presidenti: Maria Triassi –Antonello Peluso. Bruno Cammarota - Napoli. Requisiti ambientali, tecnologici, organizzativi. Il DPR 37 del 14 11/97 detta i requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi, (per la prima volta unificati), per lo svolgimento delle attività sanitarie da parte delle strutture Pubbliche e private nel nostro Paese. Alle Regioni il compito di legiferare e definire criteri e modalità di accreditamento delle strutture, realizzando la loro omogeneità tecnica e funzionale in ambito nazionale. Cresce la consapevolezza del rischio lavorativo, anche elevato, di tipo chimico, fisico, biologico, psicologico, in grado di indurre negli operatori infortuni e malattie professionali, condizioni di disagio e stress, ridotta motivazione al lavoro, elevati costi sociali ed economici, diminutio della performance professionale. Si introduce la pratica della qualità come elemento strategico per la individuazione di errori, problemi e criticità nella gestione del paziente, degli impianti ed apparecchiature, nella protezione dai grandi rischi e dai rischi lavorativi, in attuazione di leggi nazionali e Regionali, di norme tecniche UNI EN ISO, riguardanti la protezione antisismica, antincendio, acustica, elettrica, l’antinfortunistica, l’igiene dei luoghi di lavoro, la protezione dalle radiazioni ionizzanti, l’abbattimento delle barriere architettoniche, lo smaltimento razionale dei rifiuti, il microclima, la qualità dell’aria, gli impianti di distribuzione gas, la valutazione della esposizione professionale ai gas anestetici. Cresce l’attenzione verso le infezioni ospedaliere (I.O.) causate da microrganismi opportunistici o patogeni presenti in ambiente ospedaliero in soggetti immunodepressi e non, in lavoratori esposti a livelli di rischio elevati. Le (I-O.) possono essere ridotte del 30 - 44% secondo le esperienza americana del NNIS (National Nosocomial Infection Surveillance 1990/2000). Uno dei modi efficaci per il loro controllo riguarda certamente l’adeguamento dei requisiti tecnologici degli ambienti operatori e critici assistenziali, dalla sala operatoria al day surgery, agli ambulatori chirurgici con particolare riguardo al quello fleblogico per la sua invasività nell’interno del corpo umano pur attraverso tecniche a bassa lesività chirurgica. Il DPR 37/97 definisce un limite di 9 mq/posto letto, un limite numerico di 4 p.l. per locale di degenza, almeno un servizio igienico ogni 4 pl., almeno il 10% di posti letto per ricoveri singoli. Nei complessi operatori l’impianto di climatizzazione dovrà garantire una temperatura dell’aria ambiente nell’intervallo di 20-24 °C, con una umidità relativa del 40 – 60%, dovrà essere garantito un numero minimo di volumi ora di rinnovo dell’aria ambiente pari a 15 e senza alcun ricircolo dell’aria esausta (correntemente recuperata in quota per esigenze di risparmio energetico). L’aria di rinnovo dovrà essere filtrata con filtri HEPA, classe ≥ H12 efficienza del 99,97%, testati con particelle di prova di diametro pari a 0,3 μm.. Anche la carica microbica totale all’immissione dovrà risultare <1UFC. Negli impianti di condizionamento a flusso turbolento potrà essere consigliato ottenere un numero minimo15 ricambi ora per aspirazione con un numero minimo di volumi ora di rinnovo maggiore del 20-25 % , tali da indurre nel locale di s.o. una pressione positiva verso i locali di servizio di almeno 5 Pa. Per attività di chirurgia generale è generalmente indicata una classe di pulizia dell’aria ISO 7 (Norma UNI EN ISO 14.644 del maggio 2001), limite di inquinamento da particelle aerodisperse di 352.000 (d) da 0,5 μm/m3; 83.200 da 1 μm/m3 ; 2.930 da 5 μm/m3. Per interventi “puliti”di ortopedia, trapianti, cardiochirurgia, chirurgia vascolare è generalmente indicata una classe di pulizia dell’aria ISO 5 con limite di inquinamento da particelle aerodisperse di 100.000 (d) da 0,1μm/m3 ; 23.700 da 0,2 μm/m3 ; 3.520 da 0,5 μm/m3; 832 da 1 μm/m3 ; 29 da 5 μm/m3. La ridotta lesività chirurgica dell’ambulatorio flebolgico non va confusa con la persistente invasività del tipo di chirurgia. Vi andranno necessariamente garantiti gli essenziali requisiti ambientali tecnologici ed organizzativi.

Requisiti ambientali, tecnologici ed organizzativi nell'ambulatorio flebologico

CAMMAROTA, Bruno
2012

Abstract

XVI Congresso CIF Napoli 4-6 ottobre 2012-07-14 Tavola rotonda del 6 ottobre: “Clinical governance dell’ambulatorio flebologico” – Presidenti: Maria Triassi –Antonello Peluso. Bruno Cammarota - Napoli. Requisiti ambientali, tecnologici, organizzativi. Il DPR 37 del 14 11/97 detta i requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi, (per la prima volta unificati), per lo svolgimento delle attività sanitarie da parte delle strutture Pubbliche e private nel nostro Paese. Alle Regioni il compito di legiferare e definire criteri e modalità di accreditamento delle strutture, realizzando la loro omogeneità tecnica e funzionale in ambito nazionale. Cresce la consapevolezza del rischio lavorativo, anche elevato, di tipo chimico, fisico, biologico, psicologico, in grado di indurre negli operatori infortuni e malattie professionali, condizioni di disagio e stress, ridotta motivazione al lavoro, elevati costi sociali ed economici, diminutio della performance professionale. Si introduce la pratica della qualità come elemento strategico per la individuazione di errori, problemi e criticità nella gestione del paziente, degli impianti ed apparecchiature, nella protezione dai grandi rischi e dai rischi lavorativi, in attuazione di leggi nazionali e Regionali, di norme tecniche UNI EN ISO, riguardanti la protezione antisismica, antincendio, acustica, elettrica, l’antinfortunistica, l’igiene dei luoghi di lavoro, la protezione dalle radiazioni ionizzanti, l’abbattimento delle barriere architettoniche, lo smaltimento razionale dei rifiuti, il microclima, la qualità dell’aria, gli impianti di distribuzione gas, la valutazione della esposizione professionale ai gas anestetici. Cresce l’attenzione verso le infezioni ospedaliere (I.O.) causate da microrganismi opportunistici o patogeni presenti in ambiente ospedaliero in soggetti immunodepressi e non, in lavoratori esposti a livelli di rischio elevati. Le (I-O.) possono essere ridotte del 30 - 44% secondo le esperienza americana del NNIS (National Nosocomial Infection Surveillance 1990/2000). Uno dei modi efficaci per il loro controllo riguarda certamente l’adeguamento dei requisiti tecnologici degli ambienti operatori e critici assistenziali, dalla sala operatoria al day surgery, agli ambulatori chirurgici con particolare riguardo al quello fleblogico per la sua invasività nell’interno del corpo umano pur attraverso tecniche a bassa lesività chirurgica. Il DPR 37/97 definisce un limite di 9 mq/posto letto, un limite numerico di 4 p.l. per locale di degenza, almeno un servizio igienico ogni 4 pl., almeno il 10% di posti letto per ricoveri singoli. Nei complessi operatori l’impianto di climatizzazione dovrà garantire una temperatura dell’aria ambiente nell’intervallo di 20-24 °C, con una umidità relativa del 40 – 60%, dovrà essere garantito un numero minimo di volumi ora di rinnovo dell’aria ambiente pari a 15 e senza alcun ricircolo dell’aria esausta (correntemente recuperata in quota per esigenze di risparmio energetico). L’aria di rinnovo dovrà essere filtrata con filtri HEPA, classe ≥ H12 efficienza del 99,97%, testati con particelle di prova di diametro pari a 0,3 μm.. Anche la carica microbica totale all’immissione dovrà risultare <1UFC. Negli impianti di condizionamento a flusso turbolento potrà essere consigliato ottenere un numero minimo15 ricambi ora per aspirazione con un numero minimo di volumi ora di rinnovo maggiore del 20-25 % , tali da indurre nel locale di s.o. una pressione positiva verso i locali di servizio di almeno 5 Pa. Per attività di chirurgia generale è generalmente indicata una classe di pulizia dell’aria ISO 7 (Norma UNI EN ISO 14.644 del maggio 2001), limite di inquinamento da particelle aerodisperse di 352.000 (d) da 0,5 μm/m3; 83.200 da 1 μm/m3 ; 2.930 da 5 μm/m3. Per interventi “puliti”di ortopedia, trapianti, cardiochirurgia, chirurgia vascolare è generalmente indicata una classe di pulizia dell’aria ISO 5 con limite di inquinamento da particelle aerodisperse di 100.000 (d) da 0,1μm/m3 ; 23.700 da 0,2 μm/m3 ; 3.520 da 0,5 μm/m3; 832 da 1 μm/m3 ; 29 da 5 μm/m3. La ridotta lesività chirurgica dell’ambulatorio flebolgico non va confusa con la persistente invasività del tipo di chirurgia. Vi andranno necessariamente garantiti gli essenziali requisiti ambientali tecnologici ed organizzativi.
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