Le cartografie sono disegni con carichi di informazioni cioè biodisegni, geografia del passato e geografia del presente, infinite dimensioni della natura che bisogna cercare di catturare. La topografia è letteralmente la scrittura grafica dei luoghi: in effetti oggi le carte topografiche sono dei modelli perfezionati e spesso indispensabili per capire come sono conformati i dintorni di una città. La scuola paesistica, francese ed italiana in particolare, per la quale il paesaggio implica un dualismo fertile tra realtà e rappresentazione, tra dimensione oggettiva e soggettiva della percezione delle cose, tra la “natura” e la sua re-interpretazione antropica. Questa direttrice del pensiero, cara ai rappresentatori, porta a definizioni che pongono in evidenza l’aspetto culturale e sociale del paesaggio come deposito collettivo di valori, per cui “ogni paesaggio è un’elaborazione culturale di uno specifico ambiente naturale” (Sereni, 1983) o “il farsi di una certa società in un certo territorio” (Sereni, 1961). Le diverse forme di rappresentazione della architettura, della città e del territorio costituiscono fonti di informazioni e di conoscenza storica, particolarmente ‘delicate’ e spesso ambigue nel loro apparente essere esplicite, nel quale si richiedono affinate capacità critiche di interpretazione. La centralità assunta ormai da alcuni anni sullo studio del land use, sconta però storicamente la mancanza di fonti informative omogenee, capaci di descrivere e interpretare esaustivamente le principali dinamiche in atto.

Il Paesaggio Urbano di Pompei: Rappresentazione Multiscalare e Multidimensionale,

CONVERTI, Fabio;
2011

Abstract

Le cartografie sono disegni con carichi di informazioni cioè biodisegni, geografia del passato e geografia del presente, infinite dimensioni della natura che bisogna cercare di catturare. La topografia è letteralmente la scrittura grafica dei luoghi: in effetti oggi le carte topografiche sono dei modelli perfezionati e spesso indispensabili per capire come sono conformati i dintorni di una città. La scuola paesistica, francese ed italiana in particolare, per la quale il paesaggio implica un dualismo fertile tra realtà e rappresentazione, tra dimensione oggettiva e soggettiva della percezione delle cose, tra la “natura” e la sua re-interpretazione antropica. Questa direttrice del pensiero, cara ai rappresentatori, porta a definizioni che pongono in evidenza l’aspetto culturale e sociale del paesaggio come deposito collettivo di valori, per cui “ogni paesaggio è un’elaborazione culturale di uno specifico ambiente naturale” (Sereni, 1983) o “il farsi di una certa società in un certo territorio” (Sereni, 1961). Le diverse forme di rappresentazione della architettura, della città e del territorio costituiscono fonti di informazioni e di conoscenza storica, particolarmente ‘delicate’ e spesso ambigue nel loro apparente essere esplicite, nel quale si richiedono affinate capacità critiche di interpretazione. La centralità assunta ormai da alcuni anni sullo studio del land use, sconta però storicamente la mancanza di fonti informative omogenee, capaci di descrivere e interpretare esaustivamente le principali dinamiche in atto.
2011
978-88-903132-6-4
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