I. Problemi di metodo nella quantificazione del consumo di suolo: la conurbazione Aversana. II. Tesi sostenuta. La problematica del consumo di suolo, dopo anni di sostanziale immobilità da parte delle istituzioni sia europee che nazionali ha registrato nel 2012 la pubblicazione (maggio 2012) delle linee guida sulle migliori pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo da parte della Commissione Europea e il 14 settembre 2012, l’approvazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche agricole, del disegno di legge riguardante il contenimento del consumo di suolo, successivamente modificato dalla conferenza Stato-Regioni e pubblicato nel decreto Legge n. 69 del 21 giugno 2013, nel mentre sono state depositate anche altre proposte di legge. Le cause di tale fenomeno si possono rintracciare nella crescita demografica, nell’abusivismo, nella speculazione immobiliare, nella mancanza di qualsiasi tipo di controllo sul territorio e nella frammentazione delle responsabilità tra una molteplicità di enti territoriali, tutti titolati ad intervenire nessuno di fatto responsabile. A tutto ciò va aggiunto, per la situazione italiana, la questione fiscale, in quanto lo stato centrale ha svincolato l’utilizzo degli oneri concessori dalla realizzazione delle sole opere di urbanizzazione consentendone l’uso anche per la spesa corrente. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. III. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni Sono diverse le strade perseguibili per contenere il consumo di suolo un approccio meramente quantitativo, che circoscriva le aree di espansione o preveda limiti minimi di densità, deve necessariamente essere integrato da un approccio qualitativo, teso a prevedere gli esiti del governo delle trasformazioni territoriali. In effetti, non solo in Europa ma anche in Italia, iniziano ad affermarsi esperienze di regolazione e controllo qualitativo dell’uso del suolo fondate sull’addensamento edilizio, sul ruolo ordinatore della mobilità collettiva su ferro, sull’interazione funzionale, sull’attenzione morfologica per le aree di frangia, sul rapporto tra fronti urbani ed extraurbani, sulla compensazione ecologica, sulla localizzazione strategica di funzioni pregiate, sul policentrismo e sulle nuove centralità. In questa fase di crisi economica ed immobiliare si intravede dunque una concreta opportunità per rallentare i ritmi di consumo di suolo, anche in ragione di un’accresciuta attenzione per la qualità complessiva delle trasformazioni, che comprende gli aspetti sociali, ambientali ed energetici. IV. Prospettive di lavoro. Il contributo proporrà come caso di studio la Conurbazione Aversana, scelta tra i cinque sistemi insediativi individuati dal PTCP della Provincia di Caserta. Sarà quantificato il consumo di suolo a partire dal 1907 fino al 2011, attraverso gli step temporali del 1957, 1991, 1998 e 2004, la metodologia per la perimetrazione delle aree consumate sarà quella già utilizzata dal Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), nella redazione dei rapporti sul consumo di suolo (2010 e 2012) in collaborazione con Legambiente, l’Istituto Nazionale di Urbanistica e il Politecnico di Milano. Il parametro che ne deriva è l’Indice di Consumo del Suolo (ICS). Ciò consentirà non solo di colmare parzialmente una lacuna che vede assente l’intera Campania, nei due rapporti già pubblicati, ma renderà confrontabili i risultati con quelli già quantificati per le altre regioni italiane.

PROBLEMI DI METODO NELLA QUANTIFICAZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO: LA CONURBAZIONE AVERSANA

Losco S.
;
2014

Abstract

I. Problemi di metodo nella quantificazione del consumo di suolo: la conurbazione Aversana. II. Tesi sostenuta. La problematica del consumo di suolo, dopo anni di sostanziale immobilità da parte delle istituzioni sia europee che nazionali ha registrato nel 2012 la pubblicazione (maggio 2012) delle linee guida sulle migliori pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo da parte della Commissione Europea e il 14 settembre 2012, l’approvazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche agricole, del disegno di legge riguardante il contenimento del consumo di suolo, successivamente modificato dalla conferenza Stato-Regioni e pubblicato nel decreto Legge n. 69 del 21 giugno 2013, nel mentre sono state depositate anche altre proposte di legge. Le cause di tale fenomeno si possono rintracciare nella crescita demografica, nell’abusivismo, nella speculazione immobiliare, nella mancanza di qualsiasi tipo di controllo sul territorio e nella frammentazione delle responsabilità tra una molteplicità di enti territoriali, tutti titolati ad intervenire nessuno di fatto responsabile. A tutto ciò va aggiunto, per la situazione italiana, la questione fiscale, in quanto lo stato centrale ha svincolato l’utilizzo degli oneri concessori dalla realizzazione delle sole opere di urbanizzazione consentendone l’uso anche per la spesa corrente. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. III. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni Sono diverse le strade perseguibili per contenere il consumo di suolo un approccio meramente quantitativo, che circoscriva le aree di espansione o preveda limiti minimi di densità, deve necessariamente essere integrato da un approccio qualitativo, teso a prevedere gli esiti del governo delle trasformazioni territoriali. In effetti, non solo in Europa ma anche in Italia, iniziano ad affermarsi esperienze di regolazione e controllo qualitativo dell’uso del suolo fondate sull’addensamento edilizio, sul ruolo ordinatore della mobilità collettiva su ferro, sull’interazione funzionale, sull’attenzione morfologica per le aree di frangia, sul rapporto tra fronti urbani ed extraurbani, sulla compensazione ecologica, sulla localizzazione strategica di funzioni pregiate, sul policentrismo e sulle nuove centralità. In questa fase di crisi economica ed immobiliare si intravede dunque una concreta opportunità per rallentare i ritmi di consumo di suolo, anche in ragione di un’accresciuta attenzione per la qualità complessiva delle trasformazioni, che comprende gli aspetti sociali, ambientali ed energetici. IV. Prospettive di lavoro. Il contributo proporrà come caso di studio la Conurbazione Aversana, scelta tra i cinque sistemi insediativi individuati dal PTCP della Provincia di Caserta. Sarà quantificato il consumo di suolo a partire dal 1907 fino al 2011, attraverso gli step temporali del 1957, 1991, 1998 e 2004, la metodologia per la perimetrazione delle aree consumate sarà quella già utilizzata dal Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), nella redazione dei rapporti sul consumo di suolo (2010 e 2012) in collaborazione con Legambiente, l’Istituto Nazionale di Urbanistica e il Politecnico di Milano. Il parametro che ne deriva è l’Indice di Consumo del Suolo (ICS). Ciò consentirà non solo di colmare parzialmente una lacuna che vede assente l’intera Campania, nei due rapporti già pubblicati, ma renderà confrontabili i risultati con quelli già quantificati per le altre regioni italiane.
2014
9788899237004
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