Il volume presenta i risultati di una ricerca condotta da ricercatori di diverse università europee riunite sotto il coordinamento dell'Université Paris 1 Panthéon Sorbonne (prof.ri S. Manacorda e G. Giudicelli-Delage), con il sostegno della Commissione europea, sui rislessi sostanzial-penalistici del mutuo riconoscimento. In una prospettiva critica viene infatti analizzata la tecnica normativa del mutuo riconoscimento, definita dalle istituzioni "pietra miliare" della cooperazione penale europea, e concepita quale alternativa al riavvicinamento delle norme penali nazionali. Gli autori del volume, da diversi punti di vista, contestano la possibilità di addivenire ad una siffatta prospettiva di cooperazione giudiziaria in difetto di un riavvicinamento delle fattispecie incriminatrici, giacché questa si pone in contrasto con i principi essenziali dello ius puniendi, ed in primis con il principio di legalità. çLa conclusione è che in termini prospettici, anche la cooperazione darà vita ad una più profonda integrazione tra ordinamenti penali interni, sia pure indiretta, indotta cioè dalle difficoltà di creare uno spazio giuridico e giudiziario autenticamente omogeneo senza passare per la strada - faticosa ma inevitabile - della armonizzazione sostanzial-penalistica.

L’intégration pénale indirecte. Interactions entre droit pénal et coopération judiciaire au sein de l’Union européenne

MANACORDA, Stefano
2005

Abstract

Il volume presenta i risultati di una ricerca condotta da ricercatori di diverse università europee riunite sotto il coordinamento dell'Université Paris 1 Panthéon Sorbonne (prof.ri S. Manacorda e G. Giudicelli-Delage), con il sostegno della Commissione europea, sui rislessi sostanzial-penalistici del mutuo riconoscimento. In una prospettiva critica viene infatti analizzata la tecnica normativa del mutuo riconoscimento, definita dalle istituzioni "pietra miliare" della cooperazione penale europea, e concepita quale alternativa al riavvicinamento delle norme penali nazionali. Gli autori del volume, da diversi punti di vista, contestano la possibilità di addivenire ad una siffatta prospettiva di cooperazione giudiziaria in difetto di un riavvicinamento delle fattispecie incriminatrici, giacché questa si pone in contrasto con i principi essenziali dello ius puniendi, ed in primis con il principio di legalità. çLa conclusione è che in termini prospettici, anche la cooperazione darà vita ad una più profonda integrazione tra ordinamenti penali interni, sia pure indiretta, indotta cioè dalle difficoltà di creare uno spazio giuridico e giudiziario autenticamente omogeneo senza passare per la strada - faticosa ma inevitabile - della armonizzazione sostanzial-penalistica.
2005
978-2-908199-39-0
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