A differenza delle strategie, che procedono passo dopo passo verso un obiettivo prestabilito, le tattiche sono le risposte occasionali a delle situazioni contingenti, i modi di fare che sovvertono dall’interno un ordine costituito. Affidate all’improvvisazione, sono difficilmente codificabili; non dichiarate, contano sull’effetto sorpresa. Sono le modalità operative della cultura popolare, l’”arte del più debole”, come scrive Michel de Certeau. In architettura, sono gli strumenti dei progetti anonimi prodotti dall’abitare quotidiano. Le tattiche dell’abitare cercano la via più facile, utilizzano i materiali esistenti, scendono a compromessi con il territorio, applicano tecniche note, rielaborano tradizioni e suggestioni, procedono per imitazione, per reinterpretazione, per libera combinazione di modelli e di materiali, raggiungendo a volte, inconsapevolmente, risultati innovativi mentre lavorano per risolvere emergenze, per acquisire vantaggi, o più semplicemente per assecondare necessità. Le tattiche producono paesaggi fatti da somme di iniziative individuali. Determinanti nella costruzione quotidiana delle architetture e degli spazi urbani, soprattutto nei contesti meno regolati, più complessi, meticci e fertilmente tortuosi, le tattiche propongono un punto di vista a partire dal quale attraversare la ricerca architettonica e urbana, in un confronto serrato con l’esistente interpretato come terreno di progettualità spesso inattese. Il libro definisce un campo d’indagine e un punto di vista e ricostruisce un patrimonio di esempi e di studi per riconoscere e praticare il progetto delle tattiche. Una città fa da sfondo al racconto e fornisce alimento per le riflessioni: se le tattiche non sono date se non in rapporto a un luogo, Napoli è il luogo nel quale rintracciare un sapere quotidiano che si sprigiona da una miriade di azioni a conformare la città.

Tattiche

IPPOLITO, Fabrizia
2012

Abstract

A differenza delle strategie, che procedono passo dopo passo verso un obiettivo prestabilito, le tattiche sono le risposte occasionali a delle situazioni contingenti, i modi di fare che sovvertono dall’interno un ordine costituito. Affidate all’improvvisazione, sono difficilmente codificabili; non dichiarate, contano sull’effetto sorpresa. Sono le modalità operative della cultura popolare, l’”arte del più debole”, come scrive Michel de Certeau. In architettura, sono gli strumenti dei progetti anonimi prodotti dall’abitare quotidiano. Le tattiche dell’abitare cercano la via più facile, utilizzano i materiali esistenti, scendono a compromessi con il territorio, applicano tecniche note, rielaborano tradizioni e suggestioni, procedono per imitazione, per reinterpretazione, per libera combinazione di modelli e di materiali, raggiungendo a volte, inconsapevolmente, risultati innovativi mentre lavorano per risolvere emergenze, per acquisire vantaggi, o più semplicemente per assecondare necessità. Le tattiche producono paesaggi fatti da somme di iniziative individuali. Determinanti nella costruzione quotidiana delle architetture e degli spazi urbani, soprattutto nei contesti meno regolati, più complessi, meticci e fertilmente tortuosi, le tattiche propongono un punto di vista a partire dal quale attraversare la ricerca architettonica e urbana, in un confronto serrato con l’esistente interpretato come terreno di progettualità spesso inattese. Il libro definisce un campo d’indagine e un punto di vista e ricostruisce un patrimonio di esempi e di studi per riconoscere e praticare il progetto delle tattiche. Una città fa da sfondo al racconto e fornisce alimento per le riflessioni: se le tattiche non sono date se non in rapporto a un luogo, Napoli è il luogo nel quale rintracciare un sapere quotidiano che si sprigiona da una miriade di azioni a conformare la città.
2012
9788870185096
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/160399
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