A nord di Napoli si estende un bacino idrografico di oltre millecento chilometri quadrati, che include oltre cento comuni. Questo territorio a partire dal Seicento è caratterizzato da un sistema di canali per l'irregimentazione delle acque piovane e la prevenzione delle inondazioni. I canali sono 'regi' poiché la loro storia è fortemente connessa alla dinastia borbonica che realizzò significative opere di ingegneria idraulica; si chiamano 'lagni' dal nome del fiume Clanio che nei secoli passati identificava il corso d'acqua che attraversava il Nolano e si impaludava nella piana campana. I Regi Lagni sono dunque il frutto di una complessa operazione di modifica e salvaguardia del territorio che si è protratta attraverso i secoli, fino al Novecento. Il corso principale attraversa la pianura campana da est ad ovest, dall'area nolana fino al litorale domitio, attraversando una fascia di territorio tra le province di Napoli e Caserta, per oltre 55 chilometri a cui vanno aggiunti 210 chilometri di canali secondari che confluiscono nell'asta principale. Attualmente non ci sono sorgenti che forniscono le loro acque al sistema di canali, ma ad alimentare i lagni sono le acque piovane e gli scarichi fognari. Infatti, con il trascorrere dei decenni, quella che era un'opera di ingegneria idraulica nata per il contenimento delle acque si è trasformata in un'appendice del sistema fognario. Nei comuni afferenti al bacino idrografico risiedono oltre un milione e mezzo di abitanti e, inoltre, numerose sono le attività industriali, agricole e zootecniche ricadenti in tale ambito; e non tutte le acque reflue provenienti da tali strutture transitano per sistemi di depurazione. L'assenza di strumenti di controllo e di gestione, insieme alla presenza di siti contaminati e all'abbandono di rifiuti, hanno condotto alla classificazione negativa della qualità delle acque che transitano per il lagno principale.

Rappresentare le variazioni ambientali: i Regi Lagni

PISACANE, Nicola
2011

Abstract

A nord di Napoli si estende un bacino idrografico di oltre millecento chilometri quadrati, che include oltre cento comuni. Questo territorio a partire dal Seicento è caratterizzato da un sistema di canali per l'irregimentazione delle acque piovane e la prevenzione delle inondazioni. I canali sono 'regi' poiché la loro storia è fortemente connessa alla dinastia borbonica che realizzò significative opere di ingegneria idraulica; si chiamano 'lagni' dal nome del fiume Clanio che nei secoli passati identificava il corso d'acqua che attraversava il Nolano e si impaludava nella piana campana. I Regi Lagni sono dunque il frutto di una complessa operazione di modifica e salvaguardia del territorio che si è protratta attraverso i secoli, fino al Novecento. Il corso principale attraversa la pianura campana da est ad ovest, dall'area nolana fino al litorale domitio, attraversando una fascia di territorio tra le province di Napoli e Caserta, per oltre 55 chilometri a cui vanno aggiunti 210 chilometri di canali secondari che confluiscono nell'asta principale. Attualmente non ci sono sorgenti che forniscono le loro acque al sistema di canali, ma ad alimentare i lagni sono le acque piovane e gli scarichi fognari. Infatti, con il trascorrere dei decenni, quella che era un'opera di ingegneria idraulica nata per il contenimento delle acque si è trasformata in un'appendice del sistema fognario. Nei comuni afferenti al bacino idrografico risiedono oltre un milione e mezzo di abitanti e, inoltre, numerose sono le attività industriali, agricole e zootecniche ricadenti in tale ambito; e non tutte le acque reflue provenienti da tali strutture transitano per sistemi di depurazione. L'assenza di strumenti di controllo e di gestione, insieme alla presenza di siti contaminati e all'abbandono di rifiuti, hanno condotto alla classificazione negativa della qualità delle acque che transitano per il lagno principale.
2011
978-88-6542-046-1
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/175616
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact