La società in rapida trasformazione impone una revisione delle metodologie che l’Urbanistica deve utilizzare per conoscere il territorio, per descrivere le linee essenziali del suo sviluppo, per elaborare norme e dispositivi che ne regolino le trasformazioni. La gran parte delle città non si espandono più ma si trasformano attraverso urbanizzazioni che saturano spazi liberi-dismessi e con processi di densificazione nelle zone marginali, emerge così la necessità di ridefinire il concetto di periferia per poter ripensare tutto ciò che si è costruito negli ultimi cinquant’anni nella consapevolezza che il 70% della popolazione italiana vive in queste aree. Le periferie, ricche di contraddizioni e difficilmente riconducibili a schemi grossolani e superficiali, chiedono con forza di essere decodificate, normate e riportate a delle regole e poiché gli ambiti di rinnovamento della città consolidata sono molto ridotti nei prossimi anni è sulle periferie che le trasformazioni potranno ancora avvenire. In quest’orizzonte interpretativo e con l’obiettivo di contribuire alla soluzione della questione della riqualificazione delle periferie, il contributo riflette sulle tematiche ricorrenti nella riqualificazione delle molte periferie della città contemporanea per evidenziare le problematiche trasversali che ricorrono e coinvolgono, in varia misura, tutte le realtà marginali, per poi tentare sia una categorizzazione degli interventi possibili sia una disamina degli strumenti urbanistici più rispondenti a tale domanda di trasformazione. Questi ultimi, negli ultimi anni in particolare, hanno implementato innovazioni, soprattutto in quelli di tipo straordinario e hanno sperimentato percorsi fecondi, il trasferimento ai nuovi strumenti urbanistici ordinari vede ormai anche molte istituzionalizzazioni nelle nuove leggi urbanistiche regionali. Analisi e Piani urbanistici dovranno adottare nuovi statuti conoscitivi per strutturare indirizzi di progetto che interagiscano con queste parti di città e per cogliere il loro codice genetico senza utilizzare, in modo preconcetto, schemi interpretativi e conseguenti proposte pianificatorie, considerate di successo, in contesti altri rispetto a quelli delle periferie contemporanee.

LA TRASFORMAZIONE DELLA CITTÀ ESISTENTE: Criteri di intervento e strumenti urbanistici nella riqualificazione delle periferie

Losco S.
2005

Abstract

La società in rapida trasformazione impone una revisione delle metodologie che l’Urbanistica deve utilizzare per conoscere il territorio, per descrivere le linee essenziali del suo sviluppo, per elaborare norme e dispositivi che ne regolino le trasformazioni. La gran parte delle città non si espandono più ma si trasformano attraverso urbanizzazioni che saturano spazi liberi-dismessi e con processi di densificazione nelle zone marginali, emerge così la necessità di ridefinire il concetto di periferia per poter ripensare tutto ciò che si è costruito negli ultimi cinquant’anni nella consapevolezza che il 70% della popolazione italiana vive in queste aree. Le periferie, ricche di contraddizioni e difficilmente riconducibili a schemi grossolani e superficiali, chiedono con forza di essere decodificate, normate e riportate a delle regole e poiché gli ambiti di rinnovamento della città consolidata sono molto ridotti nei prossimi anni è sulle periferie che le trasformazioni potranno ancora avvenire. In quest’orizzonte interpretativo e con l’obiettivo di contribuire alla soluzione della questione della riqualificazione delle periferie, il contributo riflette sulle tematiche ricorrenti nella riqualificazione delle molte periferie della città contemporanea per evidenziare le problematiche trasversali che ricorrono e coinvolgono, in varia misura, tutte le realtà marginali, per poi tentare sia una categorizzazione degli interventi possibili sia una disamina degli strumenti urbanistici più rispondenti a tale domanda di trasformazione. Questi ultimi, negli ultimi anni in particolare, hanno implementato innovazioni, soprattutto in quelli di tipo straordinario e hanno sperimentato percorsi fecondi, il trasferimento ai nuovi strumenti urbanistici ordinari vede ormai anche molte istituzionalizzazioni nelle nuove leggi urbanistiche regionali. Analisi e Piani urbanistici dovranno adottare nuovi statuti conoscitivi per strutturare indirizzi di progetto che interagiscano con queste parti di città e per cogliere il loro codice genetico senza utilizzare, in modo preconcetto, schemi interpretativi e conseguenti proposte pianificatorie, considerate di successo, in contesti altri rispetto a quelli delle periferie contemporanee.
2005
9788846463036
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