Nel saggio sono approfondite le scelte difensive che dal secondo quarto del XVI secolo portarono ad un progressivo ridisegno dell’assetto della città di Napoli attraverso il notevole ampliamento delle mura voluto da Pedro de Toledo nel 1532 e proseguito dai suoi successori, determinando la definizione di una vera e propria città degli Spagnoli da contrapporre e, soprattutto, separare dalla città dei Napoletani. Palesemente ispirata alle città fortificate teorizzate dai trattatisti contemporanei e modelli per le nuove città coloniali, la cittadella sarebbe stata destinata non solo all’acquartieramento delle truppe, ma anche alle residenze e alle infrastrutture necessarie alla popolazione spagnola che, a vario titolo, si trasferiva sempre più numerosa nella capitale, andando ad occupare una vasta area comprendente gran parte del fianco delle colline di S. Martino, di Pizzofalcone e delle Mortelle, ancora quasi del tutto precluse alla disordinata crescita urbana. Pur nella realizzazione soltanto parziale a dispetto dei numerosi progetti, questa particolare forma di cuartel, protetto e autonomo in ogni sua parte, andò comunque ad occupare “la parte mejor de la ciudad, continuando per oltre un secolo a rappresentare il centro direzionale della capitale vicereale.

Napoles Real: il volto nuovo della capitale vicereale tra progetti, realizzazioni e dismissioni

PIGNATELLI SPINAZZOLA, Giuseppe

Abstract

Nel saggio sono approfondite le scelte difensive che dal secondo quarto del XVI secolo portarono ad un progressivo ridisegno dell’assetto della città di Napoli attraverso il notevole ampliamento delle mura voluto da Pedro de Toledo nel 1532 e proseguito dai suoi successori, determinando la definizione di una vera e propria città degli Spagnoli da contrapporre e, soprattutto, separare dalla città dei Napoletani. Palesemente ispirata alle città fortificate teorizzate dai trattatisti contemporanei e modelli per le nuove città coloniali, la cittadella sarebbe stata destinata non solo all’acquartieramento delle truppe, ma anche alle residenze e alle infrastrutture necessarie alla popolazione spagnola che, a vario titolo, si trasferiva sempre più numerosa nella capitale, andando ad occupare una vasta area comprendente gran parte del fianco delle colline di S. Martino, di Pizzofalcone e delle Mortelle, ancora quasi del tutto precluse alla disordinata crescita urbana. Pur nella realizzazione soltanto parziale a dispetto dei numerosi progetti, questa particolare forma di cuartel, protetto e autonomo in ogni sua parte, andò comunque ad occupare “la parte mejor de la ciudad, continuando per oltre un secolo a rappresentare il centro direzionale della capitale vicereale.
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