La mostra, curata da Stefano Maffei, mette in scena una serie di esperienze collettive e il lavoro di progettisti, imprese, istituzioni italiane che portano avanti progetti che si rifanno a un’accezione di design molto aperta e innovativa: un design come progetto che si applica alle cose materiali come a quelle immateriali, un design che porta alla creazione non di semplici oggetti ma di quelli che il curatore definisce le altre cose. I protagonisti della mostra lavorano su idee che mettono in relazione il progetto con la sostenibilità, la sperimentazione scientifica e culturale, i servizi e il territorio, la tecnologia e la società, l’educazione e la tradizione locale in modalità fra loro differenti: dalla ricerca di Asap, che, agendo sulla sostenibilità dei processi, con Recycled Knit promuove il recupero della fibra non utilizzata di cachemire con cui vengono prodotti nuovi capi di maglieria, alla scheda elettronica Arduino di Massimo Banzi, diventata quasi uno standard mondiale nel campo dell'educazione e della programmazione interattiva. Dalle nuove modalità di relazione fra design, scienza e bioetica che propone Elio Caccavale con Neuroscope al public design di esterni, che, negli anni, ha sviluppato un’idea di progetto collettivo e partecipato, occupandosi degli spazi in cui viviamo e della città, o il progetto di interfacce touch Vodafone Lifestream di Experientia, che porta avanti una riflessione sulle differenti modalità di interazioni con gli oggetti che ci circondano. Id-Lab offre un esempio di comunicazione dei servizi applicato alla scala territoriale, attraverso il progetto del Piano Generale Territoriale Milanese e il suo piano dei servizi. Kublai è un portale-piattaforma per la promozione dei creativi e dei loro progetti mentre Lanificio Leo è un'azienda innovativa e sperimentale che, con il progetto Tipico/Atipico, recupera e trasforma l'idea di souvenir con un progetto di tessile stampato combinando tradizione e innovazione.

progetto in mostra: FRAME- interazione designer imprese.

FIORENTINO, Caterina Cristina
;
BUONO, Mario
;
2010

Abstract

La mostra, curata da Stefano Maffei, mette in scena una serie di esperienze collettive e il lavoro di progettisti, imprese, istituzioni italiane che portano avanti progetti che si rifanno a un’accezione di design molto aperta e innovativa: un design come progetto che si applica alle cose materiali come a quelle immateriali, un design che porta alla creazione non di semplici oggetti ma di quelli che il curatore definisce le altre cose. I protagonisti della mostra lavorano su idee che mettono in relazione il progetto con la sostenibilità, la sperimentazione scientifica e culturale, i servizi e il territorio, la tecnologia e la società, l’educazione e la tradizione locale in modalità fra loro differenti: dalla ricerca di Asap, che, agendo sulla sostenibilità dei processi, con Recycled Knit promuove il recupero della fibra non utilizzata di cachemire con cui vengono prodotti nuovi capi di maglieria, alla scheda elettronica Arduino di Massimo Banzi, diventata quasi uno standard mondiale nel campo dell'educazione e della programmazione interattiva. Dalle nuove modalità di relazione fra design, scienza e bioetica che propone Elio Caccavale con Neuroscope al public design di esterni, che, negli anni, ha sviluppato un’idea di progetto collettivo e partecipato, occupandosi degli spazi in cui viviamo e della città, o il progetto di interfacce touch Vodafone Lifestream di Experientia, che porta avanti una riflessione sulle differenti modalità di interazioni con gli oggetti che ci circondano. Id-Lab offre un esempio di comunicazione dei servizi applicato alla scala territoriale, attraverso il progetto del Piano Generale Territoriale Milanese e il suo piano dei servizi. Kublai è un portale-piattaforma per la promozione dei creativi e dei loro progetti mentre Lanificio Leo è un'azienda innovativa e sperimentale che, con il progetto Tipico/Atipico, recupera e trasforma l'idea di souvenir con un progetto di tessile stampato combinando tradizione e innovazione.
2010
9788837076580
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/162210
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