Sin dalla prima metà degli anni 90, l'individuazione delle risorse energetiche potenziali ed il loro sfruttamento appaiono strettamente connessi con significativi cambiamenti del quadro geopolitico dell'Eurasia. Gli interessi economici in gioco sono di ampia portata ed inseriti in un contesto di globalizzazione dell'economia. Sotto i fondali del vasto bacino del Mar Caspio, tra Russia, Azerbaijan, Iran, Turkmenistan e Kazakhstan, sono state accertate riserve possibili di greggio per circa 200 miliardi di barili, e ne sono state effettivamente misurate per un volume oscillante tra i 16 e i 32,5 mld di barili. Oggetto della prima parte del lavoro è la descrizione, nelle sue linee generali, della localizzazione delle riserve petrolifere del Caspio (che si trova principalmente sotto le acque territoriali dell’Azerbaijan e nei campi petroliferi del Kazakhstan e del Turkmenistan) e delle modalità di trasporto attuali (ancora oggi severamente deficitario, composto da un sistema complesso di carri cisterna, oleodotti e chiatte) attraverso Russia e Georgia fino alla costa orientale del Mar Nero, e poi con petroliere attraverso gli stretti turchi. I due oleodotti di recentissima realizzazione non sono funzionanti: passano, infatti, attraverso il Caucaso, area caratterizzata da conflitti regionali, instabilità politica, mancanza di cooperazione tra gli Stati che vi fanno parte. I percorsi degli oleodotti che potrebbero potenzialmente svilupparsi in futuro, diretti verso ed oltre il Mar Nero (o il Golfo Persico, o il porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo orientale) fino alle coste italiane (porti di Trieste, di Brindisi, di Bari) e passanti attraverso i territori dell'Europa orientale e della ex Jugoslavia e le necessarie infrastrutture (vie di accesso, stazioni di pompaggio, stazioni di monitoraggio, stazioni di transito, ecc.) sono oggetto della seconda parte del nostro lavoro. Segue l'approfondimento delle possibili ed importanti ricadute dei corridoi energetici così tracciati sul futuro economico dei paesi dell'UE. L'importanza per l'economia occidentale delle risorse petrolifere del Caspio risulta evidente, visto che ancora oggi i paesi arabi produttori di petrolio (Libia, Algeria, Siria, Egitto) restano i principali fornitori dell'UE. E in questo contesto, il problema del tracciato degli oleodotti si fa sempre più pressante. Il network dell'Europa orientale si sta delineando e gli Europei hanno forti interessi a che si realizzi presto, ma gli ostacoli non sono ancora scomparsi. La guerra appena conclusa nei Balcani, l'eventuale adesione della Turchia all'UE, la crescita economica dei paesi dell'Europa orientale sono situazioni strettamente connesse con questo business. I profitti derivanti dalle tasse di transito, il diverso approviggionamento di idrocarburi a prezzi più contenuti, gli investimenti di capitale straniero sono i fattori economici analizzati che orienteranno lo sviluppo del mercato del petrolio di quest'area.

Nuovi mercati e nuove rotte per il petrolio del Caspio

PELLICANO, Astrid
2003

Abstract

Sin dalla prima metà degli anni 90, l'individuazione delle risorse energetiche potenziali ed il loro sfruttamento appaiono strettamente connessi con significativi cambiamenti del quadro geopolitico dell'Eurasia. Gli interessi economici in gioco sono di ampia portata ed inseriti in un contesto di globalizzazione dell'economia. Sotto i fondali del vasto bacino del Mar Caspio, tra Russia, Azerbaijan, Iran, Turkmenistan e Kazakhstan, sono state accertate riserve possibili di greggio per circa 200 miliardi di barili, e ne sono state effettivamente misurate per un volume oscillante tra i 16 e i 32,5 mld di barili. Oggetto della prima parte del lavoro è la descrizione, nelle sue linee generali, della localizzazione delle riserve petrolifere del Caspio (che si trova principalmente sotto le acque territoriali dell’Azerbaijan e nei campi petroliferi del Kazakhstan e del Turkmenistan) e delle modalità di trasporto attuali (ancora oggi severamente deficitario, composto da un sistema complesso di carri cisterna, oleodotti e chiatte) attraverso Russia e Georgia fino alla costa orientale del Mar Nero, e poi con petroliere attraverso gli stretti turchi. I due oleodotti di recentissima realizzazione non sono funzionanti: passano, infatti, attraverso il Caucaso, area caratterizzata da conflitti regionali, instabilità politica, mancanza di cooperazione tra gli Stati che vi fanno parte. I percorsi degli oleodotti che potrebbero potenzialmente svilupparsi in futuro, diretti verso ed oltre il Mar Nero (o il Golfo Persico, o il porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo orientale) fino alle coste italiane (porti di Trieste, di Brindisi, di Bari) e passanti attraverso i territori dell'Europa orientale e della ex Jugoslavia e le necessarie infrastrutture (vie di accesso, stazioni di pompaggio, stazioni di monitoraggio, stazioni di transito, ecc.) sono oggetto della seconda parte del nostro lavoro. Segue l'approfondimento delle possibili ed importanti ricadute dei corridoi energetici così tracciati sul futuro economico dei paesi dell'UE. L'importanza per l'economia occidentale delle risorse petrolifere del Caspio risulta evidente, visto che ancora oggi i paesi arabi produttori di petrolio (Libia, Algeria, Siria, Egitto) restano i principali fornitori dell'UE. E in questo contesto, il problema del tracciato degli oleodotti si fa sempre più pressante. Il network dell'Europa orientale si sta delineando e gli Europei hanno forti interessi a che si realizzi presto, ma gli ostacoli non sono ancora scomparsi. La guerra appena conclusa nei Balcani, l'eventuale adesione della Turchia all'UE, la crescita economica dei paesi dell'Europa orientale sono situazioni strettamente connesse con questo business. I profitti derivanti dalle tasse di transito, il diverso approviggionamento di idrocarburi a prezzi più contenuti, gli investimenti di capitale straniero sono i fattori economici analizzati che orienteranno lo sviluppo del mercato del petrolio di quest'area.
2003
9788890796104
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/176687
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