"E1 = BIODIVERSITA’ DEL SUSINO CAMPANO: DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO IN NUTRIENTI. . S. PAPA, G. BARTOLI, T. LECCE, A. FIORETTO. . Dipartimento di Scienze della Vita, Seconda Università degli Studi di Napoli, Via Vivaldi 43, 81100 Caserta. stefania.papa@unina2.it. . La biodiversità agricola è determinata dalla presenza di un notevole numero di piante coltivate ma anche dalla diversità genetica all’interno di ciascuna specie. Il lavoro degli agricoltori nel passato ha modellato la diversità agricola, che giunta fino a noi, ha rappresentato la materia prima per il miglioramento genetico delle piante agrarie dei nostri giorni. Tuttavia, nei paesi industrializzati le pratiche agricole in uso stanno progressivamente riducendo il numero di specie coltivate e la variabilità all’interno della stessa specie. Da questa consapevolezza scaturisce la direttiva della UE 98\/95 che vede nelle “varietà da conservazione” lo strumento per arginare l’erosione genetica delle stesse varietà. Nell’ambito del progetto “Network per la Salvaguardia e la Gestione delle Risorse Genetiche Agro-Alimentari” (AGRIGENET), finanziato dalla Regione Campania e che prevede la realizzazione di una rete di ricerca per la salvaguardia e la gestione delle risorse genetiche vegetali campane, l’obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare le concentrazioni dei principali elementi nutritivi in 18 accessioni di susino tutte provenienti dal campo di collezione ex “IMPROSTA” della Regione Campania. Ciò perché: a) rappresentando le piante il primo anello della catena trofica, è essenziale che esse contengano adeguate concentrazioni di questi elementi affinché gli organismi che se ne nutrono possano ricavarne un giusto apporto nutritivo (Khan et al., 2008); b) varietà locali, meno note e spesso dimenticate ma, al contrario, spesso ben adattate alle condizioni locali e capaci di resistere o tollerare le malattie tipiche di una coltura, possono essere più ricche, da un punto di vista nutrizionale, di quelle comunemente presenti in commercio. I risultati hanno evidenziato che: 1) le concentrazioni di Na , K e Mg sono risultate significativamente più basse negli ecotipi Santa Maria, Santa Paola, Scarrafona e Ugliese, oltre che in Fiocco Bianco per il Na e in Pezza Rossa e San Rafele per il K; 2) per il Ca le concentrazioni più elevate si osservano Genova Giallo Verde e Fele; 3) per il P, invece, le concentrazioni più elevate si osservano in Del Carmine; 4) mentre per il Fe e lo Zn le concentrazioni più basse si osservano in Pezza rossa, Riardo, Pappacona e San Rafele e Santa Paola, Sila e Botta a Muro Bianca, rispettivamente; 5) le concentrazioni di Se, invece, sono risultate, in tutti gli ecotipi, al di sotto del limite di risoluzione del saggio. La comparazione dei dati con quelli riportati dalla Banca Dati di composizione degli alimenti per Studi Epidemiologici in Italia (Salvini et al., 2008) ha evidenziato in generale contenuti di K, P, Zn e Ca superiori per la maggior parte degli ecotipi. . . Ringraziamenti: Il lavoro è parte del progetto Agrigenet finanziato dalla Regione Campania, decreto n° 147 del 14.05.2010, "PSR 2007\/13, misura 214, azione f2.. . Khan, S., Cao, Q., Zheng, Y.M., Huang, Y.Z., Zhu, Y.G., 2008. Health risk of heavy metals in contaminated soils and food crops irrigated with waste water in Beijing, China. Environmental Pollution 152 (3): 686–692.. Salvini S, Gnagnarella P, Parpinel M, Boyle P, Decarli A, Ferraroni M, Giacosa A, La Vecchia C, Negri E, Franceschi S., 2008. The Food Composition Database for an Italian Food Frequency Questionnaire. J. Food Comp. Anal. 9(1): 57-71.. "

Biodiversità del susino campano: determinazioni del contenuto in nutrienti

PAPA, Stefania;FIORETTO, Antonietta
2012

Abstract

"E1 = BIODIVERSITA’ DEL SUSINO CAMPANO: DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO IN NUTRIENTI. . S. PAPA, G. BARTOLI, T. LECCE, A. FIORETTO. . Dipartimento di Scienze della Vita, Seconda Università degli Studi di Napoli, Via Vivaldi 43, 81100 Caserta. stefania.papa@unina2.it. . La biodiversità agricola è determinata dalla presenza di un notevole numero di piante coltivate ma anche dalla diversità genetica all’interno di ciascuna specie. Il lavoro degli agricoltori nel passato ha modellato la diversità agricola, che giunta fino a noi, ha rappresentato la materia prima per il miglioramento genetico delle piante agrarie dei nostri giorni. Tuttavia, nei paesi industrializzati le pratiche agricole in uso stanno progressivamente riducendo il numero di specie coltivate e la variabilità all’interno della stessa specie. Da questa consapevolezza scaturisce la direttiva della UE 98\/95 che vede nelle “varietà da conservazione” lo strumento per arginare l’erosione genetica delle stesse varietà. Nell’ambito del progetto “Network per la Salvaguardia e la Gestione delle Risorse Genetiche Agro-Alimentari” (AGRIGENET), finanziato dalla Regione Campania e che prevede la realizzazione di una rete di ricerca per la salvaguardia e la gestione delle risorse genetiche vegetali campane, l’obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare le concentrazioni dei principali elementi nutritivi in 18 accessioni di susino tutte provenienti dal campo di collezione ex “IMPROSTA” della Regione Campania. Ciò perché: a) rappresentando le piante il primo anello della catena trofica, è essenziale che esse contengano adeguate concentrazioni di questi elementi affinché gli organismi che se ne nutrono possano ricavarne un giusto apporto nutritivo (Khan et al., 2008); b) varietà locali, meno note e spesso dimenticate ma, al contrario, spesso ben adattate alle condizioni locali e capaci di resistere o tollerare le malattie tipiche di una coltura, possono essere più ricche, da un punto di vista nutrizionale, di quelle comunemente presenti in commercio. I risultati hanno evidenziato che: 1) le concentrazioni di Na , K e Mg sono risultate significativamente più basse negli ecotipi Santa Maria, Santa Paola, Scarrafona e Ugliese, oltre che in Fiocco Bianco per il Na e in Pezza Rossa e San Rafele per il K; 2) per il Ca le concentrazioni più elevate si osservano Genova Giallo Verde e Fele; 3) per il P, invece, le concentrazioni più elevate si osservano in Del Carmine; 4) mentre per il Fe e lo Zn le concentrazioni più basse si osservano in Pezza rossa, Riardo, Pappacona e San Rafele e Santa Paola, Sila e Botta a Muro Bianca, rispettivamente; 5) le concentrazioni di Se, invece, sono risultate, in tutti gli ecotipi, al di sotto del limite di risoluzione del saggio. La comparazione dei dati con quelli riportati dalla Banca Dati di composizione degli alimenti per Studi Epidemiologici in Italia (Salvini et al., 2008) ha evidenziato in generale contenuti di K, P, Zn e Ca superiori per la maggior parte degli ecotipi. . . Ringraziamenti: Il lavoro è parte del progetto Agrigenet finanziato dalla Regione Campania, decreto n° 147 del 14.05.2010, "PSR 2007\/13, misura 214, azione f2.. . Khan, S., Cao, Q., Zheng, Y.M., Huang, Y.Z., Zhu, Y.G., 2008. Health risk of heavy metals in contaminated soils and food crops irrigated with waste water in Beijing, China. Environmental Pollution 152 (3): 686–692.. Salvini S, Gnagnarella P, Parpinel M, Boyle P, Decarli A, Ferraroni M, Giacosa A, La Vecchia C, Negri E, Franceschi S., 2008. The Food Composition Database for an Italian Food Frequency Questionnaire. J. Food Comp. Anal. 9(1): 57-71.. "
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